Le Tre Grazie più Una di Canova e Gribaudi

La Zodiak/Tanssin Talo nei giorni 10 e 11 febbraio ha prestato il suo palco a quello che potrebbe essere definito un irridente cabaret. Le Tre Grazie di Canova, in base ai canoni neoclassici, portavano splendore, gioia e prosperità nel mondo terreno. La grazia nel suo senso originario è solo il punto di partenza dello studio di Silvia Gribaudi, che gli affianca un diverso concetto di bellezza nella dimensione contemporanea.

Danzatori in pantaloncini e slip attillati non esitano a mostrarsi in tutta la loro unicità: qualche forma di troppo, qualche forma assente, un corpo gracile e uno prosperoso.

La Grazia eccessiva è Silvia che, sorta di Deus Ex Machina, anima lo svolgimento dello spettacolo con  un coinvolgimento del pubblico a tratti canzonatorio e cabarettistico, ma non privo di significato intrinseco. I danzatori si fanno beffe dell’arte classica, scimmiottando le Tre Grazie e prendendosi gioco del balletto classico inteso come bello per eccellenza.

Sprazzi di tecnica possono far piacere agli spettatori più “classici”, ma rischiano a momenti di disturbare il continuum umoristico intrinseco alla pièce. La comparazione tra bello classico e bello contemporaneo è enfatizzata verso la fine dello spettacolo: tre danzatori prendono pose plastiche con movimenti fluidi accompagnati da giochi di luci soffici e musica che interviene in controtempo. Silvia, rientrando in scena, cambia le regole del gioco e come una Quarta Grazia propone un’alternativa. Intrattiene il pubblico come a mostrare che lo spettacolo è finito, mentre sullo sfondo un danzatore offre bottigliette d’acqua di ristoro agli altri danzatori che… diventa materiale scenico andando a bagnare tutto lo spazio. Un concetto di bello contemporaneo: l’acqua elemento di vita, che lava, che purifica, che fa scivolare verso una di ri-nascita.

E che fa letteralmente scivolare i corpi sul palco in una sorta di clownerie che determina sequenze di una coreografia acquatica originale.

E alla domanda ricorrente di Silvia “What is Beauty?” si potrebbe rispondere “De gustibus non est disputandum”.

Qui una scheda e un trailer: https://www.silviagribaudi.com/works_/graces/

Grace è uno spettacolo di Silvia Gribaudi che nel 2018/2019 ha vinto il Progetto CollaborAction #4 e nel 2019 Danza&Danza. Segnalato anche sulla piattaforma NID. È una coproduzione con Santarcangelo dei Teatri affiancato da diversi contributi quali Rete Anticorpi XL e residenze artistiche in Italia e Svezia, in collaborazione con rassegne e festival tra cui Anticorpi, Ater, Artedanzae20. Grace è in tour fino ad aprile in Italia e Francia. A Helsinki ha fatto parte di Side Step Festival.

In scena: Silvia Gribaudi, Giacomo Citton, Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo.

Silvia Gribaudi è una coreografa italiana che dal 2004 ha concentrato la sua ricerca artistica sul corpo, mettendolo al centro di un dialogo comico tra spettatore e performer. Questa unicità le ha portato premi quali Giovane Danza d’Autore (con A corpo libero, 2009), CollaborAction#4 (2018-2019), Danza&Danza (con Grace, 2019) e Premio Hystrio Corpo a Corpo (2021).