Per le edizioni Joker, nella collana “I narranti”, è appena uscito il romanzo di Eero Niilo Manninen Vita e morte di un sámi (Tunturi uhkaa). Quest’opera, come anche, ad esempio, quelle di Martti Palkispää e K. M. Wallenius, può essere considerata il contraltare letterario del famoso Muitalus sámiid birra (Vita del lappone, 1910; ed. it. 1991, traduzione di Bruno Berni) dell’autore sámi Johan Turi.
E. N. Manninen (1893-1944) è stato scrittore, commissario, tenente nel battaglione cacciatori durante la prima guerra mondiale e membro del comitato consultivo finlandese-norvegese per l’allevamento delle renne negli anni 1933-35. Le conoscenze approfondite acquisite durante la sua carriera si riflettono nelle sue opere, dedicate prevalentemente ai Sámi, l’unico popolo indigeno dell’Europa. Il suo stile è crudo ma raffinato, pessimista ma a tratti umoristico e si concentra prevalentemente sulle dure condizioni della vita in Lapponia nelle prime decadi del XX secolo, pervase da un sentimento di solitudine e contemplazione malinconica.
Oltre ad articoli su riviste e giornali, ha pubblicato Erämaan armoilla. Entisen Inarin ja Petsamon kairaa (In balia della natura selvaggia. La distesa desolata di Inari e Petsamo, 1937), Unkka Manni, Lapin mies sotatiellä (Unka Manni, un uomo della Lapponia sulla via della guerra, 1939), Erään miehen sota. Rajan romaani (La guerra di un uomo. Romanzo di frontiera, 1940), Saattoi olla miehen onni (Potrebbe essere stata la sua fortuna, 1943). Sebbene non sia molto conosciuto al di fuori della Finlandia, Manninen è apprezzato nei circoli letterari finlandesi per il suo contributo a quella che possiamo definire ‘letteratura regionale’, le opere che riflettono spesso un profondo legame con la terra e il patrimonio culturale di specifiche aree della Finlandia, in particolare di quelle settentrionali.
Il romanzo è un tributo di Manninen al popolo sámi, come leggiamo nella dedica dell’opera: “Hai conosciuto Maareh’Ant, l’anziano sámi, la cui vita è iniziata e finita sui monti? Era mio fratello. Ho scritto questo libro come tributo alla sua memoria e alla sua gente.”
La narrazione è caratterizzata da descrizioni vivide e da una profonda conoscenza del paesaggio nordico finlandese. La sua capacità di evocare lo stato d’animo e l’atmosfera della Lapponia è un tratto distintivo del romanzo, come nel caso della descrizione dell’aurora boreale:
La luce verde lampeggia nuovamente sul passo montano, all’inizio esitante, come per valutare lo spazio disponibile. Poi lancia il suo lazo in direzione delle stelle più luminose e brillanti, e infine, prendendo coraggio, irrompe nel cielo, vibrando in silenzio e sollevando sotto di sé velature ciliate. Improvvisamente, come se rispondesse a un comando inaudito, il fuoco verde si arresta. Per un istante, il cielo si riempie di fuochi fatui verdastri e di veli immobili. Poi tutto si ritira silenziosamente, si ritrae, si oscura, si dissolve, scompare…
E.N. Manninen
Vita e morte di un Sámi
Traduzione dal finlandese di Antonio Parente
Joker edizioni 2024
(Immagine del titolo da un dipinto di François-Auguste Biard)