Jouni Inkala e la poesia: questione di sensibilità

Come abbiamo sottolineato in precedenza, la Finlandia può essere considerata una vera miniera di talenti in alcuni generi letterari, soprattutto in poesia, che mette in mostra oggigiorno una varietà senza precedenti, anche se paragonata a tradizioni letterarie storicamente più ricche.

Jouni Inkala (Kemi 1966) è appunto uno di questi talenti, e può essere considerato fin d’ora un classico vivente. La sua cifra poetica è costituita da un uso sintattico sofisticato e da una strategia che attira l’attenzione del lettore sul lato materiale della lingua attraverso l’uso di immagini sinestetiche. Anche nella poesia che presentiamo di seguito, forti sono gli elementi simbolici e allegorici, a dimostrazione della capacità dell’autore di di esprimere la sua idea di poesia in maniera poetica ma non manieristica.

Nei suoi versi migliori, quelli nei quali le immagini concrete acquistano un significato metafisico, Jouni Inkala riesce a raggiungere delle unità armoniche di forma e significato, parola e pensiero, che, nonostante tutte le revisioni moderniste e postmoderne della poetica tradizionale, hanno rappresentato e rappresenteranno sempre l’obiettivo principale della poesia.

Presentiamo qui in traduzione italiana una sua poesia e di seguito un breve scritto dell’autore a commento della sua poetica.

Deténte passata

“Conducete a me la Sorpresa, arrostitela, essiccatela

conservatela nella trementina, nel liquore aromatizzato, nell’acquavite!”

gridò l’alto console-boia-imperatore in comando

furioso per l’incertezza

di ciò che il futuro

teneva in serbo.

I testimoni avevano predetto

l’arrivo di un timbro più lieve

di un’aria più circostritta

e che il suo freno

ne sarebbe stato l’acceleratore.

Tutti i testimoni furono giustiziati.

Nella notte l’altoconsole-boia ecc. trasalì, risvegliandosi.

Accanto al letto la Sorpresa

di nobile stirpe.

“È bello constatare

che la razza vada migliorando,

una stirpe di sorprese nel mio regno -”

il potente provò a ingraziarsi intimorito.

La sorpresa concluse il discorso

con un gesto improvviso

della mano

e solo allora aprì il fuoco

che sfolgorò da dietro le sue labbra.

Sulla sensibilità della poesia

La poesia si affida alla sensibilità del poeta e alla sua capacità di cogliere l’attimo perfetto. 

In lui convivono massima competenza e fresca originalità, ma il loro equilibrio cambia a seconda delle fasi del lavoro. Per trovare l’unicità serve il coraggio di immergersi nel mondo con una follia quasi innocente, libera da idee preconcette. Può essere un viaggio lungo: a volte, una poesia impiega anni per manifestarsi. Per dimostrare il proprio talento occorre però una solida “cassetta degli attrezzi”, che bisogna ovviamente saper utilizzare. Ad esempio, valorizzare il valore tonale di una poesia richiede uno stato d’animo preciso, così come è indispensabile il desiderio di restare integri e coerenti con sé stessi. L’istinto deve essere autentico, così come la sensibilità. Per questo motivo, la nascita di una poesia è sempre, in ultima analisi, indipendente dalla volontà del poeta, e dunque assoluta. È il cuore che spinge una poesia a nascere; è lo spirito a permetterle di venire alla luce.

La poesia non si prende gioco della persona. 

Le composizioni poetiche sono longeve, spesso diventano amici di lunga data. Quando nascono, si manifestano nei momenti più inaspettati. E molti versi, una volta scritti e letti, diventano amici fidati, poiché ascoltano e parlano con perfetta sincerità e non tradiscono mai chi li custodisce nel cuore, dedicando loro un posto speciale nell’animo.

Un verso magnifico e autentico, una strofa, e infine l’intera poesia rafforzano, partecipano, sostengono la propria parte. Modellano, mettono in risalto, annuiscono, rinnovano e ravvivano. 

A volte sorridono, altre volte ridono apertamente.

Se una poesia offre conforto, lo fa svelando una circostanza o narrando un episodio storico, talvolta anticipando il futuro, processo che può risultare doloroso. Quando la poesia coglie la verità e la esprime, offre all’umanità il dono più prezioso. Lo spirito di una grande poesia è, per sua natura, fecondo: una volta venuta alla luce, lascia che i suoi semi si diffondano ovunque portati dal vento.

(Foto del titolo: concessione di Laura Malmivaara)

Antonio Parente
Nato nel 1964, traduce testi letterari, prevalentemente poesia, dal finlandese, dal ceco e dall'inglese. Vincitore del premio nazionale per la traduzione letteraria del 2004 conferito dal Ministro della Cultura Finlandese.