In Finlandia, il cambiamento climatico non è più una previsione astratta ma una realtà tangibile, come riferisce il sito della Yle. Petteri Taalas, climatologo di fama internazionale ed ex segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, ha osservato dalla sua casa estiva sul gran lago Saimaa segnali sempre più inquietanti: ondate di calore prolungate, umidità atmosferica in aumento e piogge torrenziali che mettono in crisi le infrastrutture urbane.

Nel 2024, la temperatura media globale ha superato la soglia critica di +1,5°C rispetto all’epoca preindustriale, ma in Finlandia l’incremento ha toccato i +3,4°C. A rendere il quadro ancora più allarmante è il fatto che persino Inari, località situata a oltre 300 chilometri a nord del Circolo Polare Artico, ha registrato temperature sui 30 gradi, un dato impensabile fino a pochi anni fa. Le acque dei fiumi hanno raggiunto livelli termici incompatibili con la sopravvivenza di specie come la trota e il temolo artico, mentre l’umidità atmosferica ha superato del 10% le medie stagionali, aumentando il rischio di eventi meteorologici estremi.
Le inondazioni a Mikkeli ne sono un esempio concreto. Secondo Taalas, questi episodi non sono anomalie, ma sintomi di una trasformazione profonda e accelerata. La biodiversità è sotto pressione, gli ecosistemi vacillano e le stagioni perdono la loro regolarità. Il messaggio è chiaro: anche le regioni più remote e fredde non sono più al sicuro. Le osservazioni di Taalas, corroborate da dati scientifici e riportate da Yle, sono un appello urgente a prendere coscienza e agire prima che anche il paesaggio finlandese cambi per sempre.

(Foto del titolo di G. Nitti: Ivalo, luglio 2025)