Alexander Stubb e l’Europa che cambia

Il Presidente finlandese parla alla stampa internazionale

L’incontro si svolge a Munkkiniemi, nella residenza presidenziale immersa nel verde della periferia di Helsinki, dove il capo dello Stato finlandese accoglie leader internazionali. In una bella giornata di fine estate (30 settembre) Alexander Stubb parla tracciando una mappa geopolitica in cui non mancano pragmatismo e memoria storica.

Sicurezza e deterrenza: droni, confini e pragmatismo nordico

Con tono diretto e disinvolto, Stubb riferisce di aver inviato una quarantina di unità — tra forze di difesa e guardie di frontiera — per proteggere il recente vertice europeo in Danimarca da possibili attacchi con droni. “Abbiamo preso la decisione,” dichiara, “e siamo piuttosto tranquilli. Non ci agitiamo facilmente. Crediamo che il modo migliore per prevenire sia prepararsi.” Dietro la calma nordica, emerge una visione strategica.“Ogni meccanismo che riduce il potere di veto e aumenta la flessibilità è benvenuto,” afferma, soprattutto in riferimento all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. “Prima accade, meglio è.”

Residenza di Munkkiniemi – foto Nitti

Il ruolo del Global South e la sfida del multilateralismo

Ma l’Europa non è sola. Stubb guarda al Global South come attore decisivo nel futuro ordine mondiale. “Quando si propone di riformare l’ONU — espandere il Consiglio di Sicurezza, limitare il veto — è lì che si misura la forza delle idee.” E sebbene le reazioni siano prudenti, il dialogo resta aperto. “Parlando con leader africani come il presidente del Sudafrica o del Kenya, vedo potenziali mediatori credibili. Certo, sollevano questioni di doppio standard, come nel caso di Gaza, ma comprendono bene cosa sta facendo la Russia.” Anche l’Asia centrale entra nel quadro. “Kazakhstan, Uzbekistan… la loro situazione è complessa, e non ne parliamo abbastanza.” Per Stubb, l’Europa deve ampliare lo sguardo, non solo verso Est, ma anche verso Sud.

Appello alla pace e pressione sul sistema multilaterale

Nel suo recente intervento all’ONU, Stubb ha lanciato un appello diretto a Vladimir Putin: “Dal 2014, la Russia ha occupato il 20% del territorio ucraino. Si è isolata. Questa guerra non porterà alcun vantaggio. È tempo di fermarsi.” Ma il sistema multilaterale è sotto pressione. “Non possiamo ignorare le accuse di doppi standard, soprattutto su Gaza. Vanno affrontate nel merito, non aggirate.” La preoccupazione più urgente riguarda l’inverno. “Temo che la Russia colpisca l’infrastruttura energetica ucraina. Questo metterebbe il Paese in una posizione estremamente difficile.” I droni, già usati per attacchi vicino al confine finlandese, sono una minaccia concreta. “Chiudere lo spazio aereo potrebbe sembrare una soluzione, ma comporta anche il rischio di immobilizzare le forze sul campo.”

Bilancio, difesa e il ritorno alla realtà strategica

Alla mia domanda sull’impatto di queste tensioni sul bilancio finlandese, Stubb risponde senza esitazioni: “Per noi, aumentare la spesa militare non è un problema. La minaccia è chiara: è la Russia.” E aggiunge: “Quando Trump ha proposto il 5% — 3,5 nazionale più 1,5 in contributi — noi abbiamo potuto accoglierlo. Pensiamo che anche gli altri Stati europei dovrebbero fare lo stesso.” Gli chiedo se la Finlandia si sentisse più sicura durante l’era sovietica o oggi. Stubb riflette un attimo, poi risponde: “Oggi siamo più preparati. Negli anni dell’URSS c’era una stabilità forzata, ma ora abbiamo strumenti, alleanze e consapevolezza. Certo, la minaccia è più visibile, ma anche la nostra resilienza.”

Foto Nitti

Ricostruzione e diritto internazionale: il nodo dei beni congelati

Sul fronte economico, guarda con fiducia alla proposta europea sull’uso dei beni russi congelati. “La Commissione, con la guida di Ursula von der Leyen, ha elaborato un piano intelligente: un prestito senza interessi, incardinato nel principio di compensazione. Se — come è probabile — la Russia non pagherà mai le riparazioni di guerra, quei fondi diventeranno un sostegno diretto all’Ucraina.” La cifra stimata è di circa 170 miliardi di euro, con un meccanismo di condivisione del rischio tra gli Stati membri. A questo si aggiunge la lezione della storia. “Consiglio Winter Warriors di Olivier Norek,” dice Stubb, “pagina dopo pagina si riconosce il copione russo.” Il riferimento è alla Guerra d’Inverno tra Finlandia e URSS, ma Stubb è chiaro: “Questa non è una finzione. Non siamo nel 1939. Serve lucidità, memoria e determinazione.”

Infine, gli chiedo se ha nostalgia di Firenze, dove ha diretto una Scuola internazionale dell’Istituto Universitario Europeo fino alla sua elezione. Sorride. “Sempre. Firenze è bellezza, cultura, e ho scritto li il mio ultimo libro. Ma oggi il mio compito è qui….”

(Foto del titolo: G. Nitti e A. Stubb, di Daniel Pannet, ABC)

Gianfranco Nitti
Giornalista e membro italiano dell'Associazione della Stampa Estera, visita regolarmente la Finlandia, in particolare la Lapponia, di cui scrive da anni.