La Finlandia è notoriamente la patria dello xilitolo, e la sua popolazione per il resto del mondo è dotata di ottime dentature (ricordiamo le pubblicità di una gomma da masticare italiana), per cui è difficile immaginare un passato diverso. Eppure all’inizio degli anni ‘70 i denti dei finlandesi erano in tutt’altre condizioni. Le ricerche sui benefici dello xilitolo erano ancora in corso, e la sua commercializzazione tramite gomme da masticare sarebbe arrivata nel 1975. In più il consumo di dolciumi era schizzato da quasi zero durante il primo dopoguerra fino a oltre 7 chili annui pro capite.
E non erano solo i denti a essere in pessimo stato, la forma fisica e la condizione sanitaria dell’intero Paese erano preoccupanti, tanto che Ia Finlandia registrava livelli di mortalità tra i più alti in Europa. Questo spinse nel 1972 il governo a promulgare la Kansanterveyslaki (legge per la salute della popolazione) che pioneristicamente si concentrava sulla prevenzione e portava in ogni comune un terveyskeskus (centro per la salute) dove si potevano anche ricevere cure odontoiatriche.
La legge fu un successo su molteplici fronti, incluso il miglioramento delle dentature finniche (probabilmente avere un dentista pubblico in ogni comune influì molto più dello xilitolo). Alla fine degli anni ‘70 anche il consumo pro capite di zuccheri scese a cinque chili all’anno, complice anche una raccomandazione del THL (Istituto per la salute e il benessere) e dell’Hammaslääkäriliitto (l’associazione dei dentisti) che suggeriva di adottare il karkkipäivä: concentrare il consumo di dolciumi in un unico giorno della settimana, e astenersi gli altri sei.
Questa regola era da applicare soprattutto a bambini e adolescenti (da sempre i maggiori consumatori di dolciumi), e in particolare per le caramelle, in quanto la loro alta concentrazione di zucchero poteva fare molti più danni allo smalto e ai denti delle persone in crescita di altri dolci come biscotti e pasticcini.
Il karkkipäivä, cantato anche da M.A. Numminen, venne adottato in massa e divenne presto pratica comune. Ma la riduzione del consumo di dolci fu solo temporanea, e già negli anni ‘80 la quota annua riprese a crescere. Ci furono dei tentativi di contenere questo innalzamento per via legislativa, imponendo un’accisa sui i dolciumi, con critiche sulla definizione (l’acqua frizzante era sottoposta a questa tassa, i biscotti no) e moniti della Commissione Europea. L’ultima tassa sui consumatori era di 95 centesimi al chilo ed è stata in vigore dal 2011 al 2016, quando non venne più rinnovata. Ma nessuna di queste iniziative ha avuto un vero impatto sul consumo, che negli anni è cresciuto fino a raggiungere i 13 chilogrammi annui odierni, quantità che assegna il primato europeo alla Finlandia.
E i dolciumi in questo Paese si possono trovare praticamente dappertutto. Dagli interminabili scaffali di caramelle sfuse ai cinema, fino agli uffici postali dove c’è spesso un piccolo espositore con pacchetti di caramelle vicino alla cassa.
E se si è già parlato della quantità e varietà dei latticini dei supermercati, c’è anche da menzionare gli ugualmente estesi reparti delle caramelle e dolciumi. Curiosamente nei supermercati finlandesi c’è invece una quasi totale assenza di “merendine”.
L’incremento dei consumi degli ultimi anni non è dovuto a un abbandono del karkkipäivä, la cui pratica è ormai un’istituzione data quasi per scontata. E, al contrario dell’uso dello xilitolo negli asili e nelle scuole, mai messa in dubbio nemmeno nei gruppi Whatsapp delle mamme.
Il karkkipäivä continua a sopravvivere nonostante le direttive del THL e dei dentisti siano cambiate da tempo, infatti ora si raccomanda un consumo moderato senza giorni specifici.
Perché il problema di avere un solo giorno in cui poter mangiare le caramelle è che in quest’unica occasione si finisca quasi sempre per abusare e ingozzarsi di dolciumi.
E, almeno fra gli stranieri residenti in Finlandia, è un’opinione comune che ci sia un parallelismo tra come i finlandesi mangino caramelle da bambini e come bevano alcolici da adulti; che il karkkipäivä costituisca una sorta di abbrivo al consumo eccessivo in una sola seduta.
C’è forse da sperare che le nuove generazioni trovino più equilibrio dei loro genitori e smettano di tramandare il karkkipäivä ai loro figli.
La Rondine 16.9.2017