“C’è qualcosa di nuovo in Finlandia, qualcosa è successo negli ultimi anni. Ci sono all’improvviso tanti nuovi designer interessanti con uno stile nuovo e personale, e nuove idee all’insegna della freschezza. Con l’utilizzo di materiali completamente nuovi ed il recupero di altri poveri o antichi. Sembra che la Finlandia sia tornata ad essere il paese del design.” Commenti di questo genere non è stato difficile sentirli a Milano in vari ambienti di questa Fiera del Mobile 2018, e quale posto migliore per incontrare alcuni di questi designer del futuro se non il Salone Satellite, l’area dedicata ai nuovi talenti?
Il primo finlandese che troviamo è Antti Tuomi. Si è laureato all’Istututo di design a Lahti, il Lahden muotoiluinstituutti, oltre cinque anni fa, poi si è impegnato a produrre una sua linea di prodotti. Due anni fa a Milano il feedback è stato così positivo che ora Tuomi è tornato con nuove idee e speranze di trovare un mercato. Produttori e contatti necessari ci sono di già in Finlandia.
“Qui la competizione è dura con i migliori designer presenti. È importante capire come il proprio lavoro si raffronta a quello degli altri. Qui si può raggiungere comunque un mercato molto più ampio che in Finlandia”, dice Tuomi che per i suoi prodotti usa materiali interessanti. Per esempio i ripiani dei tavoli sono laminati con il nuovo Fenix NTM, creato dall’italiana Arpa Industriale, che rende la superficie estremamente opaca, anti impronte e piacevole al tatto.
Jenni Pehkonen e Sanelma Hihnala dividono uno stand e non solo: hanno ambedue iniziato gli studi nel 2007 all’università Aalto, ovvero TAIK come si chiamava allora, e dopo la laurea hanno messo su uno studio/laboratorio in comune. Hihnala ha portato a Milano la sua sedia Pinot, una sedia che può sdoppiarsi quando serve, e la lampada Risu in legno di pioppo.
Il pensile e la credenza di Pehkonen sono ispirati ai tetti di scandole. Siccome la struttura degli sportelli consiste in piccoli pezzi di legno, è possibile usare materiale riciclato. Pehkonen ha studiato per la sua tesi di laurea le zampe degli animali artiodattili, così è nata la forma delle gambe della sedia in mostra. Il colore nero proviene dall’inchiostro cinese sopra cui c’è uno strato di olio-cera. “Non sarebbe molto bello se i vestiti si macchiassero di nero quando ci si siede sopra”, dice Pehkonen ridendo.
Nel prossimo stand troviamo un designer appena premiato al SaloneSatellite Awards 2018. Sakari Hartikainen ha vinto il Premio Anno Europeo del Patrimonio Culturale con la sua opera “Savoa”. Secondo la giuria “Savoa trasmette fin dal primo impatto un gradevole equilibrio fra pensiero ecologico e pensiero estetico. Attinge alle più storiche tradizioni del design nordico e asiatico , le fonde e le proietta in modo maturo ed elegante nel mondo contemporaneo.”
Oltre a essere un industrial designer, Hartikainen è anche artigiano del legno e quindi progetta e realizza personalmente i suoi prototipi in legno. “Così si minimizzano i compromessi e posso studiare e riflettere su ogni dettaglio del prodotto”, dice Hartikainen che divide il suo tempo tra Outokumpu in Finlandia e il Belgio. Il mercato finlandese è per lui troppo ristretto, e stando in Belgio le porte sono aperte a tutta l’Europa. Il tavolino premiato fa parte della collezione Savoa che consiste in tavoli rotondi in varie dimensioni e ciotole, ma nello stand ci sono in mostra anche panchine a dondolo di nome Keinuen.
Il fratello di Sakari, Antrei Hartikainen, è anche lui mastro falegname. A Milano nella mostra Nordic Happiness c’erano esposti dei tavoli che Antrei ha progettato in collaborazione con Poiat, uno degli espositori. Come mai tutt’e due i fratelli sono tanto bravi nell’elaborare il legno in bellissimi mobili? Sakari ci rivela il mistero: “Siamo figli d’arte. Nostro padre è anche lui un falegname, quindi già da piccoli avevamo imparato il mestiere.”
Lo stand finlandese successivo è lontano dal minimalismo scandinavo. Tero Kuitunen e Hanna Anonen vogliono allontanarsi dallo stile tradizionale e usare colori e materiali in modo più innovativo e coraggioso. Anonen non è purtroppo presente quando visitiamo lo stand, quindi ci accontentiamo di guardare i suoi lampadari e i tavolini colorati e allegri.
“Io e Hanna facciamo un po’ a turno perché le giornate qui sono molto lunghe”, spiega Kuitunen che si è laureato dall’università Aalto nel 2013. Per gli studi del bachelor Kuitunen aveva scelto l’indirizzo vetro e ceramica, e preferisce sempre concentrarsi sull’oggetto, non tanto sulle soluzioni tecniche.
Il tema dei prodotti che Kuitunen presenta a Milano è la tattilità nel design. Gli specchi, per il resto della forma moderna e semplice, sono ornati da una frangia che siamo abituati a vedere nei paralumi delle vecchie lampade. “La frangia è irresistibile, tutti la vogliono toccare”, dice Kuitunen contento. La superficie imperfetta dei vasi in terracotta invece mostra il tocco della mano dell’artigiano. Il set consiste di due vasi, grande e piccolo con il fondo arrontondato, e dei tondi su cui si appoggiano. Queste parti si possono combinare in vari modi per ottenere diverse forme e altezze.
Oltre agli stand dei designer giovani, nel Salone Satellite sono invitati a partecipare alcuni istututi e università di design, e quest’anno l’istituto di design di Lahti partecipa addittura con due stand. Il primo si chiama Rehome, un progetto creato da dieci studenti di design, presentato per la prima volta alla fiera Habitare.
“Il concetto di Rehome è partito come un progetto per un corso e ha avuto inizio durante la nostra visita al centro di accettazione per i profughi a Hennala. Abbiamo sentito che era difficile trovare in fretta mobili di base come i letti per tutti. Noi studenti abbiamo cominciato a pensare a un modo veloce ed economico di produrre questi mobili”, racconta Tuuli Latvala, una degli studenti coinvolti nel progetto.
La soluzione era sorprendentemente vicina. Di fronte al centro di Hennala c’è la famosa cartiera Stora Enso. Gli studenti hanno progettato prototipi per letti in cartone che sono facili da montare e veloci da produrre: la Stora Enso ne riesce a produrre 3500 pezzi in un ora. Il modello è in formato digitale, quindi scaricando il file sarebbe possibile utilizzarlo per produrre questi letti di emergenza dovunque nel mondo in caso di disastro naturale.
Oltre ai letti in cartone gli studenti hanno progettato anche un prototipo per letti in compensato. La produzione richiede una fresatrice a CNC a controllo numerico e per il montaggio basta avere un mazzuolo. I prototipi sono stati provati in uso e sono funzionali, rigidi e alla fine riciclabili, essendo prodotti completamente di materiali naturali. “Il progetto è stato accolto molto bene. È qualcosa di nuovo e interessante. Chissà se verrà anche preso in uso in futuro”, dice Latvala.
“Voi venite dalla Finlandia”, dice la gente che vede il secondo stand di Lahti, FHINK (foto sotto), ed è facile capire perché. Lo stand, il cui aspetto è stato progettato dalle studentesse di architettura d’interni Ilona Lähde e Henna Saarela e di graphic design Heidi Hypen e Camilla Siren, è tutto in legno chiaro e blu e i prodotti dei 15 designer sono piuttosto lineari ed essenziali.
“Abbiamo qui oggetti progettati negli ultimi cinque anni, alcuni dei designer sono già laureati e alcuni dei prodotti sono in produzione. I partecipanti sono stati scelti prima dai nostri professori e poi dalla giuria cioè da Mikko Laakkonen e Timo Ripatti”, raccontano Lähde e Saarela. I designer che hanno passato la selezione sono Ville Auvinen, Samuli Helavuo, Kristoffer Heikkinen, Anne Hirvonen, Milja Kalliokoski, Roosa Karhula, Susanna Kettunen, Tomi Laukkanen, Henri Mertanen, Hannakaisa Pekkala, Aleksi Peltonen, Emma Sivusalo, Meri-Tuuli Porras, Riku Toivonen e Sanna Usva.
“Nel progettare l’architettura dello stand siamo partiti dall’idea di presentare i prodotti in modo naturale, e col proposito di fare in modo che si distinguesse dagli altri. Quindi abbiamo scelto come materiale il compensato chiaro per coprire le superfici e come colore il blu. Abbiamo dedicato molta attenzione all’illuminazione con l’aggiunta di faretti, e alla circolazione all’interno dello stand perché il flusso della gente non subisse intoppi. Il motivo grafico fa riferimento a poliporo quindi è un elemento organico”, spiegano Lähde e Saarela il processo creativo.
“Abbiamo notato che il nostro istituto è piuttosto conosciuto nel mondo”, dice Lähde. “Tanti giovani si sono fermati per chiedere della possibilità di studiarci oppure fare uno scambio. È stato molto bello e utile poter partecipare al progetto e vedere come il nostro design funziona nella pratica”.
La Rondine – 4.5.2018