Durante le vacanze di fine anno mi sono data alla lettura di qualche libro, per non cadere nella solita tentazione di Netflix che mi sta arrugginendo il cervello con insulsi ma divertentissimi telefilm. Uno dei libri che ho letto è stato Lycka (“felicità” in svedese) di Francesca Cosentino, volumetto che ho preso perché incuriosita dal sottotitolo “L’arte nordica della felicità”. Vivendo al nord, mi sono domandata: cosa mi sono persa finora? Come per ogni esperienza, sia essa un libro, un viaggio o un film, prima di affrontarla avevo un preconcetto pittosto preciso su come sarebbe stata.
Con Lycka mi aspettavo una lettura molto “zen” sui motivi piscologici, sociali e culturali che stanno portando i Paesi nordici a vivere il loro momento di gloria nel resto del mondo. Se ci pensate avete recentemente acquistato una rivista di arredamento in cui non ci fosse almeneo un rimando allo stile scandinavian o nordic?
Sempre più spesso agenzie di viaggio propongono i Paesi nordici come meta ideale e la Finlandia è stata recentemente indicata come “primo paese da visitare nel 2019” dal Business Insider. Anche lo stile nordic chic nell’abbigliamento è un fenomeno ormai assodato tanto che il Guardian ha così riassunto: “La Scandinavia sta vivendo il suo momento d’oro: basti pensare alla nomina di David Hagglund come nuovo direttore creativo di Topshop e Topman. Svedese, già art director di Vogue Paris, Hagglund è a capo di un’agenzia creativa con base a Stoccolma che ha collezionato esperienze fra gli altri con H&M e Hugo Boss.”
Per dirla da millennial i Paesi nordici sono oggi “più cool che mai”. E io volevo quindi capire il perché in maniera più approfondita. Bene, il libro che ho scelto non mi ha dato assolutamente alcuna risposta al riguardo. L’autrice Francesca Cosentino è una giornalista della RAI con la passione per la cucina e i viaggi: ha combinato queste sue passioni per scrivere un libro leggero e scorrevole dove racconta piacevoli aneddoti su società, design, tradizioni, innovazioni tecnologiche e molta cucina di Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia.
Per nulla didascalico, il libro è diviso in cinque brevi sezioni dalla veste grafica a tema in cui l’autrice vuole raccogliere alcune suggestioni di come si svolge la vita nel nord Europa, il tutto inframezzato da ricette culinarie dei luoghi descritti. Vengono inoltre raccontati i fenomeni naturali che più possono interessare i lettori italiani come le lunghe notti invernali a Stoccolma o le notti estive in Lapponia dove c’è sempre luce, dando piccoli cenni storici e geografici senza dimenticare brevi excursus musicali e letterari. Il leitmotif del libro è l’associazione della felicità nordica con uno stile di vita rilassato dove c’è spazio per i propri interessi e affetti e un forte contatto con la natura e dove si cerca il “giusto mezzo” in ogni aspetto della propria esistenza.
Il Paese più analizzato è sicuramente la Svezia, ma non mancano cenni alla cultura finlandese come l’immancabile sauna, il consumo di caffè e, forse in maniera volutamente naïve, l’autrice si riferisce a kalsarikännit, la nuova parola trendy coniata dai finlandesi per alludere a felicità e relax: “stare comodi in casa, svestiti, con un buon bicchiere in mano e senza la minima voglia di uscire”, in cui però conta quell’ accenno all’ebbrezza alcolica che la parola cela in sé neanche troppo velatamente. Dunque nulla di originale per chi vive in Finlandia da anni ed è minimante interessato alla sua cultura e dei suoi vicini, ma comunque una lettura piacevole che mi ha tenuto compagnia durante due sonnacchiosi pomeriggi davanti al camino.
La Rondine – 22.1.2019