Jumalauta !

Quando si tratta di sacramentare, in Finlandia tutto fa brodo (primordiale): anche una supplica rivolta alla divina provvidenza diventa una comoda ingiuria per tutti gli usi. È il caso del re, o meglio del vescovo di tutti gli improperi, Jumalauta, formato da Jumala, “Dio” e l’imperativo singolare di auttaa, “aiutare”. Considerando che Jumis è una divinità demetrica baltica e che il ceremisso jumǝ indica un’immagine votiva, è stata proposta una seconda interpretazione, juma-lauta, un’effigie lignea (lauta) con le fattezze di qualche agreste divinità inviperita.

Quando un finlandese deve cambiare le ruote dell’auto alle sette del mattino perché non si aspettava una nevicata a metà settembre o scivola sul ghiaccio rompendo quattro bottiglie di prosecco costate come un bilocale a Portofino, gli basterà una parola sola per chiedere il soccorso dell’Onnipotente e, contemporaneamente, minacciarlo che, se non farà ciò che deve, si torna al culto degli idoli di legno e tanti saluti al vecchio barbuto col suo occhio nel triangolo.

La risposta finlandese al nostro “aiutati, che Dio ti aiuta” potrebbe essere Jumalauta ja sillä siisti!, “che Dio m’aiuti, e pochi cazzi!”. (m.g)