Saatana!

Nel ricco elenco degli improperi finlandesi Saatana conserva tutta la sua ebraica dirompenza, l’antico significato etimologico dell’opporre il male al bene o il malaccio al mica male e, ad ascoltare certi etilici balbettii, la criptica musicalità del dantesco pape Satàn aleppe. Onnipresente nel paesaggio umorale finlandese, la figura della religione abramitica compare solitamente a conclusione di proposizioni esclamative; sul lunotto posteriore di auto quasi mai dotate di catalizzatore si usa esporre un adesivo d’ordinanza con un collerico riccio che sbraita “ei tartte päälle ajaa Saatana!!”, “non c’è bisogno di venirmi addosso, cazzo!”: se in Finlandia il riferimento al rispetto delle regole stradali è d’immediata comprensione, altrove il divertente fumetto dalla vignettista Milla Paloniemi sembrerebbe più che altro una parafrasi della locuzione biblica Vade retro Satana

La dovizia di perifrasi (saakeli, saakuri, saakutti, saamari, samperi) testimonia come, nelle buie taverne della vita notturna subartica, l’esegesi dei testi sacri sia una disciplina affrontata con estro e schietta spregiudicatezza.

A pensarci, forse Carducci aveva in mente le festose elocuzioni finlandesi quando scrisse a te disfrenasi il verso ardito, Te invoco, o Satana, Re del convito. (m.g.)


Il vocabolario minimo finlandese è un avviamento semiserio ai misteri del mondo finlandese attraverso il suo strumento più raffinato: la lingua.