Melancholy: passeggiando a Majakkaranta

«Look up! What do you see?» canta Stipe dalla lettera scritta nell’autobus delle quattro del mattino all’amico scomparso. L’autobus è il numero 15, e dal centro di Turku mi porta verso l’arcipelago. Qua sono le 9, e l’agile mezzo di trasporto, da Merimiehenkatu, dopo aver svoltato a destra, imbocca Stålarminkatu, corre veloce lungo la discesa e, appena dopo S-market, esplode nel fascio di luce che investe il ponte sul Baltico, quello dal quale è possibile vedere Majakkaranta, il punto esatto in cui il fiume chiede al mare “will you ever welcome me?”: è la foce dell’Aurajoki.
Majakkaranta è uno dei miei quartieri preferiti, in città: pacifico, intimo… A parte gli uccelli e qualche vecchietto in cerca di sole, davvero non c’è altro, e si può godere del silenzio che porta al cervello belle manciate d’aria fresca: il posto ideale per “indossare la propria corona di tristezza” senza imbarazzi (nel frattempo, E-Bow the Letter ha smesso di suonarmi nelle orecchie e io posso smettere di citarla).

Enzo Bello
Napoletano con una laurea in giurisprudenza, la sua migrazione verso settentrione lo ha portato prima in Lombardia poi a Turku, dove ha fatto nido. I suoi occhi scintillano quando parla di Finlandia e Champagne.