Gli elementi distintivi che caratterizzano una popolazione sono di natura linguistica, storica, culturale e sociale. A volte vi contribuisce anche la localizzazione in un determinato territorio, anche se non sempre si tratta di confini ‘nazionali’ o ‘statali’.
Possiamo ricordare che anche l’Italia, per qualcuno, fu in un certo periodo un’ “espressione geografica”. Ma anche ai giorni nostri esistono popolazioni che, pur condividendo una omogeneità culturale e linguistica, non hanno però realizzato una identità territoriale autonoma: esistono come popoli, ma non come Stati.
In Europa, esiste una sola popolazione che possa definirsi unica ed indigena ma priva di un suo Stato nazionale con confini e tutti gli apparati tipici di uno realtà statale, ed è quella Sámi (da molti detta lappone). Ha una certa omogeneità linguistica, anche se la sua lingua è articolata in almeno quattro rami principali più altri dialetti, una tipicità culturale e sociale, ed anche economica che la caratterizza come popolo con comunità di radici e di localizzazione.
Il popolo Sámi è originario delle regioni settentrionali dell’area fennoscandinava, ha una tradizione millenaria e ancora oggi vive sparso tra Svezia, Norvegia, Finlandia e la penisola di Kola in Russia. Questa dispersione territoriale e il tipo di economia nomade legato all’allevamento delle renne ha rischiato di mettere in pericolo la sua stessa fisionomia di popolo: infatti, i governi delle quattro nazioni, nel corso dei secoli e fino a qualche decennio fa, hanno sempre attuato politiche di assimilazione tese, con le buone o le cattive, ad una integrazione con la popolazione residente in quei territori, molto più numerosa e variegata nelle sue attività economiche. Se queste politiche hanno aumentato la stanzialità dei Sámi, non sono fortunatamente riuscite ad eliminare i tratti caratteristici di questo popolo che, negli ultimi 30-40 anni, con alterne fortune, è riuscito a valorizzare e a rianimare le proprie tradizioni culturali, storiche ed ambientali, utilizzando anche strumenti di diffusione linguistica ed educativa.
Ciò si è verificato con minore o maggiore rapidità in Svezia, Finlandia e Norvegia, ma quasi per nulla in Russia, ove la comunità Sámi è ormai ridotta a poche migliaia di persone, a causa della forte emigrazione verso la Finlandia verificatasi nel dopoguerra.
Una lingua che si fa musica e suono
Nei paesi ove i Sámi risiedono lo strumento che più aiuta nella realizzazione e nella diffusione di una loro consapevole identità è indubbiamente la lingua, insieme con la letteratura e la creazione artistica e musicale.
Il primitivo elemento musicale comune al popolo Sámi è costituito dallo yoik o joik: composizione in genere ispirata a persone o luoghi, la cui essenza l’esecutore cerca di trasferire nel canto o nel suono. Il testo può essere minimo od anche assente del tutto, mentre l’andamento musicale ricorda molto quello delle popolazioni native americane. L’improvvisazione è frequente, viene eseguito tradizionalmente senza accompagnamento musicale o con percussioni di tamburi tradizionali. La tonalità è in genere pentatonica, ma l’esecutore è libero di usare i modi espressivi che preferisce.
Giuseppe Acerbi, il celebre italiano che viaggiò nei Paesi del Nord Europa alla fine del XVIII secolo, non apprezzò più di tanto la musica dei lapponi, trovandoli musicalmente incapaci. Il loro canto, a suo parere, era costituito prevalentemente da urla. I commenti di Acerbi evidenziano la non familiarità con le orecchie occidentali delle vocalizzazioni utilizzate nel joik.
Una raccolta di incisioni di musiche joik è apparsa per la prima volta in Svezia e in Scandinavia nel suo insieme con l’uscita del 1959 di “I’m a Lapp” di Sven-Gosta. Registrazioni simili furono eseguite in Finlandia dal celebrato ed eclettico artista Sámi Nils-Aslak Valkeapää nel 1968.
Nils-Aslak Valkeapää (Enontekiö, 1943 – Espoo 2001) è una figura altamente rappresentativa della cultura Sámi nelle sue varie espressioni: letteratura, musica e pittura. Nato nella Lapponia finlandese, vinse il Nordic Council’s Literature Prize nel 1991. Dopo aver passato gran parte della sua vita nel nord della Finlandia vicino al confine svedese, dove da secoli la sua famiglia allevava renne, si trasferì nel villaggio norvegese di Skibotn, ove la sua residenza ospita una fondazione a lui dedicata.
Attivo musicalmente soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, acquisì una notorietà internazionale quale autore della colonna sonora del film “ L’arciere di ghiaccio”(1987), per la quale fu nominato all’Oscar. In seguito la sua “Sinfonia di uccelli”, Goase dušše, ricevette il premio speciale della giuria nel concorso radiofonico europeo Prix Italia nel 1993. È una sinfonia in quattro parti che consiste per la maggior parte dei suoni della natura lappone, raccolti insieme come un viaggio dalla primavera all’autunno, dagli altipiani al mare.
Nel settembre del 1990, Valkeapää partecipò a Roma ad un festival Nordico, probabilmente presentando in Italia per la prima volta un esempio della musica e cultura lapponi.
L’etnomusicologo Thomas Hilder ha svolto ampie ricerche sulle interrelazioni della musica Sámi con le caratteristiche culturali del suo popolo e come strumento di approfondimento tra la definizione identitaria e sociale e le aspirazioni di autodeterminazione e di esigenza di ripristino di diritti violati nel corso dei secoli.
La rinascita culturale e musicale dei Sámi, circa 80.000 individui, ha avuto fasi alterne nei paesi dove risiedono, un territorio detto nel suo insieme Sápmi, diviso dalle frontiere di quattro stati: Norvegia (40.000), Svezia (20.000), Finlandia (7.000) e Russia (2.000).
Ognuno di questi ha un suo esponente rappresentativo come, per la Norvegia, è Mari Boine (nella foto del titolo), nota anche a livello internazionale, o, più recentemente, il gruppo rapper norvegese dei Keiino formato nel 2018 dal rapper di etnia Sámi Fred Buljo e da Alexandra Rotan e Tom Hugo, che han cantato una canzone con inclusione di ritmi joik, raggiungendo il sesto posto nella gara del festival Eurovision del 2019.
Limitandoci però alla Finlandia, un personaggio distintivo della musica Sámi è Wimme Saari (noto anche come Wimme (nato nel 1959, Kelottijärvi, Enontekiö) uno dei più noti esecutori di joik in Finlandia. Wimme Saari fonde il tradizionale canto Sámi con sue improvvisazioni, di solito con un accompagnamento tecnico-ambient dei membri del gruppo finlandese di musica elettronica RinneRadio. Wimme è apparso anche negli album di altre gruppi e musicisti, ha realizzato un’ampia discografia, e ha suonato anche in Italia.
Una musica che si evolve
Pur mantenendo una sua linea folklorica e tradizionale, con interpreti definibili ‘classici’, dall’inizio del 21° secolo i filoni di questo tipo di musica in Finlandia hanno intrapreso ed intraprendono vari percorsi, dal filone rock pop fino a quello rap, così attraendo anche le giovani generazioni che, tramite l’ascolto e l’esecuzione musicale, con formazione di gruppi o solisti, alimentano le conoscenze linguistiche e la diffusione dei propri caratteri etnici e culturali. Parallelamente, si sono diffusi ed hanno luogo nei vari Paesi base dei Sámi festival musicali che stimolano un ascolto collettivo e la diffusione di nuove tendenze e ricerche musicali. In Finlandia, il festival leader della musica Sámi è quello che si svolge in agosto ad Inari, nella Lapponia finlandese, sulle rive del grande lago omonimo. Si tratta del Festival multiculturale “Ijahis Idja”; che, nella lingua Sámi del Nord, vuol dire ‘notte senza notte’.
Il festival non si limita alla sola musica in varie sue forme, ma si estende ad una molteplicità di eventi culturali, come dibattiti, seminari, attività per ragazzi e bambini.
L’organizzazione che promuove l’industria musicale finlandese, Music Finland, ha íl suo sito dove si possono trovare rimandi interessanti ad artisti Sámi del nostro tempo.
(Per le foto utilizzate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)