Simona dalla Lapponia: salviamo noi, o almeno gli husky

La crisi del turismo ha colpito tutta Europa, e la Finlandia non è da meno. Il settore, che impiega oltre 140mila persone in questo paese, rappresentando il 5,5% degli occupati, costituisce quasi il 3% del prodotto nazionale lordo. (Fonte MaRa )

Una delle regioni finlandesi più colpite dalla crisi, che con le restrizioni ai viaggi recentemente implementate dal governo è destinata probabilmente a perdurare a lungo, è la Lapponia. In questa regione, è particolarmente importante il turismo incoming, cioè quello basato sugli arrivi dei turisti dal resto della Finlandia e dall’estero. A causa della pandemia, specialmente gli arrivi dall’estero hanno subito una batosta, con una diminuzione nel numero delle notti che nello scorso agosto è stata di oltre l’80% rispetto all’anno precedente. Anche gli arrivi dei finlandesi hanno subito cali drastici, attestandosi a un -26% nel periodo gennaio-agosto rispetto al 2019. (Fonte Tilastokeskus )

Nell’ambito del turismo le aziende più colpite sono quelle che basavano la loro offerta di servizi sulla clientela straniera. Un settore che ha fatto molto notizia è quello degli allevamenti di cani husky. Queste aziende, infatti, hanno visto sparire da un giorno all’altro la maggioranza della clientela, ma a differenza di altre non hanno potuto semplicemente chiudere e mettere tutto il personale in cassa integrazione, in quanto gli animali devono essere cibati ed accuditi a tempo pieno. Una di queste aziende, Old Pine Husky Lodge, si trova nel comune di Keminmaa, in Lapponia meridionale, ed è posseduta e gestita interamente da italiani. Abbiamo intervistato la direttrice operativa Simona Pinco.

Raccontaci di te.

Simona: vengo da Roma, dove ho vissuto per i miei primi 39 anni, ma ho sempre avuto la passione per l’Artico. Quando con mio marito Massimiliano abbiamo deciso di sposarci ci siamo affidati a un tour operator di italiani in Lapponia per organizzare la festa. Da lì è nato un amore profondo per questa terra, dove poi ho deciso di trasferirmi nel 2018.

Foto ©Giovanni Gambacciani

Come è nato il progetto di Old Pine?

L’idea è nata in quanto in Lapponia meridionale c’era carenza di strutture che offrissero un’esperienza con i cani husky combinata con servizi di hotellerie e ristorazione. Quando abbiamo sentito che la parrocchia di Keminmaa aveva messo in vendita un vecchio centro per catechismo in disuso abbiamo subito fatto un’offerta, che è stata accettata nell’ottobre del 2019. Abbiamo acquistato venti cani, le loro cucce e tutta l’attrezzatura necessaria in fretta e furia, ed iniziato con il primo gruppo di clienti a metà dicembre del 2019.

Che impatto ha avuto su di voi la pandemia?

Devastante. Siamo passati nel giro di una settimana da una situazione di crescita a uno stallo totale. In totale abbiamo operato con una certa normalità per poco più di due mesi, dopo di che siamo finiti nell’oblio. Abbiamo cercato di promuovere le nostre escursioni presso la clientela locale con un certo successo, anche se abbiamo dovuto riprogettare completamente il nostro modello di business in quanto i clienti finlandesi non hanno la stessa capacità di spesa degli stranieri.

Foto ©Francesca Dani

Le istituzioni vi hanno sostenuto durante il periodo di sosta forzata?

Poco. Abbiamo ricevuto un piccolo contributo da ELY Keskus (il centro per lo sviluppo regionale ndr) finalizzato ad analizzare e capire l’impatto della pandemia sui nostri processi operativi. Non abbiamo avuto la possibilità di richiedere il sussidio per la copertura dei costi (kustannustuki) varato dal governo in giugno, in quanto il nostro fatturato nei primi due mesi dell’anno non era sopra il limite minimo di ventimila euro imposto dal governo. Nelle scorse settimane abbiamo ricevuto dei fondi europei tramite il programma Leader, che ci hanno rimborsato una parte degli investimenti materiali e immobiliari che abbiamo sostenuto all’inizio della nostra avventura. Ma soprattutto, avendo degli animali da gestire, non abbiamo potuto ricorrere a strumenti come la cassa integrazione o il licenziamento, in quanto i cani richiedono che ci sia almeno una persona (ma meglio sarebbero due) per la loro gestione. Anche spese come il cibo, i vaccini, il veterinario e i medicinali non possono essere interrotte in quanto ne va della salute degli animali.

Come giudichi l’operato del governo durante la pandemia?

Non entro nel merito della gestione generale perché non mi sento in grado, ma una critica che mi sento di muovere è quella di non aver tenuto conto a sufficienza delle differenze geografiche ed ambientali nel concepimento delle misure restrittive. Quello che è stato fatto è probabilmente adeguato per le aree urbane del centro-sud, dove vivono molte persone, ma per noi che abitiamo nella zona più spopolata di un comune grandissimo di ottomila anime probabilmente tutte queste restrizioni hanno fatto più danni che benefici. Mi rendo conto che la gestione regionale non sia facile, ma in contesti come il nostro dove affollamenti non si verificano mai non si possono applicare le stesse regole che al centro della capitale.

Cosa farai di te stessa e dei cani se le cose andranno male e sarete costretti a chiudere?

Io sono intenzionata a rimanere qui, sia perché tornando in Italia troverei probabilmente una situazione peggiore, sia perché sono oramai molto legata a questa terra e non vorrei lasciarla. Se chiudessimo cercheremo di trovare una sistemazione migliore possibile per i cani. Per noi è impensabile pensare di terminarli, magari possiamo tenerli e cercare di trovare qualcuno che li adotta. Abbiamo già lanciato un piano di adozione a distanza per i sette cuccioli che sono nati durante la scorsa primavera, e quattro di loro hanno già un padrino, il loro “kummisetä”. Magari tra i vostri lettori troveremo gli altri tre!

Foto ©Stefano Tiozzo

Se il turismo internazionale non riprendesse ai livelli pre-pandemia, riuscirete a reinventarvi per servire i turistí finlandesi?

Già lo stiamo facendo: abbiamo aperto un caffè che è diventato punto fisso di riferimento per la gente della zona, e stiamo lanciando una pizzeria italiana, che sarà l’unica autentica della Lapponia meridionale. La parte alberghiera del nostro lodge sta funzionando da diversi mesi, anche se ovviamente non a pieno ritmo. Abbiamo ospitato una famiglia italo-finlandese per la syysloma che alla fine ha anche adottato uno dei nostri cuccioli! Per quanto riguarda le escursioni con i cani, questa è la parte più difficile in quanto il prezzo del safari, che parte da €69, è relativamente alto per gli standard finnici. Tanti dicono che dovremmo abbassare i prezzi per attrarre più clienti della zona, ma la mole dei costi di gestione dei cani rende difficile giocare troppo sul prezzo senza andare in perdita. Forse i finlandesi, trovandosi impossibilitati a viaggiare all’estero, dovranno cambiare un po’ il modo di approcciarsi a certi servizi, aprendo un po’ di più la mente (e il portafoglio, magari) ad esperienze che tanti considerano turistiche ma che sono un modo meraviglioso per godersi questa splendida terra da un punto di vista diverso dal solito. Stiamo anche promuovendo attivamente la riserva naturale di Martimoaapa, un vero gioiello nascosto dove abbiamo organizzato anche una maratona trail.

Per concludere, dove si trova il vostro lodge e come possiamo sapere di più su di voi?

Il lodge è situato a 30 km a nord-est del centro di Keminmaa, sulla strada che porta a Sompujärvi. Dalla stazione di Kemi il transfer dura 40 minuti, mentre dagli aeroporti di Oulu e Rovaniemi si impiega circa un’ora e mezza. Il nostro sito web si trova su https://www.oldpinehusky.com. Ci trovate anche su Facebook e sui principali social. Vi aspettiamo nel cuore della Lapponia!

(Foto del titolo di ©Francesca Dani)