Kati Kovács: ridere, piangere, riflettere

Parla una fumettista finlandese a Roma

Kati Kovács nasce nel 1963 a Helsinki. Dopo il liceo parte per Roma per lavorare come au-pair in una famiglia romana. Un anno e mezzo nella città eterna le cambiano la vita e anche se torna in Finlandia per frequentare l’Università di Arte e Design, il suo cuore rimarrà in Italia. A ventitré anni con un biglietto aereo di sola andata, Roma diviene la città dove sceglie di vivere e lavorare.

Ha pubblicato finora 15 libri, il primo nel 1994. Le sue graphic novels sono tradotte in svedese, ungherese, francese e tedesco.

Nel 1999 vince il Finnish Comics Society’s Puupäähattu Prize, nel 2011 il Comic Book Finland con “Who is Afraid of Nenian Ahnav”, nel 2014 il primo – e mai assegnato prima – premio Statale per l’arte del fumetto (Sarjakuvataiteen valtionpalkinto) e, sempre nel 2014, il premio per il miglior film d’animazione internazionale al Monterrey Film Festival, con l’opera Lisa Limone & Maroc Orange (suoi la sceneggiatura e il design).

Nel 2019 pubblica “Quo vadis Katalin?” (WSOY), una graphic novel autobiografica, nella quale tramite il suo alter ego Katalin, ripercorre il suo arrivo a Roma negli anni ’80. Katalin vive sulla sua pelle l’impatto con un mondo e una cultura ancora profondamente maschilista.

Nell’ottobre del 2020 vince il prestigioso Werner Söderström Corporation Literature Foundation Recognition Award, su decisione della Fondazione letteraria WSOY, che si riunisce da decenni ogni 2 ottobre, in occasione del compleanno di Werner Söderström.

Intervista a Kati Kovács

Guardando i tuoi lavori viene spontaneo domandarsi: da dove arrivano le tue storie? Cosa ti spinge a raccontare alcune cose e non altre?

Sono appassionata della vita e il comportamento dell’essere umano nel bene e nel male mi ha sempre incuriosito e affascinato. Mi sento un’osservatrice davanti a questo variopinto spettacolo terreno, non mi stanco mai di meravigliarmi. La voglia di capire mi porta a trattare certi argomenti e temi. Mi viene naturale anche “denunciare” delle ingiustizie che riguardano per esempio la parità dei sessi. Il mio cuore è sempre stato vicino ai deboli, emarginati, sofferenti. Voglio essere nello stesso tempo profonda e leggera, infatti le mie storie sono piene di umorismo (a volte molto nero). Per me è importante toccare l’anima del mio lettore ed emozionarlo, ma senza essere patetica. Ridere, piangere, riflettere.

Cosa influenza il tuo processo creativo? Hai un momento della giornata e un luogo preferiti per disegnare?

Ho sempre lavorato a casa e per me è il luogo più ideale in assoluto. Ho la mia stanza con la scrivania piena di svariate pile di carta, giornali, disegni, libri, penne, pennini, pennelli e colori e un sacco di oggettini utili e inutili ma che nell’insieme creano quell’atmosfera di cui evidentemente ho bisogno per riuscire a concentrarmi. Dalla finestra ho una vista meravigliosa senza ostacoli, lontano nell’orizzonte si vedono montagne…la fantasia galoppa, vola libera. Non ho orari precisi per lavorare anche se preferisco la prima parte della giornata. Quando i figli erano piccoli lavoravo quasi esclusivamente la notte ma chi ce la farebbe più…ora vado a dormire presto e mi sveglio insieme al gallo del vicino, l’alba con il suo silenzio mi rilassa e ispira.

Ti senti vicina ai disegnatori finlandesi o a quelli italiani? C’è un artista presente o passato che senti più vicino?

Mi sento più vicina ai miei colleghi finlandesi, ormai sono quasi 30 anni che pubblico i miei fumetti in Finlandia e alcuni di questi disegnatori hanno iniziato nel mio stesso periodo. Durante questi decenni ne ho poi conosciuti tanti altri, molti li considero ormai amici. Trovo che ci sia un grande spirito di appartenenza in noi, solidarietà tra colleghi. Anche se il fumetto come forma d’espressione è evoluto molto e ormai è largamente apprezzato e riconosciuto con vari premi rimane comunque ancora in margine, la passione di pochi. 

Claire Bretecher e Joakim Pirinen (svedese nonostante il cognome finlandese) mi hanno ispirato con le loro storie e il disegno stupefacente quando ero giovane. Ma più che gli artisti di fumetti mi hanno influenzato pittori come Henri Toulouse-Lautrec, Picasso, Goya, Edvard Munch, Van Gogh, scrittori come Kafka e Gogol… da loro ho acquisito un certo modo di guardare il mondo.

La situazione che stiamo vivendo in questi mesi ci sta cambiando. Senti che sta influenzando la tua vita e il tuo lavoro?

Tutto dipende da tutto, in qualche modo è tutto collegato. Sicuramente la situazione attuale avrà la sua influenza ma ancora la noto poco. Personalmente non mi è cambiato niente: anche prima stavo sempre a casa senza vedere (quasi mai) nessuno! Molti dei miei colleghi dicono la stessa cosa…

Una domanda su Roma, la tua città. Alcuni bellissimi disegni (pubblicati in questo articolo) che hai realizzato tra febbraio e ottobre di quest’anno ci sembrano descrivere con grande precisione ma soprattutto in modo ironico e allo stesso tempo malinconico i tuoi concittadini, quindi con due caratteristiche a nostro giudizio davvero fondanti dell’essere romano. Fanno parte o potrebbero far parte in futuro di un nuovo progetto creativo?

È un grande onore ricevere un apprezzamento del genere, adoro guardare la gente in giro…il modo di muoversi delle persone, le espressioni, i gesti…tutto mi affascina. Immagino delle storie dietro questi personaggi. Porto sempre nella borsa un piccolo sketchbook e se il momento è favorevole disegno mentre osservo. Invece altre volte “stampo” le immagini nella mia mente e le butto giù successivamente a casa o in macchina.

L’idea di pubblicare un giorno la raccolta di questi disegni mi piacerebbe molto…o svilupparli per un progetto nuovo, chi lo sa.

Ultimamente hai ricevuto alcuni importanti riconoscimenti del tuo lavoro. A quali progetti stai lavorando e quando vedranno la luce?

Circa un anno e mezzo fa ho iniziato a scrivere e disegnare il libro a cui sto lavorando in questo momento, uscirà a marzo nel 2021. Si chiama “Eläimelliset aakkoset aikuisille” (Alfabeto animalesco per adulti). È un abbecedario composto da 29 animali dalla A alla Ö (l’alfabeto finlandese non finisce alla “Z”), storie corte a fumetti, assurde, surreali, divertenti, pungenti. Il libro nasce dal mio grande amore per la mia ricca e adorata madrelingua. Attraverso gli animali racconto di noi umani, delle nostre riconoscibili debolezze e dell’imprevedibilità della vita.

Ecco qui sotto alcune tavole tratte dalla prossima opera di Kati Kovács.

Tutte le immagini sono per gentile concessione dell’autrice.

Come tutti i romani de Roma ha difficoltà a vivere lontano dalla sua città. Esplora però con passione la Finlandia dal 2000 e ne studia la lingua, più che altro per non rimanere tagliato fuori dalle chiacchiere segrete del figlio bilingue e della compagna, helsinkara de Helsinki.