Sui piani di ripresa europei la spada di Damocle della Finlandia

La Commissione Europea, al 30 aprile scorso, ha ricevuto un totale di 13 PNRR, piani di ripresa e resilienza, da altrettanti Paesi europei.  Nel piano presentato, l’Italia ha richiesto un totale di 191,5 miliardi di euro di sostegno nell’ambito del RRF (Recovery and Resilience Facility), di cui 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Il piano italiano è strutturato intorno a sei aree: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; coesione e inclusione; salute. I progetti del piano coprono l’intera durata del RRF fino al 2026, proponendo interventi in tutte e sette le aree chiave europee.

Tuttavia, una mina vagante potrebbe far saltare tutta la costruzione ideata dall’Europa per risollevare i paesi membri dalla batosta pandemica. Questa bomba a tempo, che necessiterà di un forte impegno per essere disinnescata, è costituita dalla Finlandia, che farà avere il proprio PNRR alla Commissione in maggio.

Foto J.-P. Flander

La decisione di incremento delle risorse proprie, che serve come garanzia per l’emissione degli Eurobond necessari a finanziare il Piano di Ripresa, deve essere ratificata da tutti i Paesi membri: è sufficiente che un Paese si opponga per a far saltare la macchina (o, più verosimilmente, a ritardarne la partenza); se Polonia e la Germania hanno rimosso i propri ostacoli, la Finlandia sembra avviata su una salita difficile poiché  la Commissione costituzionale del parlamento finlandese ha deciso che il pacchetto sia votato in plenaria a maggioranza di 2/3, ma il governo di coalizione guidato da Sanna Marin non ha i numeri per raggiungere questa quota.

Nella Commissione, il partito di Centro, che fa parte del governo, ha votato con l’opposizione, facendo optare quindi per  la richiesta di una maggioranza qualificata invece di quella semplice, mettendo così in difficoltà il governo. Se gli altri quattro partiti di governo (SDP, Alleanza di sinistra, Verdi e Partito popolare svedese) dovrebbero sostenere il pacchetto, il  Partito di Coalizione Nazionale (PCN), in gran parte filoeuropeo, ha criticato il pacchetto di stimolo dell’UE e ora detiene i voti decisivi per la sua approvazione o meno.

I responsabili del gruppo parlamentare del PCN hanno annunciato che il partito si asterrebbe sul pacchetto, considerandolo problematico in quanto spinge l’UE verso trasferimenti fiscali, tuttavia consentendo al governo di ottenere comunque una maggioranza di due terzi, se tutti i parlamentari dei partiti di governo votassero a favore. Se tutti i parlamentari del PCN si astenessero, ci sarebbero 161 voti attivi disponibili e una maggioranza di due terzi sarebbe di 108 voti, alla portata dei cinque partiti di governo, che dispongono di 117 seggi dei 200 dell’Eduskunta.

Il leader del gruppo parlamentare del partito di Centro aveva detto in precedenza che i propri deputati voteranno per il pacchetto, ma questo calcolo è stato di nuovo messo a rischio quando almeno due deputati del PCN hanno annunciato che avrebbero comunque votato contro. Lo strumento di ripresa e resilienza (RRF) fornirà circa 672,5 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni per aiutare gli Stati membri a riprendersi dalla recessione indotta dalla pandemia. Combinati con altri aspetti del pacchetto, i fondi totali erogati dall’UE arriveranno a 750 miliardi di euro. In base al pacchetto, la Finlandia riceverebbe circa 2,9 miliardi di euro nel prossimo futuro per rimborsarne circa 6,6 miliardi di euro entro il 2058. Il pacchetto deve essere approvato da tutti gli Stati membri dell’UE prima che possa avere effetto..

Il leader del PCN, Petteri Orpo, ammette che la situazione è complicata per il suo partito ma ribadisce che il suo è il partito “più europeista” della Finlandia e apprezza la stabilità che l’UE offre ai suoi Stati membri. Tuttavia, il partito non vuole dare il suo sostegno al pacchetto di recupero dell’UE perché lo considera un passo verso il debito comune per finanziare le uscite dei paesi più poveri. Il pacchetto di stimolo dell’UE passa ora alla Commissione parlamentare per le Finanze, che redigerà una relazione finale che sarà posta in votazione in Parlamento. Per Orpo, secondo una sua dichiarazione, “la Commissione per le Finanze deve inviare un messaggio chiaro che delinei la posizione della politica europea finlandese e della politica economica in Europa in futuro. Non vogliamo che misure come questa diventino una soluzione permanente”, aggiungendo che il respingimento del pacchetto di stimoli avrebbe effetti catastrofici sulla Finlandia.

Una situazione quindi altalenante ed instabile che potrebbe sfociare in un risultato imprevedibile e con riflessi su tutta la costruzione UE.

(Per le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

Gianfranco Nitti
Giornalista e membro italiano dell'Associazione della Stampa Estera, visita regolarmente la Finlandia, in particolare la Lapponia, di cui scrive da anni.