Eino Leino, il più antico dei moderni

Il 6 luglio in Finlandia sventolano le bandiere nazionali per celebrare la poesia nel nome di un grande poeta. Il suo vero nome era Armas Eino Leopold Lönnbohm (Paltamo 1878 – Tuusula 1926) e fu, senza dubbio, tra le personalità più influenti del periodo a cavallo dei secoli XIX e XX nel campo della letteratura e critica letteraria finlandesi. Viene di solito ricordato come il più grande poeta neoromantico della Finlandia, “il più grande bohémien finlandese”, e da molti ancora oggi celebrato come il più grande poeta finlandese in assoluto.

Nell’opera di Leino si arriva alla più alta forma di sintesi delle cosiddette tradizioni grande e piccola, secondo la definizione di M. Branch. Nel nord-est della Finlandia, regione d’origine del poeta, Leino entrò in contatto diretto con la tradizione allora ancora viva della letteratura popolare. Allo stesso tempo, si avvicinò anche al Kalevala, e fin dall’infanzia ebbe conoscenza del patrimonio della cultura europea, le cui opere classiche e le tendenze più recenti furono da lui stesso introdotte nel contesto finlandese grazie alla sua attività sia di critico sia di traduttore. (1)

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Alla sua precoce maturità artistica (già durante il ginnasio si dedicò intensamente alla poesia e alla traduzione) sicuramente contribuì il fatto di avere a modello suo fratello maggiore Kasimir, scrittore ed esteta, il quale lo introdusse nei circoli culturali della capitale di orientamento liberale e fennomane (cf. p. es. Koskimies 1965). (2) Nelle sue prime raccolte poetiche, “Canti di marzo (Maaliskuun lauluja, 1895) e “Cento e un canto” (Sata ja yksi laulua, 1989), è evidente come l’autore si ispiri alla “poesia kalevaliana” e ai più recenti canti popolari finlandesi, così come la sua conoscenza della poetica runeberghiana, dei romantici tedeschi, dei neoromantici svedesi e dei simbolisti francesi.

Nelle opere di Leino della seconda metà degli anni ’90, si riflette in primo luogo il fascino del Kalevala e il suo desiderio di unire la tradizione kalevaliana alle pratiche dell’arte contemporanea e ai temi di attualità, come accade, ad esempio, nel dramma poetico “Il cigno di Tuonela (Tuonelan joutsen, 1898). Nel simbolo del cigno si mescolano le immagini del folklore e del Kalevala, alle quali si aggiungono i vari significati simbolisti; allo stesso modo e nello stesso periodo, il simbolismo del cigno venne utilizzato nelle arti visive da Gallen-Kallela e in musica da Sibelius. (3)

A. Gallen-Kallela, Ad astra (II, 1907)

Con l’avvento del cosiddetto primo periodo di oppressione, le variazioni kalevaliane di Leino diventano allegorie più o meno esplicite della situazione politica contemporanea. “La guerra della luce” (Sota valosta, 1900) prefigura la delusione provocata all’eroe nazionale (qui raffigurato dal saggio kalevaliano e cantore Väinämöinen) dalle persone per le quali sacrifica se stesso (cf. p. es. Lyytikäinen 1998). Come un’allegoria politica può essere interpretata anche la raccolta di ballate e leggende “I canti di Helka” (Helkavirsiä I, 1903), non solo l’apice creativo di Leino, ma in assoluto il picco del simbolismo (o neoromanticismo) letterario finlandese. (4)

Il titolo fa riferimento alla fusione di vecchi miti e delle cosiddette tradizioni pagane con la tradizione cristiana: le celebrazioni di Helka, ancora vive nella Finlandia centrale durante il XIX secolo, rappresentano la fusione dei rituali di fertilità pagani con la tradizione cristiana della Pentecoste. Le singole poesie traggono ulteriore ispirazione dai miti greci, dalle versioni finlandesi delle leggende cristiane e dalle tradizioni europee, medievali e successive (v. p. es. Peltonen, 1975; Oksala 1986).

Nei Canti di Helka sale alla ribalta la figura dello sciamano, presente negli strati più antichi del folklore finlandese. Il concetto di esistenza umana mediato dalla tradizione sciamanica, in cui i vivi e i morti sono parte di un tutto e comunicano attraverso questo intermediario, fu idoneo all’utilizzo diretto come immagine all’interno della poetica simbolista, dell’inclinazione di Leino al panteismo e al “misticismo metafisico”, secondo la sua stessa definizione. Il tema della conoscenza e delle parole magiche padroneggiate dallo sciamano in Leino si intesse con il titanismo romantico e con il concetto nietzschiano di superuomo.

L’interesse principale e centrale del poeta è per il conflitto tra la metafisica antropocentrica e teocentrica, e la questione della capacità umana di sopportare l’orrore, il dolore e l’ansia causati dalla conoscenza assoluta e dalla scoperta delle profondità della sua anima. All’interno di questi problemi metafisici ed etici, Leino tratta anche la questione della responsabilità dell’artista che, nel suo caso, assume un tono molto personale (v. p. es. Kunnas 1972): assistiamo soprattutto alla contraddizione tra il concetto snellmaniano dell’artista come educatore e revivalista nazionale, disposto al sacrificio e pronto ad accettare un ordine superiore, e la sfida e la ribellione estetizzante contro ogni autorità (cf. Branch 1978).

Nei Canti di Helka e in altre raccolte dei primi anni del XX secolo (ad es. “Notte d’inverno”, Talvi-yö, 1905, e “Notte di gelo”, Halla, 1908) Leino eleva la poesia finnofona ad un nuovo livello attraverso i suoi esperimenti formali, utilizzando in modo originale sia il cosiddetto verso kalevaliano sia gli elementi delle poetiche di diverse lingue europee (cf. p. es. Koskimies 1965). La sua eredità poetica è quella oggigiorno più viva, anche se oltre alla poesia ha lasciato un gran numero di drammi teatrali (ad esempio, sei volumi intitolati “Maschere”, Naamioita, 1905-1911), prosa, saggi e feuilleton.

I più importanti drammi teatrali di Leino elaborano soggetti mitologici e storici, i romanzi invece temi di attualità. Il romanzo Jaana Rönty (1907) mostra il collegamento dell’immaginario decadente con il rapporto problematico verso il popolo / la nazione, che dopo lo sciopero generale e la rivoluzione russa del 1905 diventa, sia per Leino sia per molti altri autori, una massa ingannevole, crudele e capricciosa, simboleggiata dalla figura della “femme fatale popolare”. La visione careliana dei “nobili barbari” viene soppiantata dal timore dell’anarchia, venato dalla dottrina alla moda di decadimento e degenerazione (v. p. es. Rojola 1999, 131-132).

Dell’opera tarda di Leino possiamo citare almeno la raccolta “Canti di Helka II” (Helkavirsiä II, 1916), in cui lo sforzo del poeta di dare ai miti – soprattutto kalevaliani – una dimensione moderna e storica si espande diventando visione cosmica. Evidente è anche l’influenza della teosofia, che nelle ultime opere si mescola alla fede negli ideali universali dell’umanità. (5)  

(Il testo di Viola Parente-Čapková è una versione riveduta e aggiornata del sottocapitolo “Eino Leino” pubblicato in Martin Humpál, Helena Kadečková, Viola Parente-Čapková: “Moderní skandinávské literatury 1870-2000”, Karolinum, Praha 2013, 389-391.2)

(1) Sul modo in cui Leino fa uso della mitologia, non solo antica, si veda l’eccellente saggio di Teivas Oksala “Il cammino di Eino Leino da Paltamo a Roma. Studio sul rapporto del poeta con l’antichità e la tradizione classica” (Eino Leinon tie Paltamosta Roomaan. Tutkielmia runoilijan suhteesta antiikkiin ja klassiseen perintöön, 1986).

(2) Sullo sviluppo politico di Leino si veda soprattutto Larmola 1990.

(3) Sull’uso del simbolo del cigno (uno dei simboli tradizionali della finnicità nelle opere di Leino si veda Sarajas 1961). L’ampiezza (con riferimenti alle opere di altri simbolisti finlandesi) di questo argomento viene discussa da Pirjo Lyytikäinen nel suo lavoro Narciso e la Sfinge (1997).

(4) La traduzione italiana degli Helkavirsiä di Marcello Ganassini si può leggere oggi nella bella edizione dell’editrice Mimesis (2013)

(5) La Teosofia in Finlandia conquistò prima di tutto l’intellighenzia di orientamento liberale, per il suo rifiuto di ogni autorità, l’opposizione al dogmatismo, l’idea di “karma” e della conoscenza di Dio presentata in modo sperimentale ma scientifico. Il più famoso sostenitore della Teosofia in Finlandia fu il giornalista e scrittore Pekka Ervast (1875-1934), il quale creò stravaganti insegnamenti teosofici, caratterizzati dalla presenza di elementi socialisti, pacifisti e nazionalistici (vedi es. Jalava 2005, 278). La Teosofia rappresentò, nei primi anni del XX secolo, una delle principali fonti di ispirazione per molti scrittori finlandesi, soprattutto per il circolo di autori associati alla rivista Sunnuntai (Domenica), di cui fecero parte, tra gli altri, Eino Leino e L.Onerva (v. p. es. Koskimies 1965, 411-412); un’analisi dettagliata della Teosofia e del neoromanticismo finlandese viene discussa da Erik Gullman (1991). Recentemente, l’esoterismo in Finlandia è stato trattato in Uuuden etsijät / Seekers of the New: Esotericism and the transformation of religiosity in Finland during the era of modernisation, 1880-1940 (Progetto Kone: https://uudenetsijat.com/; https://uudenetsijat.com/english/seekers-of-the-new/) dell’Università di Turku. Per maggiori informazioni su Leino, L. Onerva, la teosofia e l’esoterismo, si veda Viola Parente-Čapková, Seekers of Secret Worlds in Finland’s Early Twentieth Century Literature (https://cav.unibg.it/elephant_castle/web/saggi/seekers-of-secret-worlds-in-finland-s-early-twentieth-century-literature/310), Elephant & Castle: Laboratorio dell’immaginario, ​N. 20, 2019

Bibliografia

Branch, Michael: Introduction. In: Leino, Eino: Whitsongs. Fin. originál 1903. Přel. Keith Bosley. Kensington: The Menard Press 1978.

Gullman, Erik: Teosofia ja Suomen uusromantiikka. Kansallishengen inspiraatioita Ervastista Leinoon. Jyväskylä: Ihmisyyden tunnustajat 1991.

Jalava, Marja: Minä ja maailmanhenki. Moderni subjekti kristillis-idealistisessa kansallisajattelussa ja Rolf Lageborgin kulttuuriradikalismissa n. 1800-1914. Helsinki: Suomalaisen Kirjallisuuden Seura 2005.

Koskimies, Rafael: Suomen kirjallisuus IV. Minna Canthista Eino Leinoon. (Kuusi, Matti & Konsala, Simo eds). Helsinki: Suomalaisen Kirjallisuuden Seura & Otava 1965.

Kunnas-Nevala, Maria-Liisa: Mielikuvien taistelu. Psykologinen aatetausta Eino Leinon tuotannossa. Helsinki: Suomalaisen Kirjallisuuden Seura 1972.

Lyytikäinen, Pirjo: Narkissos ja Sfinksi. Minä ja Toinen vuosisadanvaihteen kirjallisuudessa. Helsinki: Suomalaisen Kirjallisuuden Seura 1997.

Lyytikäinen, Pirjo: Kansa ja dekadenssi. Eino LeinonSota valosta’. In: Lyytikäinen, Pirjo (ed.): Dekadenssi vuosisadan vaihteen taiteessa ja kirjallisuudessa. Helsinki: Suomalaisen Kirjallisuuden Seura 1998.

Oksala, Teivas: Eino Leinon tie Paltamosta Roomaan. Tutkielmia runoilijan suhteesta antiikkiin ja klassiseen perintöön. Helsinki: Suomalaisen Kirjallisuuden Seura 1986.

Peltonen, Aarre M.: Maan piiristä metafyysiseen. Tutkimus Eino Leinon ensimmäisen sarjan helkavirsien rakenteesta, synnystä ja tulkinnasta. Tampere 1975.

Rojola, Lea: Vastakohtien sekasortoinen maailma. In: Rojola, Lea (ed.): Suomen kirjallisuushistoria 2. Järkiuskosta vaistojen kapinaan. Helsinki: Suomalaisen Kirjallisuuden Seura 1999.

Sarajas, Annamari: Joutsenmielikuvia Eino Leinon varhaisrunoudessa. Joutsenmielikuvia Eino Leinon myöhäisrunoudessa. In: Sarajas, Annamari: Elämän meri. Tutkielmia uusromantiikan kirjallisista aatteista. Helsinki: WSOY 1961.

ESTATE, SERA, VENTO

La mite brezza estiva

quieta dal monte spira,

la via tra i pini argentea

che la luna inzaffira.

Il bosco culla quieta,

Il cucco, la voce opaca,

muto il viatore incede

mentre il dolor si placa.

Elämän koreus (I fasti della vita), 1915

NOCTURNE

Re di quaglie nelle orecchie mi risuona,

la luna piena in cima ad ogni spiga;

la notte estiva la mia gioia cagiona,

fumi di debbio in valli come diga.

Non gioisco o sospiro né m’infosco;

portate a me l’oscurità del bosco,

le nubi rosse dove sprofonda il giorno,

il blu ventoso al sopito monte intorno,

le ombre d’acqua, della linnea l’odore;

di tutto questo canterà il mio cuore.

A te il mio canto, santa erba d’estate,

per te quiete nel mio cuore cova,

mia devozione, batti note intonate,

corona di quercia verde, sempre nuova.

Il fuoco fatuo ormai più non mi tenta,

nella mia palma l’oro ha fondamenta;

intorno a me stretto il cerchio della vita;

il tempo è fermo, la bussola assopita;

innanzi a me solo dubbi sentieri

verso una ignota stanza condottieri.

Talvi-yö (Notte d’inverno), 1905

SEPARARSI

A te va il mio ricordo:

l’usignolo sulla tuia

nella mia notte buia.

A me va il tuo ricordo:

l’averla a ritornelli

accarezza i tuoi capelli.

Un ricordo a noi comune:

il sole estivo che ci bagna,

e la foglia ci accompagna.

Talvi-yö (Notte d’inverno), 1905

(Traduzione di Antonio Parente)

Funerali del poeta a Tuusula

(Sotto il titolo, un ritratto del poeta realizzato da Akseli Gallén-Kallela nel 1917)