Dismissioni di aziende finlandesi in Italia. Il caso Suominen

Continua lo stillicidio di dismissioni dall’Italia di impianti o filiali produttive di società finlandesi. Dopo il caso eclatante della Wärtsilä, è il caso di un’altra multinazionale finlandese, la Suominen, produttrice di tessuti nontessuti, che dispone di due impianti in provincia di Como a Mozzate e Cressa, per complessivi  165 dipendenti.

A fine mese scorso la casa madre in Finlandia aveva annunciato un piano di chiusura definitiva della produzione in uno dei due stabilimenti, quello di Mozzate. La sua produzione dovrebbe essere sospesa nel secondo trimestre del 2023.

Il sito di Mozzate impiega attualmente 92 persone, che lavorano sia in produzione che in ufficio. “Da quando si è normalizzata l’impennata della domanda indotta da Covid, la concorrenza nel mercato europeo delle salviette in tessuto non tessuto è aumentata in modo significativo, soprattutto a causa delle importazioni dalla Turchia e dalla Cina. Questo è il caso soprattutto dei prodotti tradizionali in fibra mista. Allo stesso tempo, i costi dell’energia in Italia sono aumentati a livelli record. L’insieme di questi due fattori ha creato enormi sfide per la competitività dei costi del nostro stabilimento di Mozzate”, aveva dichiarato Klaus Korhonen, presidente e amministratore delegato ad interim.

Il mercato dei panni non tessuti si sta rapidamente orientando verso alternative più sostenibili. In linea con la sua strategia, Suominen si è posta l’obiettivo di aumentare le vendite di prodotti sostenibili e di innovare continuamente nuovi nontessuti ecologici.

“La domanda di prodotti tradizionali in fibra mista in Europa è in calo. La produzione di nontessuti sostenibili in modo competitivo richiede impianti di produzione e processi ottimizzati specificamente per questi prodotti. Le nostre linee nello stabilimento di Mozzate non sono le più adatte per le fibre sostenibili e questo, unito agli alti costi operativi, fa sì che l’impianto non sia competitivo e non si prevede che la sua competitività possa migliorare in modo sostanziale in futuro. Valutiamo costantemente le prestazioni e la redditività dei nostri asset e, nella situazione attuale, siamo purtroppo giunti alla conclusione che dobbiamo prendere in considerazione la chiusura della produzione di Mozzate per migliorare la competitività delle nostre attività europee”, concludeva Korhonen.

L’impatto finanziario previsto per la potenziale chiusura è di circa 9 milioni di euro di costi una tantum in contanti nel 2023-24, che consistono principalmente in costi di licenziamento, smantellamento delle linee di produzione e ripristino degli edifici in affitto. I costi netti non monetari una tantum dovrebbero essere di circa 3 milioni di euro, di cui circa 4,5 milioni di euro nel quarto trimestre del 2022 e circa 1,5 milioni di euro nel 2023-24, corrispondenti al rilascio di alcuni accantonamenti.

A poca distanza dall’annuncio i sindacati avevano annunciato sciopero, manifestazioni e la creazione di un presidio fisso ma non sembra l’azienda intenda recedere dalla decisione. Lo stato di agitazione è in corso.

Le vendite nette della Suominen nel 2021 sono state pari ad un valore di 443,2 milioni di euro con oltre 700 professionisti che lavorano in Europa e nelle Americhe. Le azioni della società sono quotate al Nasdaq Helsinki.

https://www.suominen.fi/

(Per le foto utilizzate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

Gianfranco Nitti
Giornalista e membro italiano dell'Associazione della Stampa Estera, visita regolarmente la Finlandia, in particolare la Lapponia, di cui scrive da anni.