Sanna Marin una e due. Una si dimette dalla segreteria

In attesa di vedere cosa farà l'altra

Gran bel colpo di teatro, quello di Sanna Marin, unica vincente di una coalizione di governo che ha perso le elezioni.

Oggi ha convocato una conferenza stampa, e ha annunciato che al Congresso del suo partito del settembre prossimo a Jyväskylä presenterà le dimissioni da segretario politico.  

Alle domande dei giornalisti ha risposto seccamente di no. No a fare il ministro in un eventuale governo rosso-blu (con il Partito di Coalizione). No a candidarsi per le prossime elezioni presidenziali.

Per giustificare la sua decisione ha fatto parlare un suo alter ego, quello che l’estate scorsa, sulla piazza di Lahti, sempre in abito nero, dopo l’invito di Riikka Purra a fare un test anti-droga, gridava: “Anch’io sono un essere umano.” (Foto Joona Rissanen /IS)

E quella Marin-due  oggi ha manifestato la sua decisione di dimettersi dal suo incarico di partito dicendo che l’ultimo mandato governativo è stato duro e che la sua resistenza è stata messa alla prova. Augurandosi di poter condurre una vita più rilassata in futuro.

“È arrivato il momento di rientrare nei ranghi e di lasciare la segreteria”, ha dichiarato. Poi: “Sono stati anni eccezionalmente difficili e tempi duri. Ora che il risultato elettorale è questo, sento di avere l’opportunità di voltare pagina nella mia vita.”

Resterà nel Parlamento, rispettando i tanti elettori del suo partito, ma non solo, che l’hanno premiata come seconda più votata nel Paese.

Ci sarà tempo per sapere cosa farà la Marin-uno. Quella sorridente in abito bianco che ha abituato il suo Paese, e il resto del mondo, a sfoderare sicurezza e decisione in camicetta .

Scatenando, dopo il suo incontro con Mario Draghi a Roma, domande inquietanti sulla sua mise così poco usuale. Per i media italiani. Che cosa vorrà dire?

La risposta è negata a quanti la Finlandia la leggono nelle note di agenzia o in una settimana di transito (per un report) da Helsinki. Non sanno che si tratta della classica tenuta da impiegata dello stato, una informale (bianca) e una formale (nera) a conferma del fatto che si può fare politica in divisa, come un qualsiasi funzionario, anche un bidello. Come una volta nell’impero asburgico, notava un grande scrittore del secolo scorso, si restava ammirati di scoprire che alla stazione di Vienna come nell’estrema provincia ungherese i capistazione indossavano la stessa identica divisa.

Un funzionario che sente di aver fatto il suo dovere, e, avendo perso la battaglia, si ritira e lascia il posto ad un altro.

Questo per la Marin-due.

La numero uno, quella in bianco, torna nelle retrovie, in attesa di vedere il corso degli eventi. Potrebbe accettare un ruolo a Bruxelles, o anche nella Nato?

O magari anche ritirarsi a una vita privata molto riservata.

Agli spettatori non resta che aspettare.

(Per le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.