Vappu

Vappu, il Primo Maggio finlandese, è una periodica lotta di colori assai più vivaci di quelli, piuttosto algidi, delle locali sigle sindacali. Come in tanti altri paesi, prima dell’istituzione della Festa dei Lavoratori il “giorno dopo la notta di Valpurga” era una ricorrenza propiziatoria del paganesimo, non troppo dissimile dalle nostre calende di maggio. Nelle campagne si accendevano falò, toukovalkeat, per scacciare gli spiriti molesti, si ballava e si faceva baccano sorseggiando sima (bevanda gassata discendente dall’idromele) e addentando tippaleipä, una versione encefalomorfa delle nostre chiacchiere di carnevale.

Con l’urbanizzazione le processioni rituali delle helkaneidot, le baccanti pentecostali della campagna, sono diventate marce rosseggianti con sfoggio di simboli vintage, le libagioni festosi picnic nei parchi pubblici e le divinazioni interminabili comizi di politici dell’era Kekkonen che augurano a tutti i toverit (compagni) un anno di collettive prosperità contrattuali e recitano scongiuri contro i demoni della cassa integrazione pronunciando taikasanat, parole magiche quali hyvinvointivaltio, “stato sociale”, proletariaatti e siinä määrin kuin, “nella misura in cui”.

In Finlandia Vappu è da più di un secolo un diffuso nome proprio femminile. Lo spettro che si aggirava per l’Europa non sembra aver depositato all’anagrafe italiana Valpurghe o Primemaggie de noantri, ma giova ricordare che uno dei padri del riformismo come Alberto Beneduce aveva due figlie battezzate Idea Nuova Socialista e Vittoria Proletaria. Anche noi abbiamo avuto la nostra onomastica dalla parte dei lavoratori. (m.g.)


Il vocabolario minimo finlandese è un avviamento semiserio ai misteri del mondo finlandese attraverso il suo strumento più raffinato: la lingua.