Elezioni in Italia e Finlandia, con qualche analogia e molte differenze

Falliscono i sovranisti lontani dai problemi degli elettori

I risultati del voto Europeo in Italia e Finlandia offrono alcuni parallelismi interessanti.

I principali partiti nei due governi di centro-destra hanno visto aumentare i consensi. Fratelli d’Italia e Partito di Coalizione (KOK) hanno guadagnato un numero consistente di voti e seggi. Ma all’interno della compagine di governo si è registrata anche, in entrambi i Paesi, una débâcle netta di un alleato: la Lega in Italia, i Perussuomalaiset (PS) in Finlandia.

Ma all’opposizione, se in Italia fa notizia soprattutto il balzo in avanti del principale partito di sinistra, il PD, seguito dalla crescita significativa della sinistra più radicale (Verdi-Sinistra), in Finlandia il partito della sinistra istituzionale, i Socialdemocratici (SDP) già di Sanna Marin, resta al palo, conservando le posizioni delle politiche, mentre una crescita davvero sensazionale la registra l’Alleanza di sinistra, il partito di Li Andersson.

Andersson porterà con sé altri due europarlamentari, facendo salire il numero di seggi del partito da uno a tre. Ha portato l’Alleanza di Sinistra al suo miglior risultato di sempre, col 17,3 % dei voti, e un successo personale di oltre 247 mila voti.

Come previsto, Andersson ha raccolto i maggiori consensi nella sua città natale, Turku, dove ha conquistato circa il 23% degli elettori. Ma ha conquistato un’ampia fetta di voti anche a Helsinki, dove ha ottenuto 56.423 voti.

Intervistata dai cronisti, ha detto di sentirsi felice come una bestiola che corre avanti e indietro, “come un furetto”. Come a dare l’immagine di un partito che non ha mai smesso di agitare le bandiere dello stato sociale, anche quando era nel governo di Marin.

L’insistenza sui temi del sostegno alla sanità e all’istruzione  pubblica, e alle minoranze, alla fine hanno pagato. La sua battaglia contro i tagli del governo è stata approvata da molti, anche al di fuori del suo elettorato. In effetti, a quanto risulta dalle prime analisi, a votarla sono stati quanti temono l’ascesa dell’estrema destra in Europa (dal centro-sinistra), coloro che sono preoccupati per il clima (una parte dei Verdi), e quelli che sono infastiditi dalle politiche di tagli del governo di Petteri Orpo, in questo caso buona parte di quanti in passato avevano votato per i Perussuomalaiset.

Riikka Purra. Foto vm.fi/valtiovarainministeri

Ci si aspettava che i Perussuomalaiset conquistassero addirittura un terzo seggio, ma il partito ha perso molto terreno. Il sostegno è sceso di 6,2 punti percentuali, attestandosi al 7,6%. Si tratta della peggiore performance da molto tempo a questa parte. Una situazione molto difficile, perché il risultato delle elezioni europee ha solo confermato la discesa del partito, che nei sondaggi dura da mesi. Le elezioni europee sono state una buona occasione per i Perussuomalaiset di esibire la loro bandiera, la resistenza all’immigrazione. Ma la bandiera ha trovato scarsa comprensione nell’elettorato, perché la Finlandia non soffre l’arrivo di ondate di profughi, come l’Italia. Eppure la leader del partito Riikka Purra ha parlato per tutta la campagna elettorale quasi soltanto di immigrazione, e per quanto riguarda lo stato sociale il falco della destra ha  esibito cinicamente un paio di forbici mentre il governo tagliava i sussidi ai meno abbienti.

Per quanto riguarda il quadro europeo, messa da parte la retorica anti-UE, si è dichiarato alle elezioni “il partito più europeista della Finlandia”. Lo slogan ha lasciato la base elettorale un po’ confusa, un cambio di direzione forse eccessivo per un elettorato che aveva persino preso in considerazione l’idea di abbandonare l’UE.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Nulla dovrebbe cambiare subito a livello di governo, salvo che, come in Italia, il partito principale (quello del premier Orpo) ne esce rafforzato. Almeno per il momento. Le difficoltà si manifesteranno al più tardi la prossima primavera, in vista delle elezioni comunali e regionali.

Allora le forbici dell’elettorato potrebbero arrivare a colpire la coalizione governativa nel suo insieme, ed è quello che spiega l’entusiasmo moderato del partito della Coalizione Nazionale.

(Foto del titolo di Tiina Jutila / Yle. Per tutte le foto, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.