Vezio Nava e “l’autista di Alvar Aalto”

Scomparso a 88 anni nella capitale finlandese l’architetto italiano

Il 12 agosto 2021, l’amico Vezio Nava mi comunicava via WhatsApp la morte dell’amata Marjatta e aggiungeva “e io sono distrutto”. Senza punto esclamativo.  A Helsinki, lo scorso 10 agosto, Vezio ci ha lasciato in un gran silenzio.

L’understatement era la cifra di Vezio. È quindi inutile cercarlo su Wikipedia. Vezio non era tipo da farsi una voce. Alla scrittura preferiva soprattutto il disegno. Da vero architetto. Infatti, è a Vezio che, tra l’altro, si deve la cura finale di una delle due architetture aaltiane in Italia: la chiesa di Santa Maria Assunta a Riola di Vergato (1966-1980).

(La chiesa di Riola vista da piazza A.Aalto, e navata interna)

Anche se il suo nome è ancora assente alla relativa voce di Wikipedia. Anche se venne ignorato dalle due relatrici di un convegno romano, durante il quale Vezio mi chiese di rinunciare ad una rettifica. E anche se, nel 1975, per seguire i lavori in Italia come job architect responsabile dello studio Aalto – mi disse poi – aveva dovuto conseguire, dopo quella del Politecnico di Helsinki, una seconda laurea in Architettura a Firenze.

“To better study the interior of the church I arranged for the construction of a 1:20 scale model. (…) That same afternoon, while I accompanied him home in the car, he referred to the model, saying ‘the church of Riola depends on your ambition’.”

Con una sensazione di felicità e quasi presagendo di non poter più contare – dopo la morte di Aalto (1976) – “on his fatherly and reassuring guidance”, così, nel 2011, Vezio ricordava l’episodio nelle oltre 400 pagine del libro curato con il collega e amico Harry Charrington: Alvar Aalto. The Mark of the Hand. Lui era Alvar Aalto e nei brevi minuti di percorrenza fra l’Atelier e la sua Casa-studio di Riihitie, il Maestro consegnava una delle sue opere postume nelle mani del suo “autista” preferito. Prima della stampa del libro, scarrozzandomi per Helsinki, Vezio nel racconto sembrava più orgoglioso della fiducia che Aalto riponeva in lui come autista che di aver realizzato, pur tra contrasti e mille difficoltà economiche e pratiche, un’importante architettura cara al Maestro proprio perché italiana.

Per me era solo Vezio il mite, perché non se la tirava affatto e non mostrava la prosopopea e men che meno la malignità dello stesso Aalto, di Le Corbusier e dei molti architetti incontrati nella mia professione.  Vezio aveva quella virtù che forse possiede chi ha realizzato il suo sogno.

Nato a Roma il 17 agosto 1936, lì Vezio aveva iniziato gli studi di architettura. Dopo il condivisibile incantamento del capolavoro di Villa Mairea (1936-39) visto solo su una rivista, aveva sognato di lavorare nell’Atelier di Aalto e nel 1958, ospite di un collega di Turku, aveva scoperto quella che per lui era già una “Finntopia”, la Finlandia di un recente libro. A Turku aveva lavorato per due importanti architetti e, con ben maggiore incantamento, incontrato una studentessa di economia, Marjatta Kari, che con il matrimonio fece di lui uno dei primi ex-pat in Finlandia. Introdotto da Federico Marconi (con Leonardo Mosso, l’altro italiano che farà parte dello studio e che curerà la famosa mostra su Aalto di Palazzo Strozzi nel 1965), il 14 aprile 1961 Vezio si presenterà in anticipo all’Atelier, al “legendary” indirizzo di Tiilimäki 20. E dopo una trepidante attesa di “ancora venti minuti”, come da richiesta in italiano di Aalto, lavorerà nel sognato Atelier per ventidue anni, poi saltuariamente fino alla sua chiusura nel 1994.  Passando da studente a stretto collaboratore di Alvar, poi della seconda moglie Elissa.

(L’anfiteatro dell’Atelier in Tiilimäki 20. Sala di progettazione con Elissa Aalto. L’anfiteatro durante un lounas estivo. Interno.)

All’Atelier Vezio aveva già lasciato il suo archivio personale, che immagino contenga i lavori svolti nella sua libera attività professionale. Ed è qui che lo scomparso – presenti i figli Anna e Claudio, che ringrazio per le informazioni – su iniziativa della Alvar Aalto Foundation sarà commemorato da amici e colleghi il 28 settembre. Colleghi con i quali aveva condiviso lungamente importanti progetti quali la Akateeminen Kirjakauppa (1961-1968), la libreria accademica, della quale – mi aveva detto da poco – aveva disegnato al vero i particolari dei lucernari, la Finlandia Talo (1962-75), il complesso del politecnico a Otaniemi (1962-1973) e molto altro ancora.

Vezio Nava nell’Atelier mentre illustra un progetto (Foto Claudio Nava)

Di ben oltre sessanta opere prodotte dal 1944 al 1994, si parla infatti nel succitato libro. Con le due preziose ricostruzioni introduttive dei curatori, il lungo lavoro di Vezio è il paziente raccolto – registrato per lo più a Tiilimäki 20 – delle memorie dei suoi ventotto colleghi che anche prima del suo arrivo sono stati parte attiva nella produzione dell’opera aaltiana. Ma qui non è il caso di dilungarsi. Tuttavia, come ho già avuto modo di sostenere in un precedente articolo, sono comunque certo che il volume costituisca un fondamentale strumento di lavoro per le future indagini storiografiche. Altrettanto fondamentale, infine, è stato l’impegno attivo dell’architetto Vezio Nava per la ricerca di fondi per il restauro della Biblioteca di Viipuri.

A Porvoo nell’estate del 2018, sottobraccio con Vezio ho incontrato Marjatta per l’ultima volta. Joris, mio figlio, le chiese come stava in inglese. Marjatta rispose in italiano. E aggiunse, nel napoletano appreso dal suocero, … e c’amma fa’.

Hyvästi, lempeä arkkitehti!   


Architetto di formazione ma storico dell’architettura di professione, Ciro Luigi (Gino) Anzivino (1945) è stato professore presso la Facoltà di Architettura di Firenze fino alla pensione nel 2010. Da indagatore di microstorie dell’architettura del Novecento e come Gino Anzivino ha tra l’altro pubblicato su Le Corbusier, Gerrit Th. Rietveld, Josef Frank, Walter Gropius e sulla casa-studio di Aino e Alvar Aalto. Attende di pubblicare la sua ultima ricerca sugli appunti di viaggio di Aino Marsio Aalto.  

(Foto del titolo di Claudio Nava)