Una donna nigeriana e i suoi due figli, di due e sei anni, saranno espulsi dalla Finlandia in seguito a una decisione del locale Tribunale amministrativo. La donna, identificata con il nome fittizio di Mary, è arrivata in Finlandia circa un anno fa, nonostante fosse già titolare di un permesso di soggiorno in Italia.
La madre è rimasta per un mese con i suoi due bambini nel centro di detenzione di Joutseno, in Finlandia, in attesa di essere rimpatriata. 27 anni, originaria della Nigeria, la donna ha chiesto asilo in Finlandia, ma la sua richiesta di permesso di soggiorno è stata respinta.
Secondo la normativa vigente, in particolare la Convenzione di Dublino, le autorità finlandesi hanno rigettato la sua richiesta di asilo, disponendo il rimpatrio verso il primo Paese europeo in cui aveva ottenuto la protezione.
Il caso sta suscitando reazioni, soprattutto per le modalità in cui la madre e i bambini sono stati trattenuti. I tre sono rimasti per 55 giorni presso il centro di accoglienza di Joutseno – una durata considerata eccezionalmente lunga per minori, in contrasto con le linee guida finlandesi e internazionali che prevedono che la detenzione di minorenni debba essere un’ultima risorsa e per il periodo più breve possibile.
Secondo notizie riferite dal sito della Tv di stato Yle, Mary aveva lasciato la Nigeria da giovane, dichiarando di essere stata vittima di tratta di esseri umani e costretta alla prostituzione in Italia. Dopo aver subito anche violenze domestiche, ha cercato rifugio in Finlandia con la speranza di ricominciare. Tuttavia, le autorità finlandesi ritengono che, in quanto già protetta da uno Stato membro dell’UE, non vi fossero motivi legali per accoglierla nel Paese. Esperti di diritti umani ed operatori dell’infanzia hanno espresso preoccupazione per l’impatto che il prolungato periodo di fermo potrebbe avere sui bambini e per il rischio che la famiglia torni in una situazione pericolosa.
I servizi sociali finlandesi avrebbero sostenuto che, nell’interesse superiore dei minori, la permanenza in Finlandia sarebbe preferibile, ma la Corte ha dichiarato che ciò non costituisce motivo sufficiente per bloccare l’espulsione. Al momento non è noto se saranno presentati ulteriori ricorsi. Organizzazioni per la tutela dei diritti umani stanno valutando possibili interventi. (gn)
(Foto del titolo: centro di detenzione di Joutseno /wikimapia)