Frequento la Finlandia da venticinque anni e la mia conoscenza del Paese e della sua cultura spesso attraverso esperienze personali, oltre che da libri, film. Per queste esperienze risultano decisive le opportunità che i finlandesi che conosco mi offrono, quello che mi raccontano e condividono; credo sia un meccanismo normale, e vale anche per qualsiasi straniero visiti l’Italia (o un altro Paese).
Devo dire che in questo processo di conoscenza a volte ho il timore di “passare accanto” a storie belle e interessanti, senza riconoscerle, senza vederle; a volte invece ho la sensazione di essere più fortunato.
Hannu Vuorio muore il 21 maggio di quest’anno. Conosco da tanti anni sua figlia, amica d’infanzia di mia moglie. Medico a Helsinki, di quelli che vivono la professione con passione, lavorando nel pubblico, senza risparmiarsi, con un approccio altruistico che condivide con marito e figlie.
L’ opportunità di conoscere di persona suo padre non si è presentata, semplicemente non è capitato. Sono però stato ospite nel suo mökki nell’estremo est del Paese, con una bellissima sauna affacciata su un piccolo lago, la cui sponda opposta è già Russia. Inizialmente mi ha stupito l’idea di possedere un mökki a più di 300 chilometri da Helsinki, la città dove viveva, poi, conoscendo meglio la sua storia, ho compreso quanto quella scelta fosse legata alla sua infanzia. Dietro quella scelta c’era un forte legame affettivo.

Quando visitiamo il suo mökki, nel 2023, Hannu Vuorio è in ospedale, dal quale entra ed esce per lunghi mesi. Nell’estate del 2024 regala a mio figlio e a mia moglie due dei suoi romanzi, con una dedica. Da quel giorno si crea una connessione ancor maggiore e cerco di conoscerlo meglio.
Figlio unico, cresciuto in un piccolo appartamento nel quartiere operaio di Kallio solo con la madre, il padre morto in guerra. Alla fine del conflitto la madre trova un impiego come addetta alle pulizie nella centrale elettrica di Suvilahti, dove lavora fino alla pensione.
Nonostante questa situazione di partenza, Hannu si diploma nel Secondo Liceo di Helsinki, a Kallio, e si iscrive all’università, dove si laurea in Lettere. Da studente si impegna politicamente, come segretario all’istruzione e vicepresidente della Lega della Gioventù Democratica finlandese, attraverso l’organizzazione artistica Kiila e la Lega della Gioventù Socialista di Uusimaa. Dopo queste prime esperienze ricopre la carica di segretario sindacale, segretario all’informazione e segretario del comitato centrale del Partito Comunista di Finlandia (SKP). In questo periodo scrive anche poesie e articoli di critica letteraria. Quando il SKP si scioglie, è fra coloro che si oppongono a questa decisione, partecipando poi alla creazione della lista elettorale Alternativa Democratica.
Conclusa questa fase politica, rimane attivo nel sindacato e collabora a varie lotte sociali, come la difesa delle biblioteche locali, il movimento cittadino per la salvaguardia dell’ospedale psichiatrico di Lapinlahti e la mobilitazione per la conservazione della foresta di Parikkala, in particolare della ghiandaia siberiana che lì vive, e, più recentemente, collabora col movimento di opposizione all’acquisto di aerei da combattimento e all’adesione della Finlandia alla NATO.


Una nuova vita.

Dopo lo scioglimento del SKP rimane disoccupato e torna a scrivere a tempo pieno. Inizia così una nuova fase della sua vita professionale. Propone il manoscritto di un romanzo poliziesco all’editore Harri Haanpää, e la casa editrice WSOY pubblica Nyman (1995), il primo di una serie di dodici romanzi polizieschi.
Nyman, ambientato nel quartiere di Kumpula, vince il premio “Miglior esordio dell’anno” dell’Helsingin Sanomat e riceve il premio “Lead of the Year” della Detective Society. “Ha utilizzato la tradizione del racconto poliziesco hard-boiled, intrecciandola con quella del romanzo poliziesco”, afferma la giuria.
Nei suoi romanzi Vuorio si schiera dalla parte degli emarginati e dei perdenti. I suoi personaggi parlano in slang e sono spesso senzatetto, tossicomani, ex detenuti, vittime di razzismo o dell’estrema destra.
Saimi e Kauko, e quello che rimane

Nel 2015, dopo la pubblicazione dei suoi romanzi polizieschi (1995 – 2015) e di un romanzo di genere diverso (Aviorikosromaani – Un romanzo sul divorzio, 2005), Vuorio smette di scrivere. Ha sessantaquattro anni.
Romperà questo silenzio solo nel luglio 2024, quando sulla rivista pacifista Rauhanpuolustajat (Difensori della pace) viene pubblicato un suo articolo in vista di una data importante, il 19 settembre 2024, l’ottantesimo anniversario della fine della Guerra di Continuazione (1941-1944).
Lo scorso agosto mi capita fra le mani una copia cartacea della rivista. La figlia di Hannu sta svuotando la casa e ce la regala, insieme ad alcuni dvd e libri della biblioteca del padre, fra i quali una bellissima edizione della Divina Commedia in finlandese. Mi colpiscono molto le immagini, e soprattutto le lettere. Nell’articolo Vuorio infatti riporta la trascrizione di alcune lettere tra suo padre, morto in Carelia nel giugno del 1944 e sua madre, sfollata dalla stessa parte di Carelia quando lui ha tre anni.



Le lettere fotografano una realtà certo conosciuta storicamente, ma da una prospettiva molto personale. Mi affascinano soprattutto per la loro apparente volatilità. Sono lettere tra Saimi e Kauko, due giovani che si amano, due giovani che sanno di condividere la grande responsabilità di un figlio, certo, ma che non si stanno dicendo “non ci vedremo più”. Tra le righe c’è la speranza, quasi la certezza, almeno ostentata, che un giorno le loro vite si riannoderanno e potranno vivere una vita insieme.
Solo in una delle ultime lettere di Saimi, traspare una verità che la madre di Hannu fa ormai fatica a nascondere: “Se solo tu potessi uscire vivo da lì”. La lettera è del luglio 1944 e non verrà mai recapitata al marito, Kauko Kalervo Vuorio in quel momento è già morto.
L’articolo mi affascina anche per la sua genesi. La madre Saimi muore nel 1993 e Hannu, con l’aiuto di sua moglie Liisa sta riordinando la sua abitazione. E’ un monolocale, la madre viveva nello stesso stabile nel quartiere di Koskela, proprio accanto al figlio e a sua moglie. Hannu trova un pacchetto di lettere e cartoline, avvolte in una carta a quadretti. Si concentra sul contenuto e sta buttando la carta che lo avvolge, ma è Liisa a notare una scritta sulla carta, riconosce la grafia della suocera, e questo aggiunge moltissimo a questo ritrovamento. La scritta è per Hannu e dice:
“Il testamento di tuo padre non è mai stato eseguito. Sei l’unica cosa che rimane di lui”
Trovo che questa frase abbia una valenza formidabile. Faccio fatica a capirla davvero, non essendo figlio unico. Ho tre fratelli, e mia madre non avrebbe mai potuto scrivere qualcosa di simile. Saimi non consegna al figlio solo un pacchetto di lettere ma un’eredità spirituale.
E Hannu si chiede, comprensibilmente, perché non me ne ha mai parlato prima?
“Molte domande sono però rimaste senza risposta. Per esempio, non capisco ancora perché mia madre non mi abbia mai parlato di questa corrispondenza prima di morire.”
Trovo che sia un interrogativo straziante. La consapevolezza di non poter più fare delle domande, e forse avere delle risposte. Un uomo che non alcun ricordo del padre, e una madre che ti consegna un pacchetto di lettere senza darti la possibilità di sfogliarle insieme, di parlarne, di commentarle.
La ricerca del padre
Penso a quanta letteratura abbia avuto origine da questa condizione. Centinaia di romanzi sono stati scritti e ci parlano di questa assenza irrimediabile, di un dialogo ormai impossibile con dei genitori che non ci sono più. Solo alcuni esempi fra i tanti: Murakami Haruki e il suo Abbandonare un gatto (Einaudi 2019), Georgi Gospodinov, Il giardiniere e la morte (Voland, 2025) e un romanzo che ho letto quest’anno, Tobruk 1940 (Mondadori 2004), di Folco Quilici.
In tutti e tre i romanzi gli autori cercano il padre. Ma mentre nei primi due si rielaborano ricordi di un padre che è stato presente, anche se con sfumature diverse, nel terzo il padre non c’è, è morto in guerra e di lui non è rimasto nulla. Folco Quilici (1930-2018) è stato una figura che da ragazzo mi affascinava molto, per i suoi viaggi in Polinesia, in India, in Africa, di cui raccontava in televisione e nei suoi libri. Ma non è per questo che ho voluto leggere questo libro, ma per un particolare preciso.
Il romanzo parla di un evento importante nella storia d’Italia. Il 28 giugno del 1940 la contraerea italiana tira giù un aereo, in Libia. A bordo c’è Italo Balbo, il gerarca più popolare al momento, amato negli Stati Uniti, rispettato dagli inglesi, l’unico che potrebbe sostituire Mussolini. Balbo è un fascista della prima ora, ma odia Hitler e non condivide le leggi razziali. Mussolini ha voluto eliminare con l’inganno il suo più temibile avversario interno.
Accanto a lui sull’aereo c’è un giornalista, Nello Quilici, il padre di Folco, che in quel momento ha dieci anni. Insomma, quel bambino di dieci anni racconta la morte di suo padre, e riesce a farlo solo dopo molti decenni. Per raccontarla raggiunge Tobruk e a settantaquattro anni vaga per giorni per il deserto cercando di stabilire, con l’aiuto di foto aeree e dei rapporti militari dell’epoca, il punto esatto dove è morto suo padre, di cui nell’esplosione non è rimasto nulla. Non ci riesce, ma si fa un’idea.
A questo libro ho pensato quando ho letto l’ultimo articolo di Hannu Vuorio. In entrambi i casi due uomini ormai anziani scrivono del padre, il cui corpo non c’è, non c’è stata una sepoltura, neanche un punto preciso in cui si possa dire “è morto qui”.
Mi chiedo se Hannu Vuorio abbia compiuto una ricerca sul terreno simile, se si sia recato nell’area dove presumibilmente il padre Kauko sia caduto. Fino al 2022 le frontiere con la Russia erano aperte, ed era teoricamente possibile. Kauko Vuorio, scrive il figlio, sembra caduto in un combattimento nei pressi di Koitala, Viipuri (l’attuale Vyborg), nella parte di Carelia conquistata dai russi.
Non lo so con certezza, ma penso che la scelta di comprare un terreno con un mökki a un passo dalla Carelia occupata abbia questo significato. Se non posso sapere dove sei sepolto, almeno ti sto vicino.
Qui di seguito ho trascritto l’articolo pubblicato sulla rivista Rauhanpuolustajat il 3 luglio 2024. Nella breve introduzione alle lettere Hannu Vuorio spiega perché ha deciso di pubblicarle e perché solo nel 2024. In queste poche parole c’è la consapevolezza che le generazioni vissute negli ultimi ottant’anni di pace non possono capire fino in fondo cosa hanno vissuto i loro genitori, le nonne e i nonni. E l’empatia per chi, nella nuova guerra di Ucraina, vive l’angoscia di non avere notizie dei propri cari. In questo senso queste lettere possono davvero costituire un “tempestivo promemoria”.
“Qualcuno potrebbe chiedersi se questa corrispondenza non avrebbe potuto essere pubblicata prima, invece che solo ora, ottant’anni anni dopo la fine della guerra. Certo che avrebbe potuto. Ma anche l’attuale data di pubblicazione ha le sue ragioni. Sono sempre meno i finlandesi che sono stati toccati dalle guerre in un modo o nell’altro e, di conseguenza, il numero di finlandesi che non hanno più alcun contatto con gli anni della guerra è cresciuto notevolmente. Non è forse la data di pubblicazione più opportuna in questo senso? E in secondo luogo: la corrispondenza non potrebbe e dovrebbe essere considerata un tempestivo promemoria del crescente numero di persone che ancora oggi attendono un messaggio dai propri cari partiti per la guerra?”
Hannu Vuorio ha ritrovato delle lettere dei suoi genitori risalenti alla Guerra di Continuazione: ‘Sei l’unica cosa che rimane di lui”
Stavo riordinando il monolocale di mia madre dopo la sua morte, nel marzo del 1993, quando le mie dita sfiorarono dei sottili fogli di carta sul fondo del comò. Sebbene gli scaffali fossero già stati rovistati una volta, notai che su uno di essi era rimasta della posta di guerra. Decisi di controllare con maggiore attenzione.
Era un pacchetto con 27 cartoline e 12 lettere. I miei genitori sembravano aver scritto l’uno all’altro circa lo stesso numero di cartoline ciascuno. La maggior parte delle cartoline spedite da mio padre erano della fine del 1942, mentre quelle di mia madre risultavano spedite durante la fase finale della guerra, nell’estate del 1944.
Per le lettere non era andata come per le cartoline. Trovai solo tre lettere scritte da mio padre, mentre ne trovai altre spedite da mia madre, e tutte riportavano un timbro sinistro: “Restituire al mittente”. Il mittente delle ultime tre lettere si rivelò essere lo zio di mio padre, cappellano militare e suo compagno d’armi di lunga data.
Stavo buttando via la carta quadrettata che avvolgeva lettere e cartoline, quando mia moglie notò qualcosa scritto sulla carta stessa. Lessi il testo e mi resi conto che mia madre aveva lasciato proprio lì il suo ultimo messaggio per me:
“Il testamento di tuo padre non è mai stato eseguito. Sei l’unica cosa che rimane di lui”.
La scoperta di questa corrispondenza sollevò in me molti interrogativi. Perché non c’erano più lettere? Perché gran parte della corrispondenza riguardava solo questioni quotidiane? La vita era presumibilmente così monotona da non poterne ricavare altro? Oppure la scarsità di cartoline era dovuta al timore della censura?
Col tempo, alcuni problemi si sono chiariti, altri no. Forse alcune lettere si sono perse, forse durante il trasloco, o per altri motivi. Molte domande sono però rimaste senza risposta. Per esempio, non capisco ancora perché mia madre non mi abbia mai parlato di questa corrispondenza prima di morire.
Le lettere di guerra spesso iniziavano con il cliché “Da qui, da qualche parte”, che il mittente stesse combattendo in Lapponia, a Syväri o nell’istmo. Per facilitare la comprensione dei tempi e dei luoghi della corrispondenza, vorrei chiarire che mio padre Kauko Vuorio nacque nel 1913 a Sysmä, da dove si trasferì a Helsinki e trovò lavoro nell’azienda di asfalto dello zio. Nel febbraio del 1939, sei mesi prima della Guerra d’Inverno, mio padre sposò Saimi Poutanen, originaria di Parikkala e in seguito residente a Helsinki.
Il periodo di pace dopo la Guerra d’Inverno si concluse con una nuova guerra nell’estate del 1941, e mio padre fu nuovamente inviato al fronte. Nella primavera del 1944 – periodo a cui risalgono le lettere di mio padre – si trovava a nord, a Salla. Da lì, nel giugno 1944, gli fu ordinato di recarsi sull’istmo di Carelia per respingere la grande offensiva sovietica. Mio padre partecipò ai combattimenti sull’istmo solo per un breve periodo. Secondo informazioni ufficiali, scomparve il 25 giugno 1944, durante un attacco con granate nel villaggio di Koitala, nel comune rurale di Vyborg.
Nella primavera del 1944, mia madre fuggimmo dai bombardamenti a Somero e poi raggiungemmo la casa di mio nonno a Sysmä. All’inizio dell’estate del 1944, mia madre, io e il mio cugino orfano Raun ci trasferimmo a casa di mia nonna a Syväoro, Lamminkylä. (I resti del villaggio sul lato finlandese si trovano vicino al parco delle statue dell’artista Veijo Rönkkönen, a Parikkala). Dopo l’ordine di ritirata, nella seconda metà di luglio del 1944, tornammo a Helsinki.
Qualcuno potrebbe chiedersi se questa corrispondenza non avrebbe potuto essere pubblicata prima, invece che solo ora, ottant’anni anni dopo la fine della guerra. Certo che avrebbe potuto. Ma anche l’attuale data di pubblicazione ha le sue ragioni. Sono sempre meno i finlandesi che sono stati toccati dalle guerre in un modo o nell’altro e, di conseguenza, il numero di finlandesi che non hanno più alcun contatto con gli anni della guerra è cresciuto notevolmente. Non è forse la data di pubblicazione più opportuna in questo senso? E in secondo luogo: la corrispondenza non potrebbe e dovrebbe essere considerata un tempestivo promemoria del crescente numero di persone che ancora oggi attendono un messaggio dai propri cari partiti per la guerra?
Biglietti e lettere da papà
Sollevai leggermente le sopracciglia mentre iniziavo a scorrere la posta scritta da mio padre. I biglietti erano brevi e mal formulati, come questo spedito il 3 luglio 1942: “Saluti da papà a Somero. A Hannu, mamma e suocera e Pauli. Papà”. O questo scritto il 5 ottobre 1942: “Saluti a mamma e Hannu, e grazie per la lettera. Sto bene. Ho ricevuto il pacco di mia suocera, le ho mandato un biglietto. State bene. Papà. Ufficio Postale incaricato da Vuorio 1Kpk 1252”.
Tuttavia, mi resi presto conto che non era tanto la rigidità e la brevità di mio padre, quanto il fatto che i biglietti semplicemente non contenevano lunghe divagazioni, solo poche righe. Ma anche biglietti così brevi avevano qualcosa da dire. Il desiderio numero uno sembrava essere una vacanza, era ripetuto in molti biglietti. Chissà come andarono a finire le richieste di licenza, ma un paio di ritratti di famiglia risalenti al periodo di guerra sono sopravvissuti, quindi almeno un paio di volte qualcuno è riuscito ad avere una licenza dal fronte.
Di seguito sono riportate le lettere di mio padre.

29 maggio 1944
Saluti a mia madre e al ragazzo Hannu. Qui le cose vanno come prima. C’è solo aria fredda costante, non sembra che si scalderà. La neve è sparita, tranne che su alcune colline dove sembra esserci parecchia neve. Abbiamo avuto molto da fare e non abbiamo mai avuto una pausa. Siamo stati impegnati con l’appartamento dei signori di questa brigata. Ho anche del lavoro personale da fare, in particolare alcuni lavoretti nel villaggio. Ho provato a costruire un po’ di mattoni per un paio di sere, ma col poco cibo che ci passano non ne vale la pena.
Troverò un piccolo lavoro, il piano è di chiudere con assi di legno il basamento di un fienile. Mi daranno circa mille marchi. Ci lavorerei la sera, ma dato che il cibo è diventato così scarso con l’estate, non mi bastano le forze. Altrimenti, avrei tempo la sera.
Qui è così luminoso che non si riesce a dormire prima di mezzanotte. È così luminoso, però, che si può leggere o scrivere in casa tutta la notte. Fa un po’ buio verso mezzanotte. Se tu andassi in Carelia, potresti mandarmi qualche cibo da li.
Proverei a fare quei mattoni, ne farei un centinaio a notte. Se solo potessi rimanere in questo villaggio più a lungo.
Quindi sei stata a Lapua. Sarebbe bello se qualche aiuto arrivasse da lì. Ora che stai andando in quel paese, non andarci troppo spesso. Prendi un po’ di sole e prova a vedere se quelle medicine potrebbero aiutarti la gamba.
I nostri uomini sono qui, in tutti i villaggi, a lavorare nelle fattorie e allo stesso tempo a garantire la sicurezza della gente del posto, perché qui c’è qualcosa che le pattuglie russe potrebbero sorprendere in qualsiasi momento. Non c’è una linea uniforme qui, tranne per quello che sta succedendo proprio qui: i fianchi sono scoperti da entrambi i lati.
C’è molto lavoro da fare qui. Lehmonen ha un progetto per un fienile, se solo riuscissimo a costruirlo, e ci sono molti altri lavori in corso qui. La gente del posto vorrebbe costruire le proprie case, ma non ha manodopera. Immagino che andrai presto in campagna. Cerca di sbrigarti così potrai restarci per un po’, almeno questi due mesi. Se i russi non verranno a bombardare, il primo autunno lo passerai in città, quando arriveranno le notti buie e il tempo peggiorerà.
E si potrebbe sperare che la situazione inizi a chiarirsi quest’estate, e che il prossimo inverno non sarà trascorso in guerra. Anche se chissà quanto tempo ci vorrà prima che la situazione diventi chiara.
Ti auguro buona salute. Tanti saluti alla Carelia, finché puoi. Buona e divertente estate a te, mamma, e a Hannu. Spero che tu stia bene, qualche bacio a Hannu e a sua mamma.
Tanti saluti, tanti saluti ad Hannu da suo padre. È un ragazzo gentile.
4 giugno 1944
Un saluto a te! Grazie per la lettera che ho ricevuto stasera. Qui le cose procedono come al solito. Anche qui l’estate sta lentamente iniziando ad arrivare. Oggi fa già abbastanza caldo, ma finora ha fatto freddo.
Quanto è bella la notte nordica. Ho lavorato fino all’una di ieri sera. Non ti accorgi nemmeno se è giorno o notte, visto che il sole è sorto poco prima dell’una e mezza. Sarà rimasto invisibile per un’ora al massimo.
Abbiamo installato un chioschetto per Lehmonen. Sua moglie dovrebbe venire qui e installare un chiosco che venda bibite. Se solo riuscissero a procurarsi abbastanza birra. Qui ci sono bevitori e sono sicuro che gli affari andranno bene quando il clima si farà più caldo.
Forse potremo restare qui a Salla per un bel po’, se solo la situazione rimanesse così tranquilla. Non sono ancora riuscito a guadagnare nulla. Ci sono stato un paio di sere, ma non ho potuto fare granché. Ho scaricato cinquecento mattoni e ho iniziato a sigillare la base del fienile. Ma la fabbricazione di mattoni non funziona senza cemento. Inoltre, il lavoro è così duro che non ne vale davvero la pena.
Ero sicuro che la visita a Lapua sarebbe stata utile, speriamo che la medicina faccia effetto. Non importa quanti soldi è costato, finché la medicina funziona. Ho preso una tavoletta di cioccolato per Hannu, vedremo se durerà fino alla mia partenza per la licenza. Ho già messo da parte un po’ di caffè così ho potuto farmi due caffettiere. Il cibo è diventato un po’ più scarso con l’arrivo dell’estate: credo stia cominciando a scarseggiare.
Se ti capita di trovare dei pantaloni, di qualsiasi tipo, o della stoffa. Einar aveva un’uniforme da comandante di strada come quella. È possibile che abbia buttato quei pantaloni? Si potrebbero recuperare aggiungendo dei sottosella di pelle, per esempio. Dovrebbero essere possibile adattarli a uniforme militare. Non vale la pena pagare molto se ti capita di trovarli per poche centinaia di marchi. Non ne vale la pena. Salute e tanti saluti a Te, mamma e Hannu, qualche bacio a Hannu e mamma.
A risentirci, Papà
15 giugno 1944
Tanti saluti a te mamma e a mio figlio Hannu.
Sto andando all’Istmo. Ho appena ricevuto il tuo pacco quando sono partito. Non conosco ancora il nuovo indirizzo, ma ti scriverò presto. Al momento siamo bloccati con questo ufficio postale. Scrivi a tutti a Helsinki e porta i miei saluti. Per il resto, sto bene. Vedremo cosa succederà.
Assicurati di non farti prendere se il russo inizia ad attaccare troppo forte. Sai cosa è successo? Il russo è riuscito a passare attraverso l’istmo.
Ma ora stai bene, non c’è ancora nulla di cui preoccuparsi. Tanti baci alla mamma e al figlio Hannu.
Ciao suocero.
Tanti saluti alla suocera, a Pauli e agli altri.
Probabilmente le lettere arriveranno al vecchio indirizzo 1257. Kpk. 2.
Posta della mamma, 1944
Nessuno può dire cosa mia madre sia riuscita a scrivere a mio padre durante gli anni e i mesi di guerra. Forse mio padre conservava la posta in uno zaino (come nei film) e sfogliava i messaggi quando ne aveva l’occasione, nei rifugi o nei rifugi anti-shrapnel. In ogni caso, il 25 giugno 1944 mise un punto sia su mio padre sia sulle lettere che mia madre scriveva. Iniziò una nuova fase: mia madre continuava a scrivere, mio padre non rispondeva, la posta veniva rispedita al mittente.

Lamminkylä 18.6.1944
Caro papà! Un caro saluto da qui e grazie per la tua lettera, che ho ricevuto il 16. Ti ho mandato una cartolina lo stesso giorno. Ti sarai chiesto come facessi a sapere che eri sceso. Quando ero a Parikkala, ho chiesto agli uomini sul treno se sapessero qualcosa, e qualcuno mi ha detto che eri già partito per il sud. Pensavo fossi già arrivato, ma eri ancora in viaggio. Non devi aver superato questo punto? Non ti avrei concesso questo trasferimento, mia caro, ma cosa può farci un uomo del nostro paese? Posso solo sperare per il meglio. Qui sentiamo il rumore della guerra e qui i bombardamenti sono ancora più vicini. Gli sfollati passano per il villaggio provenienti dall’istmo. Vedremo se dovremo andarcene da qui. Non ce ne andiamo ancora, andremo quando lo faranno gli altri. Ho mandato una cartolina a Peltonen il 16 e ho detto loro che eri qui. Ieri sera, anche il fratello di Sirka, Veikko, è partito per Syväri in vacanza. Ha ancora una fidanzata qui.
Ora il tempo è tornato a essere molto freddo. Ha piovuto la notte scorsa. Anche se ora abbiamo lo stesso tempo, visto che siamo così vicini. Se saremo ancora qui ad agosto e tu avrai una licenza, verrai da noi. Non so perché, ma questa volta non sono molto preoccupata per te, anche se capisco la tua posizione. Con la guerra non si scherza ora, se ci si è mai potuto scherzare.
Avrei voluto sapere che saresti passato di qui, e avrei cercato di essere lì alla stazione per guardarti passare. Gli aerei volano costantemente qui, i nostri e a volte anche quelli sconosciuti. A parte questo, le cose andrebbero piuttosto bene qui, se solo tu potessi essere lasciato in pace. Ho ricevuto una lettera da Sysmä, ma non conteneva quasi nulla, era scritto solo su mezzo foglio di carta. La nonna aveva ricevuto il pacco che le avevo spedito. Molti sfollati sono stati portati lì, quasi in ogni casa, mi ha detto.
Ti manderò un piccolo pacco all’inizio di questa settimana, un altro piccolo, forse un altro piccolo subito dopo. Non possiamo tornare a casa in città ora, perché ci è stato detto di andarcene di nuovo. Non ho ancora ricevuto posta dalla città. Cerca di scriverci spesso, perché è quello che stiamo aspettando.
Che tu stia bene, caro padre. Spero nella protezione dell’Altissimo. Tanti nostri più cari saluti, Mamma e Hannu.
“Caro papà! Tanti saluti a te. Sto bene. Abbiamo giocato con Raun e litigato un po’. Ho mangiato molto. Papà hai sparato molto? Sì, Hannu si ricorda sempre di suo padre la sera.
Tanti saluti e cinque baci e altri tre dal tuo figlio più grande Hannu.
E baci anche dalla mamma!! ( Post scriptum, come se Hannu l’avesse cancellato.)
Lamminkylä 26.6.1944
I miei migliori saluti, papà. Ho iniziato a scriverti solo perché non ricevo posta da più di una settimana. Quella che mi hai mandato da Pieksämäki è l’ultima che ho ricevuto finora. Sono molto preoccupata per te, come puoi immaginare. Siamo così vicini al fronte che possiamo sentire le notizie con le nostre orecchie, e naturalmente ne sentiamo ancora di più. Oggi sono esattamente dieci giorni che ho ricevuto la tua lettera. Non è poi così tanto tempo, ma di questi tempi lo è. Stanno parlando di un divieto di scrivere, e capisco che se sei costretto a rimanere in silenzio, non è indifferenza da parte tua. So che mi scriverai non appena ne avrai l’occasione.
Ti avrei mandato un pacco, ma ora non posso spedirlo – solo dal 1° luglio. Mi è stato permesso di comprare l’agnello arrosto, anche se cucinato a casa, ovviamente qui. Se la partenza avviene da qui, allora potrei comprare carne qui, soprattutto agnello e cervo. L’arrosto è confezionato da una settimana, ma l’ordine di partenza non è ancora arrivato. Certo, tutti sperano che non ce ne sia uno, ma d’altra parte, a molti è già stato permesso di partire.
Non percorro la statale da più di una settimana e non ho visto la marea di rifugiati che la percorrono: bestiame, carichi, persone. Avrei voluto andarmene subito, ma quando mia madre si è ammalata, non sono potuto andare da nessuna parte. Ora sta meglio, ma abbiamo pensato di partire insieme. O se non partissimo per niente e restassimo qua….
Stiamo bene, io e Hannu. Avrebbe solo dovuto fare più sole e caldo, così Hannu avrebbe potuto abbronzarsi di più. Si crede un ragazzo tanto grande.
Sarebbe bello se potessimo stare qui in pace e tu potessi andare in licenza in tempo, così verresti da noi. Poi potremmo tornare a casa insieme e potresti vedere anche la mia città natale. Non ho ricevuto posta da Paul, non so proprio cosa stia facendo o come stia. Non ho ricevuto posta nemmeno dalla città. Ho spedito un paio di cartoline, ma nessuno ha spedito nulla qui. In questi giorni potrebbero esserci ritardi nella posta. A Hannu piace giocare con Raun, gli piace molto.
Il sole splende così luminoso la sera. Quanto sarebbe meraviglioso averti qui e porre fine a quella dannata guerra. Mi manchi, caro papà. Quando chiudo gli occhi, riesco a immaginarti accanto a me ed è come se potessi sentirti vicino. Non posso che augurarti il meglio, caro.
I nostri più cordiali saluti. Spero di non dovermi piu preoccupare a lungo, aspettando la tua lettera.
Tanti baci a te, padre, da tuo figlio Hannu e da sua madre.

* La copertina della cartolina postale scritta il 20 giugno 1944 mostra un paesaggio invernale con una chiesa. L’augurio di Buon Natale è stato cancellato a matita e in fondo alla cartolina è scritto “Buona Mezza Estate”.
Lamminkylä 30.6.1944
Ciao, papà. Ti scriverò di nuovo qualche riga stamattina. Anche se non è così presto. Siamo ancora qui, e non mi dispiacerebbe non partire, se potessi restare.
Hannu si diverte molto qui e non ho motivo di lamentarmi. È molto più tranquillo che a Sysmä. Quest’estate sarebbe andata bene se solo mi avessero lasciato in pace. E se avessi saputo che tu sei al sicuro lì. Se solo questa vita diventasse in qualche modo più chiara, così che non ci sarebbe più bisogno di guerre. Perderemo tutti voi uomini, se questo non finisce.
Ascolta, papà, c’è un uomo in quella brigata che conosci da qui – Tauno Poutanen – lo conosci per caso? È stato nello stesso gruppo fin dall’Istmo. Non ho avuto modo di chiedere a suo padre da dove venisse.
Grazie per quel bellissimo biglietto di auguri di Natale. Sono stata felice di riceverlo.* Spedirò il pacco domani. Se non ci metterà troppo tempo ad arrivare, l’arrosto sarà buono quando lo riceverai. Di questi tempi qui si può trovare la carne anche senza la tessera.
Ho ricevuto una lettera da Veera, dice che è davvero presa dalla febbre svedese. Quindi quelle belle ragazze stanno scappando in Svezia. Ma dice che è difficile arrivarci.
Il tempo è così bello ora. Oggi porto i bambini in spiaggia, ci siamo stati solo un pomeriggio. Oggi prepariamo pane e panini, e metterò dei biscotti nel pacchetto.
Vediamo quanto tempo possiamo restare qui. La merce è ancora imballata, ma non c’è ancora l’ordine di andarsene – immagino che non passerà molto tempo prima che la fila si avvicini. Dovrei partire tra poco per ritirare questa posta, voglio consegnarla oggi stesso. Non ho ricevuto posta da Peltonen.
Tanti cari saluti e auguri a te, caro papà.
Spero di risentirti presto.
A dopo, o meglio, a presto.
Mamma e tuo figlio Hannu.
Lamminkylä 2.7.1944
Caro padre, ti saluto di nuovo con affetto. Ti ho scritto abbastanza spesso, anche se purtroppo ho ricevuto solo una lettera e una cartolina durante le quattro settimane che sono qui. Non ti biasimo per questo, anche se aspetto con ansia la posta ogni giorno. È passata quasi una settimana da quando ho ricevuto la tua cartolina. Sembra ogni giorno più cupo se non c’è posta. Ma non importa cosa, l’importante è che tu rimanga sano e salvo nel fragore della guerra. Da qui sentiamo spesso tuoni. Ogni tanto durante il giorno, a volte solo per un po’ di tempo, ma ininterrottamente.
Saremo quasi i prossimi in lista se altri verranno evacuati. Viviamo con le nostre cose impacchettate e alcune di esse devono essere già state utilizzate. Anche la mamma è di nuovo in buona salute, quindi potrei partire in qualsiasi momento, ma Hannu sarebbe molto felice di restare qui. Se non dovessi partire, resterei qui fino all’autunno, come previsto. Hannu e Rauni stanno senza vestiti da molti giorni e sono già piuttosto abbronzati. Anch’io mi sono abbronzata su tutto il corpo ieri e oggi. Tutto andrebbe così bene se non ci fosse questa guerra infernale.
Se solo tu, caro padre, potessi uscire vivo da lì, il resto della vita sarebbe tutt’altro che strano. Credo che se questi anni di guerra non sono stati divertenti e facili, allora il peggio deve ancora venire. Voi poveretti siete nei guai. Ieri vi ho mandato un pacco. Vedremo se l’arrosto è ancora buono quando lo riceverete. Vedete, l’ho fritto prima, quando il divieto di spedire pacchi era in vigore fino al 26 di questo mese. Quando il divieto è stato poi esteso al 1° di questo mese, l’arrosto ha dovuto aspettare per molto tempo. L’ho fritto ancora un po’, ed era davvero buono quando l’ho messo nel pacco. Ho anche messo del sale nella carta, per ogni evenienza.
Hannu sta già dormendo e io andrò proprio accanto a lui. Se anche tu fossi accanto a noi, andrebbe tutto bene. Spero di ricevere presto una tua lettera. I migliori auguri e il nostro amore a te papà. Tanti baci anche dalla mamma e da tuo figlio Hannu.
Buonanotte, caro papà.
Lamminkylä 6.7.1944 (indirizzato a Stm. Lehmonen, restituito al mittente)
Prima di tutto, mi scuso per averla disturbata con le mie preoccupazioni, ma sembra la soluzione più semplice. Ho appena ricevuto indietro la lettera e la cartolina che ho inviato a Kauko il 18 e il 20 del mese scorso. Da lì, ho ricevuto solo una cartolina da lui, spedita il 20. Ho già chiamato la città perché cerchino di ottenere informazioni su di lui. Sono molto preoccupata per lui. Forse sarà così gentile da scrivermi per farmi sapere se è successo qualcosa di più spiacevole. Il ragazzo e io siamo ancora in campagna, in Carelia.
Le auguro buona fortuna, aspetto la sua risposta.
Cordiali saluti, Saimi e Hannu Vuorio
Indirizzo: Syväoro, Lamminkylä
Al fronte 12.7.1944
Alla signora Saimi Vuorio
Helsinki, Hämeentie 48 B 18
Sono stato incaricato di informarla che suo marito, il Tenente Colonnello Kauko Kalervo Vuorio, è scomparso dalle nostre fila il 25 giugno nel villaggio di Kostela, nel comune rurale di Viipuri, e da allora non si è più saputo nulla di lui. Quel giorno, il nemico ha lanciato un pesante attacco a colpi di granate contro il nostro plotone, durante il quale suo marito è scomparso. Purtroppo, non disponiamo di altre informazioni.
Signora Vuorio! Le chiedo di salutarmi e di darvi coraggio, con la parola di Dio, pensando a Suo figlio: “Comanderò ai miei angeli di benedirti e di custodirti in tutte le tue vie”. Le dure leggi della guerra includono la separazione dai propri cari. Per ora, dovrà sopportare il peso dell’incertezza sul destino di suo marito. È bello e rassicurante sapere che lo stesso Salvatore che è con lei è anche il rifugio di suo marito, ovunque egli sia, e che potrà parlare della persona amata a Colui che può sempre aiutarla e persino salvarla dalla morte. Rimanga nella protezione del nostro Dio misericordioso con mente sicura.
Cordiali saluti,
pastore militare Hannu Pietilä

Helsinki, 20 luglio 1944
Saimi e Hannu
Cordiali saluti a voi in Carelia e grazie per la lettera che Anni ha ricevuto qualche tempo fa. Ho cercato di scoprire qualcosa sulla questione Kauko, ma questo tipo di questioni sono un po’ lente e complesse, quindi ci è voluto molto tempo. Tuttavia, oggi ho ricevuto informazioni dall’Ufficio Istruzione che non sono affatto confortanti né per voi né per noi qui. Sebbene non possa dire se Kauko sia stato ucciso o ferito, e non so con certezza se sia stato fatto prigioniero, in ogni caso sul suo certificato di nascita è scritto che è scomparso il 25 giugno in un luogo chiamato Kostela. Questa volta la questione è davvero triste, ma almeno possiamo ancora sperare finché non si otterranno ulteriori notizie. Scrivendo al Pastore o al Comandante del dipartimento all’indirizzo postale di Kauko, potreste ottenere informazioni più dettagliate da lui; queste persone qui non possono dire nulla di più sulla questione di quanto ho scritto sopra. Molti sono scomparsi oggi lì, anche se alcuni sono rimasti sul campo, caduti dalla parte russa, ma molti sono stati anche fatti prigionieri lì e quindi c’è la possibilità di incontrarli più avanti.
Qui possiamo cavarcela abbastanza bene, domani intendiamo partire per Sysmä per qualche giorno, forse una settimana. Anche la mamma ha intenzione di venire con noi a rivedere le nostre vecchie case. Tanti saluti di conforto e speriamo insieme che le cose non siano così brutte come sembrano ora, ma che vadano come speriamo. Come ho detto, le informazioni di cui sopra sono pervenute oggi e l’Ufficio Istruzione sopra menzionato è responsabile della loro accuratezza.
Tanti auguri a entrambi
Einar Peltonen

Venerdì 28 luglio 1944
Alla gentile Signora e Hannu Vuorio
Un caro saluto da qui. Ti ringrazio di cuore per la lettera che ho ricevuto stamattina.
Per quanto riguarda Kauko e Lehmonen, ho scritto a mia moglie chiedendole di venirti a trovare per raccontarti i loro ultimi giorni, ma probabilmente non ti ha trovato a casa. Dovevi essere in vacanza estiva in quel periodo.
Bene, per quanto riguarda gli ultimi momenti di Kauko, appena sono tornato tra i nostri ranghi, ho iniziato a chiedere delle sue condizioni. La risposta è stata piuttosto breve, nessuno ha saputo spiegare nulla di più specifico su di lui. Gli unici che potevano raccontarci di lui erano le ultime persone che lo videro. Che potesse essere stato catturato o, nel peggiore dei casi, che ci avesse lasciato. Siamo profondamente addolorati per la sua scomparsa, perché era un uomo amato da tutti, un personaggio disponibile e instancabile.
Dicono che lui e i suoi compagni siano rimasti entrambi dall’altra parte del confine. Abbiamo avuto una fuga così violenta dalle posizioni. Dicono che i russi li abbiano accerchiati in modo così terribile.
Sono stato anche in ospedale per una settimana, ho dovuto partire direttamente da Kuolemanjärvi.
Oggi parto per una vacanza di 5 giorni. Se potessi spiegarti qualcosa, potresti chiamare e chiedere informazioni al numero di telefono Hki 75119.
Lehmonen ci ha lasciato, ha preso un colpo direttamente in trincea.
I miei più cordiali saluti a Hannu e alla signora
Vierukari
2Kpk 1957
* * *
Cos’altro dovrei dire? Forse vale la pena sottolineare che non ho il minimo ricordo di mio padre. Il motivo è chiaro: avevo tre anni quando scomparve e lui dovette stare sempre al fronte.
Posso dire di mia madre che gli anni successivi alla guerra furono comprensibilmente difficili. All’inizio, la speranza era alimentata da qualche gruppo occasionale di prigionieri rilasciati dall’Unione Sovietica. Se solo mio padre fosse ancora vivo e si potesse trovare tra i prigionieri! Tuttavia, il sogno rimase vano. Il ritorno dei prigionieri iniziò a diminuire e la vita delle donne vedove divenne generalmente piuttosto difficile. Per alcuni anni, mia madre cercò di sbarcare il lunario prendendosi cura dei figli di conoscenti e di famiglie operaie, ma l’assistenza all’infanzia si rivelò una fonte di reddito insufficiente.
Bisognava prendere una decisione definitiva.
Mio padre fu dichiarato morto e mia madre trovò lavoro presso la centrale elettrica di Suvilahti, dove lavorò come addetta alle pulizie fino alla pensione.
Hannu Vuorio

Una delle ultime volte sulle scogliere Marjata a Sörnäinen, Helsinki, durante le vacanze di mio padre nel 1942.