Caro Nicola,
ho letto, effettivamente in 180 secondi, quanto ha scritto la Redazione sui fatti di Turku. Ne condivido pienamente la lettera e lo spirito. Vorrei aggiungere che la cautela è, oggi, ancora più necessaria. Spinto da un vecchio istinto giornalistico, sono andato a parlare con alcuni testimoni. Uno (una donna straniera che non ha voluto rendere pubblico quanto ha visto) che ha seguito da pochi metri quanto è accaduto in Kauppatori, mi ha detto di avere visto il giovane marocchino venire nella piazza del mercato con la donna che poi ha ucciso. Secondo lei non aveva un coltellaccio da jungla, ma un “normale” coltello.
Se questo è vero, l’ipotesi del terrorismo che io stesso ho avallato sulla scorta di quanto affermato dalla polizia, “claudica”, come dicono i finlandesi. La stessa persona mi ha detto che a suo parere assolutamente non si tratta di terrorismo, come del resto agli inizi fu subito detto, perfino dal primo ministro Sipilä. Solo in un secondo momento, con l’arresto di altri quattro marocchini, l’accusa è stata riformulata appunto in atto di terrorismo. Se le vittime, tutte donne, non sono state scelte a caso ma in quanto donne, ciò potrebbe corroborare l’ipotesi di un attacco di follia femminicida scatenato dalla gelosia o dalla rabbia di essere stato respinto. Non a caso uno dei quattro marocchini arrestati ha dei precedenti per violenza sessuale, fenomeno piuttosto comune in Finlandia (e altrove) tra i rifugiati e gli immigrati.
C’e qualcos’altro che non quadra: alla prima conferenza stampa della polizia, tenuta a poche ore dagli avvenimenti, fu detto che due erano le vittime: una donna di 67 anni e una giovane di 15 (più tardi qualcuno ha detto diciotto anni, comunque una giovane). Ieri la polizia ha corretto la sua versione dicendo che la donna aveva 31 anni ed era uno dei due Testimoni di Geova che stanno sull’angolo della Piazza a distribuire il loro materiale informativo. Come è possibile che in un primo momento di un morto si dica che ha 15 anni, che poi diventano due giorni più tardi 31?
Ma c’è qualcos’altro su cui riflettere, e su cui, mi dicono, si sta già riflettendo in rete. La promozione del fatto di sangue da omicidio probabilmente per gelosia a atto di terrorismo organizzato avviene in coincidenza con l’ingresso nelle indagini di Supo, o Suojelupoliisi, la polizia di sicurezza finlandese. Ha questo organismo un suo particolare interesse nel seguire la vicenda? Certamente per dovere istituzionale, ma, è legittimo notare che, proprio di questi tempi, si sta discutendo sulla necessità di emanare una nuova legge sulla sicurezza, che cambia, quasi radicalmente, i poteri dati alle autorità di eseguire indagini e controlli, cominciando proprio dalla rete. Questa legge non è stata ancora approvata dal Parlamento e aveva suscitato dubbi di opportunità in alcuni settori dell’opinione pubblica e nei partiti di opposizione. Ora, alla luce di quanto è accaduto a Turku, tutti dicono che la legge va approvata al più presto.
Strana coincidenza che a me italiano che ha vissuto molto da vicino i fatidici anni Sessanta dice qualcosa. Anzi, molto.
Un cordiale saluto da una assolata Turku
Luigi G. de Anna
La Rondine – 22.8.2017