Vocifuoriscena è una piccola casa editrice parallela al Progetto Bifröst per la ricerca e la divulgazione del patrimonio mitologico internazionale, con una particolare attenzione per la cultura nordica. Nella sezione Lapis, curata da Marcello Ganassini, si pubblicano testi finlandesi di qualità, veri e propri classici che non rientrano tra gli interessi dell’editoria più generalista, come Panu e Juha di Juhani Aho e Hanna di Minna Canth. Adesso sono usciti due “aurei” libretti, in realtà un dittico di Antti Tuuri dal titolo Gli alchimisti. Un amore terreno, nel 1917, e Le nozze celesti nel 1918.
Anche in questo caso siamo grati all’editore e al curatore, perché contribuiscono a colmare dei vuoti nella conoscenza della cultura finlandese, troppo spesso limitata a poche figure di una certa fama (ma lo stesso vale per altre discipline, a cominciare dal cinema) dietro le quali si avverte un vuoto che limita la comprensione. In tempi in cui fanno fatica ad essere pubblicati in Italia anche i “grandi nomi” della letteratura finlandese, è un titolo di merito uscire con questi testi che ci fanno conoscere un mondo antico, in realtà molto europeo, e uno scrittore di alto livello, ma in Italia praticamente sconosciuto.
In realtà Antti Tuuri è uno scrittore di lungo corso, che si è dapprima segnalato per raccolte di racconti brevi, concisi e ricchi di ironia, una parte stilisticamente alta della sua produzione letteraria. La cui fama decolla a partire da una serie di romanzi scritti negli anni ’80 e dedicati in gran parte all’Ostrobotnia, regione della Finlandia occidentale. Pohjanmaa (Ostrobotnia, 1982), è una saga famigliare che racconta lo stile di vita della regione e la follia dei suoi abitanti. E alla stessa umanità, in una narrazione dai toni epici, e in circostanze storiche differenti, rimandano successivi romanzi, che seguono le orme della grande emigrazione dall’Ostrobotnia in America e in Canada, i sogni e le delusioni di gente che era andata a cercare fortuna e si trovò a fare i conti con problemi imprevedibili, tra cui la grande depressione. Da qui il conflitto tra sogni e realtà che è parte significativa della riflessione di Tuuri.
Del 2013 è Gli alchimisti. Un amore terreno, storia dell’alchimista August Nordenskiöld e dei suoi esperimenti per fabbricare l’oro. È un seguace di Emanuel Swedenborg (1688-1772), scienziato svedese di origini aristocratiche, rappresentante dell’età dei lumi, che si era occupato di chimica, matematica, filosofia, massoneria, alchimia, astrologia . Nordenskiöld, direttore del Dipartimento minerario finlandese, si propone una grande impresa: fabbricare l’oro, impresa che si caricherà successivamente anche di un grande senso morale: liberare il mondo dalla schiavitù del denaro. Complice di questo progetto è il nipote Carl Fredrik Bergklint, giovane che fa della purezza interiore la chiave per arrivare al compimento del progetto. Le sue lettere, conservate nell’Archivio di stato svedese, costituiscono, come spesso nello stile di Tuuri, una base storica o documentaria della narrazione. Gli eventi personali, però, l’amore per Katariina, e le evoluzioni della storia metteranno in crisi la fede nella ragione del giovane.
Nel 1918 è stata pubblicata la seconda parte del dittico, Le nozze celesti. Da Stoccolma i due ricercatori si sono trasferiti a Uusikaupunki. Ma Nordenskiöld è in bancarotta, il suo esperimento alchemico è fallito; i creditori sono alle porte, la moglie e i figli rischiano di patire la fame. Ma dal re gli arriva una lettera in cui legge che il sovrano intende concedere un’udienza al suo aiutante, Carl Bergklint. Varie vicende allontanano e poi riavvicinano il maestro e l’allievo, che infine si ritrovano a Drottningholm, presso la corte reale, dove il re ha messo a disposizione un laboratorio per dare inizio alla fabbricazione dell’oro e ai processi alchemici. La ricerca seguirà la strada degli alambicchi e insieme quella occulta indicata dalle Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz, testo che accompagna il giovane Carl sulla via del ricongiungimento celeste con l’amata Katariina che lo aveva lasciato prima delle nozze terrene.
In Finlandia vi è sempre stata “una polarizzazione tra due forme di conoscenza, quella diurna e quella notturna”, dice Antti Tuuri in un’intervista rilasciata al traduttore. E aggiunge: “La Finlandia è oggi considerata uno dei luoghi con i più alti standards di vita e i finlandesi sono spesso citati nel novero dei popoli più felici. Forse la Nuova Gerusalemme immaginata e progettata dagli utopisti c’è già ed è qui.” Viene da domandarsi se questo quest’ultimo progetto sia figlio della sapienza notturna o sia un sogno ad occhi aperti.
La Rondine – 16.12.2018