Molto si è scritto su Oodi, la nuova biblioteca centrale di Helsinki aperta lo scorso 5 dicembre, un regalo ai cittadini e ai visitatori di 98 milioni di euro, pagati per due terzi dalla città e per un terzo dallo Stato. Tanto i media locali quanto quelli internazionali si sono lanciati in (meritati) elogi di questi 10000 metri quadri di spazio pubblico nel centro della città, destinati a diventare anche un’attrazione turistica. Stiamo parlando infatti di una perla architettonica, presentata alla Biennale di Venezia, che non solo è esteticamente imponente, ma offre servizi di tutti i tipi.
In tutta la Finlandia le biblioteche sono spazi molto frequentati e attivi, più di un terzo della popolazione ha una tessera bibliotecaria e ogni anno si prendono in prestito 85 milioni di libri, nel 2017 le più di 800 biblioteche finlandesi hanno raccolto 50 milioni di visite e organizzato 49000 eventi. A Helsinki ogni anno si prestano 9 milioni di volumi e le 37 biblioteche comunali nel 2017 hanno ricevono oltre 6,5 milioni di visite. I numeri, sebbene in declino da oltre dieci anni (nel 2003 le biblioteche finlandesi avevano prestato oltre 110 milioni di volumi), restano comunque molto alti. In Italia, per fare un confronto, le quasi trenta biblioteche del sistema di Milano, secondo i dati del Comune, prestano meno di un milione di volumi l’anno.
Infatti oltre al prestito di libri è possibile prenotare, spesso gratuitamente, spazi per riunioni o presentazioni, stampanti 3D, macchine da cucito, sale prova e tanto altro (l’elenco completo e le prenotazioni online sul sito https://varaamo.hel.fi). Continuando coi numeri, si prevede che nel 2019 solo a Oodi passeranno circa diecimila persone al giorno, per un totale di 2,5 milioni all’anno; a prendersi cura di loro ci saranno a rotazione un totale di 49 bibliotecari e 5 sovrintendenti. Contando anche il fatto che Oodi è aperta tutti i giorni, anche la sera, il numero di persone necessarie per gestire uno spazio così grande è piuttosto ridotto, grazie anche a un sistema automatizzato con 2 bracci robotici e tre robot mobili per il recupero e la scaffalatura dei libri, che permette ai bibliotecari di concentrarsi sull’interazione col pubblico. Ma l’assunzione di queste persone ha comunque creato dei malumori e delle preoccupazioni nei dipendenti delle altre 36 biblioteche della città, e nei cittadini che regolarmente le frequentano .
Infatti i 54 dipendenti di Oodi sono stati tutti assunti con un bando interno al Comune di Helsinki, così che per questa nuova biblioteca non è stato creato nessun nuovo posto di lavoro: tutti i bibliotecari di Oodi prima dello scorso dicembre lavoravano in un’altra biblioteca della città.
L’apertura di Oodi non ha però direttamente portato alla chiusura di nessuna sede periferica: la nuova biblioteca ha solo sostituito la poco adeguata e troppo vicina Kirjasto10 (situata all’interno della Postitalo, a pochi metri dal luogo dove è stata costruita Oodi), e ha rilevato il ruolo di biblioteca centrale dalla vecchia biblioteca di Pasila, che è rimasta aperta con la funzione ridotta di biblioteca locale. Il che significa che molte biblioteche locali sono state depotenziate, vedendo riduzioni anche significative di personale, come ad esempio nel quartiere periferico Kontula, dove tre dei sette dipendenti sono stati trasferiti a Oodi.
È ancora presto per capire se queste preoccupazioni per le biblioteche della periferia di Helsinki siano fondate o meno, se Oodi porterà a una centralizzazione che diminuirà i flussi locali e porterà qualche biblioteca periferica a chiudere i battenti, oppure se Oodi genererà un’ondata di entusiasmo che finirà per rinvigorire anche le altre biblioteche della città, come sostiene in un’intervista a “Helsingin Sanomat” una dipendente della biblioteca di Rikhardinkatu, che nel 1882 fu il primo edificio nei Paesi nordici ad essere costruito con lo scopo esclusivo di biblioteca e fu la biblioteca centrale della città fino al 1986.
Foto di Tuomas Uusheimo dal press kit di Oodi
La Rondine – 13.1.2018