Matti da legare. È scomparso un campione, un “bene nazionale”

Matti Nykänen è morto domenica 3 febbraio dopo una carriera e una vita piuttosto movimentate. In un Paese ossessionato dagli sport invernali, vincere quattro ori olimpici di salto con gli sci è un risultato difficile da oscurare. Ma negli ultimi 25 anni questa leggenda dello sport finlandese è riuscita nell’intento, diventando invece matariale per i giornali scandalistici grazie ai suoi show in veste di cantante pop, spogliarellista, candidato politico, il tutto condito da buone dosi di alcool e violenza.

All’inizio di novembre 2015, il presidente finlandese Sauli Niinistö annunciò che gli ospiti speciali al ballo per la festa dell’Indipendenza sarebbero state figure che hanno dato un contributo alla vita culturale della nazione. E questo includeva uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi del Paese: il saltatore di sci Matti Nykänen.

“Il salto con gli sci ci unisce come finlandesi e ci ha regalato decenni di emozioni, gioia e momenti indimenticabili”, affermò il presidente. Le sue parole potrebbero descrivere l’impatto della vita privata di Matti Nykänen su finlandesi sia giovani che vecchi. Se Nykänen fosse svanito tranquillamente in pensione dopo il trionfo della sua medaglia olimpica negli anni ’80, sarebbe stato ricordato e amato come uno degli sportivi di maggior successo finlandesi di sempre. Invece negli ultimi venticinque anni la vita selvaggia della soap opera di Nykänen ha tenuto la nazione con il fiato sospeso, guardando inorridita ma incapace di distogliere lo sguardo, con un sussegursi di follie e scelleratezze una dopo l’altra veniva riportato sulle prime pagine della stampa scandalistica e non solo. La carriera di Nykänen è continuata a scivolare sempre più lungo pendii rischiosi, alimentata spesso dall’alcool, e ha oscillato tra il comico e l’assurdo non senza qualche puntata nel tragico, sempre con annunci di un trionfale ritorno, in genere di breve durata. Ricordiamo la sua trasformazione in fenomeno pop, un periodo come spogliarellista nei nightclub, fino a lavorare per una linea telefonica erotica, e un colpo di sonno che portò a un salto da un ponte con l’automobile, al suo fidanzamento di una settimana con una 17enne estone.

Per i tabloid nazionali la vita di Nykänen è stato un regalo: coi reporter scatenati dietro gli imprevisti, i colpi di scena e le ricadute della saga.

Impossibile parlare di Nykänen senza affrontare il tema dei suoi attacchi di collera e della serie di condanne per violenza privata. Il giorno di Natale 2009 lo trascorse in cella dopo aver accoltellato l’allora consorte Mervi Tapola, prima di tentare di strangolarla con la corda di una vestaglia. L’attacco gli costò 16 mesi dietro le sbarre; non era la sua prima condanna: Nykänen aveva tirato in precedenza una coltellata a uno sfortunato con cui aveva perso una gara di braccio di ferro, incidente che gli aveva già assicurato una condanna di oltre due anni.
Le storie di abusi domestici e di alcol non hanno però intaccato lo status di Nykänen in quanto bene nazionale. Hanno invece spesso suscitato simpatie pubbliche.

Il piccolo Matti fu portato per la prima volta sulle piste da sci a 8 anni, per una sfida con suo padre. Imperturbabile fin da bambino alle altissime altitudini delle rampe di sci, saltare divenne un’ossessione. “L’unica cosa che volevo era saltare”, ha detto nella sua biografia di Egon Theiner, “e saltare e saltare di nuovo”.Matti Nykänen 1990 Paraguay stamp
All’età di 18 anni, Nykänen ha iniziato a competere a livello internazionale fino ad accumulare 46 vittorie in coppa del mondo – un record imbattuto ancora oggi – e quattro ori olimpici.

Ma già durante i suoi gloriosi anni ’80 il vezzo all’alcol gli era valsa la reputazione di amare le zuffe e numerosi capricci fuori pista, per non parlare delle interviste incoerenti ed ebbre.

Le perle di saggezza che Nykänen dispensava durante le sue apparizioni pubbliche divennero note e ripetute per tutta la Finlandia. I siti web dedicati alle sue massime filosofiche abbondano. “Ogni chance è un’opportunità!” “La vita è il momento migliore per una persona!” “Domani è sempre il futuro!” “Quello che non è stato fatto non si può cancellare!”. Senza scordare il monento in cui, intervistato prima di un salto, alla domanda “Cosa stai pensando?” rispose “Sto pensando alla figa, ma prima salto”.

Alcune delle sue espressioni più memorabili provenivano dalla sua famosa incapacità di parlare altre lingue. Ma lui ci scherzava su, al punto di trasformare il titolo di una canzone in una filosofia dell’esistenza: Elämä is laiffi!, qualcosa come “La vita è laiv!”

“Le generazioni più anziane lo ricordano per i suoi risultati sportivi”, afferma Janne Oivio, giornalista del tabloid Ilta-Sanomat. “Ma per i più giovani, è il personaggio e il cantante che ha fatto qualcosa nello sport prima che nascessero”. A lui è stato anche dedicato il film Matti, uscito nel 2006. Oggi lo piangono, è scomparso un bene nazionale, così dicono in molti, ma conoscendo il personaggio si fa ancora fatica a crederci: Matti è come quegli gnomi che da qualche parte compaiono sempre, in cantina, nel garage, nella stalla. Intero, o rotto, ma più spesso saltellante, per sorprenderti e poi fissarti con quello stupore da bambino che gli ha guadagnato l’affetto di più di una generazione.

(Per l’articolo ho tratto spunti da una commemorazione pubblicata sul sito di YLE il 5 febbraio. Foto del titolo del 2013 di Tumi-1983. Per le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

La Rondine – 6.2.2019

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.