La beviamo da migliaia di anni e ancora oggi la birra è la bevanda alcolica preferita dei finlandesi. La storia della birra in Finlandia è naturalmente costellata di divieti, mal di testa, dipendenze, regole e contrabbando. Però da qualche anno, abbiamo assistito ad una maggiore liberalizzazione e attenzione al prodotto; ad esempio sono comparsi innumerevoli birrifici artigianali, grazie anche a degli sgravi fiscali. Se ne contano addirittura 104, da Rosala a Rovaniemi. Una delle ragioni di questa apertura improvvisa potrebbe essere collegata alla fine della Nokia, che era stato a lungo il più importante datore di lavoro per ingegneri. Gli ingegneri finnici hanno tre caratteristiche: stanno ore seduti a scrivere righe di codici al computer e dopo il lavoro giocano a salibandy o bevono birra. Molti dei birrifici artigianali spuntati come funghi in tutto il paese, sono nati da gruppi di ingegneri, che si sono reinventati maestri birrai grazie alle loro competenze tecniche. Oggi è difficile entrare in un supermercato finlandese senza notare che gli scaffali di birra, che fino a qualche anno fa erano ripieni di lager industriale scadente e di qualche birra straniera costosissima, si sono trasformati in esposizioni multicolori, frequentate soprattutto da padri di famiglia alla ricerca di una qualche Indian Pale Ale prodotta in Ostrobotnia con un’etichetta bizzarra.
Come i nostri lettori avranno già constatato, ogni occasione è buona nel paese per bersi una birra, magari direttamente da un sacchetto, come i protagonisti del primo romanzo di Mikko Rimminen. Una tradizione che si è estesa notevolmente è quella delle Jouluoluet. Le birre di Natale sono conosciute in tutti i paesi a grande consumo di birra. Tradizionalmente sono vendute nei mercatini di Natale e consumate nei banchetti festivi. Pare che abbiano avuto origine nel diciassettesimo secolo e, come nel caso del vino speziato (Glühwein, Vin brulé, vin chaud, mulled wine…), si è trattato di ottimizzare il consumo del prodotto, liberandosi del surplus. Prima che la birra divenisse un prodotto industriale, Novembre rappresentava il periodo dell’ultimo raccolto di luppolo e malto. Per conservare degnamente questi ultimi raccolti, c’era bisogno di svuotare i magazzini, allora in questo periodo si produceva una birra più forte, dal colore più scuro, con ingredienti ricavati dai fondi di magazzino, quindi si aggiungevano spezie e zucchero per migliorarne il gusto. Questa birra ‘speciale’ era quindi regalata ai dipendenti o ai migliori clienti in occasione delle festività. Anche se dall’inizio del ventesimo secolo la conservazione degli ingredienti era tale, che non serviva più svuotare i magazzini, la tradizione della birra di Natale resiste, soprattutto in Francia e Germania, ma anche nel Nord Europa.
Noi de La Rondine siamo dei bevitori moderati e nell’arco di questo piovoso e buio Novembre abbiamo man mano assaggiato diverse birre di Natale in quello che si può definire kalsarimaistelu (assaggio in mutande), la nostra versione slowfood della barbarica pratica finnica del kalsarikännit. A casa, dopo che tutta la famiglia dormiva e le lucine di Natale intermittenti dei vicini si riflettevano nel tinello, ci stappavamo una birra di Natale in pigiama, seduti al tavolo di cucina. Così ci sentivamo un po’ dei re a casa nostra, con una gioia naturalmente un po’ illusoria, paragonabile a quella che avrà provato Friedrich Karl Ludwig Konstantin Prinz und Landgraf von Hessen-Kassel, re di Finlandia solo per qualche settimana.
Hartwall Lahden Erikoisjoulu
Restando in tema regale, cominciamo con una birra che ha un po’ di storia alle spalle e un’etichetta con effige vagamente araldica: la Hartwall Lahden Erikoisjoulu. Victor Hartwall fonda la Hartwall nel 1839 nella Villa Sederholm, in piazza del Senato. L’idea è di produrre acqua minerale industrialmente, visto che a Helsinki e dintorni non esistono fonti di acque termali o minerali vere e proprie. La Jaffa, l’aranciata finlandese storica, è prodotta dalla Hartwall dal 1949. Le birre chiare classiche come la Karjala e la Lapin Kulta, che si trovano in tutti i bar del paese, sono prodotti Hartwall.
La linea Lahden Erikois è nuova e strizza l’occhio al vintage, per cercare di accaparrarsi qualche cliente, tra i barbuti fanatici delle birre artigianali. Anche questa versione natalizia non è male, certo la produzione industriale è ovvia e il gusto di base è quello standard di una birra scura.
Santa Olaf Christmas Ale
La Mustan Virran Panimo (birrificio del torrente nero) di Savonlinna è una ditta dinamica, con un marketing intelligente che gioca col passato medievale della cittadina sulle rive del lago Saimaa, con il suo castello e con la storia di San Olaf/Olavi, il re norvegese che convertì la Scandinavia al cristianesimo con metodi alquanto sbrigativi.
Le birre del torrente nero sono deliziose e questa di Natale non è da meno, una ale scura e corposa, che probabilmente si abbinerebbe molto bene ai vari prosciutti arrostiti del Natale finnico. Questo birrificio ha inoltre un’attenzione notevole alle etichette, questa ritrae un ibrido tra Olaf e Babbo Natale che cammina nella neve, con il castello a lui dedicato alle spalle.
Merry Xmas IPA
Questa è un’altra birra natalizia di produzione industriale e con una storia alle spalle. La Olvi nasce a Iisalmi nel 1878 con finalità filantropiche, l’idea è di contrastare l’alcolismo offrendo bevande con una gradazione inferiore alla vodka. Man mano, la ditta si impone su tutto il territorio nazionale, regolando la gradazione alcolica delle sue bevande in base alle leggi del paese, tra le quali il proibizionismo del 1919-1932.
Da qualche anno la Olvi, esattamente come la Hartwall, ha cercato di differenziare la produzione per rispondere al gusto dei finlandesi, ad esempio introducendo una IPA (Indian Pale Ale) con un prezzo più contenuto rispetto a quella dei birrifici artigianali. Questa variante natalizia è interessante, ma non si discosta più di tanto dalla versione di tutti i giorni, a parte per il fantastico slogan ‘hohoho from Iisalmi’ che avrebbe reso fiero il fondatore William Gideon Åberg e sua moglie Onni.
Joulun tähti
La Fiskarsin Panimo nasce a Vantaa nel 2011 prima di trasferirsi nel pittoresco villaggio di Fiskars (da visitare assolutamente se siete nei dintorni di Helsinki). Hanno una grande selezione di birre e sidri artigianali. La stella di Natale è una specie di Bockbier, vicina alla tradizione belga, che funzionerebbe bene sia con il cibo natalizio, sia dopo la sauna.
Anche in questo caso, l’etichetta è molto bella, con dei caratteri interessanti a comporre il nome del birrificio e un’immagine dell’orologio sull’edificio principale della cittadina.
Prykmestar Joulu Olut
Il birrificio artigianale Vakka-Suomen Panimo Osakeyhtiö nasce a Uusikaupunki nel 2008, il nome prykmesta significa birraio nel dialetto locale e questa linea di birre comprende una birra di Natale. È una lager affumicata, quindi non per tutti, ma sicuramente molto buona in abbinamento a qualche ricetta natalizia simile, dal prosciutto al salmone a qualche variante vegana.
Tutte le birre presentate qui sono disponibili nel supermercati e da Alko. Ne esistono naturalmente molte altre, che vi invitiamo a scoprire e consigliarci sulle nostre pagine social, sempre tenendo presente la moderazione nell’uso.