Da non perdere a Bologna, dal 23 gennaio al 22 marzo, al Padiglione Esprit Nouveau, la personale dell’artista finlandese Mika Taanila. La mostra, patrocinata dall’ambasciata di Finlandia a Roma, è a cura di Lorenza Pignatti.
Tra le varie opere presentate, una serie di collages intitolata Sukufilmejä (Family films), dove i testi esplicativi delle vere targhette poetiche sono a cura del poeta Harry Salmenniemi (1983-).
Strutturati come fiabe cinematiche, delle fiabe conservano la struttura (premessa, aneddoto e morale), e a volte appare addirittura la traduzione letterale dell’ o mythos deloi oti (la favola racconta che) esopico. L’inserimento di esplicazioni antecedenti e posteriori dell’aneddoto (prequel e sequel) caratterizza l’opera di una diffusa dinamicità.
Il movimento, però, non appare lineare, e gli avvenimenti hanno luogo su un continuum temporale ambivalente. La focalizzazione sulla società umana è presente quando è la società stessa a fare da sfondo o contorno alla raffigurazione, ma anche negli immaginari non luoghi o durante le pause emotive, a meno che, ammonisce Salmenniemi, “non sia interpretata come una critica all’insensatezza e alla banalità della vita di tutti i giorni.”
Riproduciamo qui una delle “targhette poetiche” di Harry Salmenniemi ispirate da uno dei Sukufilmejä:
“Un musical ospedaliero di scarso successo, una cruda raffigurazione del processo di devitalizzazione dentale seguita da conati di vomito con sangue e frammenti di denti, nella neve, di fronte all’ospedale. In risalto, la contraddizione angosciosa tra il milieu e i versi delle canzoni, tanto che alcuni critici hanno persino definito l’opera un crimine contro l’arte. Apprezzabile, comunque, è l’uso delle grida. Un commentatore benevolo può interpretare l’opera come testimonianza di cosa una persona malata sia disposta a fare per essere sana. Il film esprime anche una forte critica al sistema sanitario nazionale. Le performance vocali più toccanti sono quelle del dentista pingue e dell’avvenente igienista dai capelli corvini, il cui duetto sulla devitalizzazione assurge a classico per la sua stranezza. La fissazione mascellare non esclude la sessualità. A dimostrazione di come i denti possano causare sofferenza mentre le labbra procurare piacere.” (Trad. it. Antonio Parente)
Nella mostra, oltre ai Sukufilmejä, c’è un’ampia selezione di opere multimediali incentrate sulle continue trasformazioni dell’immagine in movimento: due videoinstallazioni, una serie di fotogrammi intitolati Black and White Movies, la serie Film Reader e tre opere filmiche (Futuro – A New Stance for Tomorrow, Future Is Not What It Used to Be, Tectonic Plate).
Negli ultimi anni Mika Taanila ha indagato nuove modalità di riproduzione delle immagini in movimento. Tectonic Plate (2016) è un film d’animazione astratto realizzato senza l’ausilio della macchina da presa che l’artista ha costruito fotocopiando e manipolando direttamente le immagini sulla pellicola cinematografica.
Il film narra di un anonimo viaggiatore che dopo essere tornato da un viaggio a Tokyo è bloccato in una stanza d’hotel vicino all’aeroporto di Helsinki, perso tra ricordi di viaggio, sovrapposizioni di diverse time zone e immagini di security check. I testi del film, scritti dal poeta Harry Salmenniemi e la colonna sonora composta da Mika Vainio – tra i pionieri della techno minimalista e fondatore insieme a Ilpo Väisänen del gruppo Pan Sonic – permettono di immergersi in un’esperienza sinestetica multidimensionale.
Ci piace ricordare, di Mika Taanila, anche un bellissimo film-documentario, realizzato con Jussi Eerola, del titolo Il ritorno dell’atomo, presentato al Film Festival di Toronto nel 2015. L’opera documenta la costruzione infinita della prima centrale nucleare al mondo progettata dopo la tragedia di Chernobyl, che proprio sulla Finlandia ha avuto conseguenze disastrose.
L’impianto OL3 di Eurajoki affidato alla società francese Areva doveva essere pronto, dopo 5 anni, nel 2009. Ma a causa di una lunga serie di problemi, strutturali e di sicurezza, la costruzione dell’impianto ha subito ritardi imprevedibili.
Il ritorno dell’atomo è un ritratto terribile dello stress, e dell’angoscia, della edificazione di una moderna Babele, una “città atomica” che non sembra creare altrettanta angoscia nella popolazione locale e nel Paese intero. Una paranoia dei nostri tempi.
Una ricerca multidisciplinare, quella di Taanila, che indaga le forme del sapere e il significato storico e culturale di utopie passate che sono diventate archeologia del futuro, con una particolare attenzione alla natura ambivalente delle innovazioni tecnologiche che hanno portato l’umanità a vivere in una perenne condizione di allerta e di “Damage Control”.
http://www.bolognatoday.it/eventi/mika-taanila-2020-bologna.html
Bologna, 23 gennaio – 22 marzo
Mika Taanila. Damage|Control
Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna
Piazza della Costituzione 11