Coronavirus al confine con la Svezia

Vicissitudini di un italiano al confine tra Finlandia e Svezia

Tornio municipal border sign 20190801

Vivo a Tornio, in Lapponia finlandese, ventimila e passa abitanti, e lavoro a Haaparanta (che in svedese si chiama Haparanda visto che gli svedesi a quanto pare non sanno pronunciare la t), in Lapponia svedese, diecimila anime. Ogni giorno sono tra i novemila e rotti che in ogni direzione attraversano questo stranissimo confine, situato tra il grande magazzino IKEA e il centro commerciale Rajalla.

Il confine ha una storia interessante, un giorno sarebbe interessante raccontarla. Stavolta però il dovere ci chiama, in quanto il mondo è nel mezzo della più grande crisi sanitaria dei tempi recenti, dovuta al nuovo Coronavirus e alla sindrome respiratoria di cui è foriero (la SARS-CoViD-19). 

In questi giorni interi paesi come l’Italia e la Cina sono stati bloccati nel tentativo di arginare il contagio, che a quanto sembra è comunque destinato ad espandersi in tutto il mondo. Altri paesi, come la Finlandia e la Svezia, hanno adottato misure molto meno drammatiche, limitando gli eventi di grande dimensione, isolando il più possibile le categorie a rischio (soprattutto gli anziani) ed aumentando le precauzioni da prendere in caso di sintomi influenzali anche lievi. 

È di oggi la notizia che la Finlandia a giorni metterà in quarantena chiunque arrivi dall’estero, ma ovviamente questo è il confine più pazzo del mondo e quindi ci dirigiamo verso ovest, sotto una nevicata fortissimsa. Vogliamo capire come le ultime direttive e la minaccia del virus hanno cambiato la vita delle persone. 

La prima che incontriamo è Suvi, madre di cinque figli e insegnante in una scuola di Tornio. Ci dice che la vita non è cambiata tanto: a casa hanno rafforzato le precauzioni igieniche, mentre al lavoro ha notato che circa la metà degli alunni sono a casa, alcuni perché hanno sintomi influenzali ed altri perché tenuti in isolamento dai genitori in via precauzionale. 

Incontriamo poi Tuomas, con i suoi quattro bambini. Lui lavora in una centrale elettrica situata nel quartiere di Röyttä, famoso per la battaglia in cui i finlandesi hanno sconfitto i tedeschi nel 1944, e per la presenza dell’acciaieria della Outokumpu, la più grande d’Europa dopo l’ILVA. Tuomas ci dice che al lavoro la situazione è frenetica, in quanto li hanno isolati e hanno proibito agli esterni di entrare nell’impianto. Se ci contagiamo noi, sostiene, la città non avrà più riscaldamento, né elettricità, e sarà un problema abbastanza grave. Dal punto di vista della vita familiare la situazione procede normalmente, eccetto che hanno deciso di non andare a trovare i nonni, in quanto non sono in buone condizioni di salute e con un eventuale contagio rischierebbero molto. 

Parliamo infine con Niina, che non vuole apparire in video ma in realtà si rivela molto loquace. Ha tre figli che vanno a scuola a Tornio e insegna a Haparanda, anche lei frontaliera. Spera che le scuole non vengano chiuse, perché dice che molti bambini hanno bisogno dell’attenzione degli insegnanti e del pasto caldo offerto dalla scuola. Spesso, dice amaramente, a casa nessuno glielo prepara. Ad agosto, quando le scuole ricominciano, tanti dei ragazzi sono denutriti, altri arrivano sovrappeso dopo troppe settimane di cibo spazzatura e playstation. La scuola, ci rivela Niina, è anche scudo che ripara da violenze domestiche e situazioni in cui abusi di droga, crimini e alcool rendono la vita familiare terribile per i nostri ragazzi. 

Una nevicata abbondante ha accompagnato tutto il nostro soggiorno a Haaparanta. Torniamo di là dal confine di stato in pochi minuti, chiedendoci che senso abbiano queste misure, e che senso abbia che viviamo in una città di fatto unita ma formalmente divisa tra due stati diversi, che apparentemente stanno prendendo due strade molto diverse nella gestione di questa pandemia. 

Nota dell’autore: Queste interviste sono state realizzate domenica 15 marzo. Il 16 marzo il governo finlandese ha annunciato l’adozione delle leggi emergenziali e la chiusura delle scuole e di tutti i confini. Il parco di Riekkola e la città di Haparanda in questo momento non sono raggiungibili dai finlandesi se non per motivi lavorativi. La Svezia ha semplicemente limitato gli assembramenti di grandi dimensioni e scoraggiato i movimenti non necessari. Le scuole e i confini rimangono aperti…

Foto in apertura di Veikko Vasama.