Lucio Dalla scrive L’anno che verrà nel 1978, dedicandola idealmente all’amico Michele Casali, il frate domenicano fondatore della mitica Osteria delle Dame a Bologna. La canzone mescola speranza per il futuro e qualche malcelata paura, riflettendo su una città e un paese in preda agli anni di piombo, ma anche mettendo in chiaro quanto l’amicizia e lo scriversi, anche se da lontano, possano sempre importanti. Una canzone che si è imposta velocemente nel canone della ‘musica leggera’, percorrendo gli ultimi quarant’anni nei giradischi e nelle liste Spotify, davanti ai falò sulle spiagge dell’Adriatico e in qualche cameretta adolescenziale, in qualche spartito di un cenone di capodanno e in nuovo video, uscito nel 2019.
Di strada L’anno che verrà ne ha fatta e la lettera immaginaria che Dalla ci canta salendo man mano di tono è arrivata anche qui da noi, in Finlandia. È a metà aprile che, in qualche giorno, grazie a qualche scambio di messaggi, il Circolo degli Italiani decide di organizzare Musica in Circolo un festival in streaming, raccogliendo 3500 € per la Protezione Civile. Come lascito finale di quella serie di concerti, i musicisti partecipanti hanno deciso di registrate gratuitamente una versione di L’anno che verrà, montando anche un video in pochissimo tempo, grazie a un eccellente lavoro di squadra.
In rapporto al numero complessivo di italiani in Finlandia, i musicisti (per hobby e per professione) sembrano essere tantissimi. Ci sono bizzarre combinazioni di batteriste economiste o geografe cantanti, ma c’è anche una grande presenza di professionisti dello spettacolo e facce note al di fuori della nostra ristretta comunità italofona. Alcune e alcuni di questi si sono adoperati per regalarci questo video, che è una bellissima lettera virtuale alle amiche e agli amici in Italia. La corrispondenza postale, così importante durante epidemie del passato, è stata in questi tempi superata dalle videochiamate, anche collettive, che alcuni di noi usano quotidianamente per stare vicino a parenti e “congiunti”, confinati per settimane nelle mura domestiche, fino all’odierno inizio della fase due, o nel peggiore dei casi in ospedale.
Il video è uno spaccato di quotidianità in quarantena. Le cuffie col microfono e la telecamera del computer che mostra gli arrangiamenti domestici dominano anche il nostro video, rivelando tra le altre cose la biblioteca di Luca Gargano e la cassettiera scorrevole di Andrea Brosio. Matteo Cherchi apre il pezzo con la sua dodici corde in una soffitta perlinata. Gargano, Brosio e Paolo Ribaldini, in omaggio alla tradizione hard rock, si esibiscono come se fossero in uno studio losangelino, con cuffie e microfono, mentre Ilaria Tucci e Grazia Blöndal in modo più indie intimistico, ci guardano in faccia. Luca Sturniolo sembra il gatto del Cheshire di Alice nel Paese delle Meraviglie e da un momento all’altro ci si aspetta che sparisca lasciando solo il suo sorriso sornione. Luca Cannavò (ma quanto Luca cantanti ci sono in Finlandia?), che ha montato il video, canta circondato dai suoi disegni, che sono stati pubblicati anche qui sulla Rondine.
Passando alla musica, la gamma di voci dei nostri connazionali è impressionante e a ogni passaggio si nota un modo assolutamente originale di fraseggiare e di interpretare la canzone. Avevamo già parlato delle difficoltà che il mondo della musica si trova ad affrontare in queste settimane, ma questo video dimostra che la musica c’è ancora e ancor più di prima, ci porta conforto dicendoci che, insomma, anche se tutto passa in un istante, “come diventa importante /che in questo istante ci sia anch’io”.