Finlandia, nel 2021 un’economia a crescita condizionata

La crescita economica in Finlandia accelererà al 2,5% nel 2021 con l’arretrare dell’epidemia di coronavirus: è questa la previsione del Ministero delle Finanze nella sua ultima indagine economica, pubblicata il 17 dicembre 2020.

Nel 2020 l’economia farà registrare una contrazione del 3,3%. L’allentamento della pandemia di coronavirus (COVID-19) nel 2021 riporterà l’economia più vicino alle condizioni normali. Prima di allora, la crescita economica rimarrà debole a causa dell’aumento delle misure restrittive, del basso livello di fiducia percepito nell’economia e di una maggiore incertezza. Nella seconda metà del 2021, l’economia crescerà rapidamente. Il prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe aumentare del 2,0% nel 2022 e dell’1,4% nel 2023.

La previsione si basa sul presupposto che i casi di coronavirus possano diminuire a causa di rigide restrizioni nel volgere dell’anno ma se il numero di casi ricominciasse ad aumentare dopo l’allentamento delle restrizioni, queste ultime potrebbero dover essere nuovamente rafforzate all’inizio del 2021. Questo quadro crea incertezza, che minerà la ripresa economica nella primavera del 2021. L’introduzione di vaccini durante la primavera migliorerà la fiducia in futuro in tutta l’economia ripristinando gradualmente il funzionamento della società verso la normalità.

Lo squilibrio tra le entrate e le spese delle amministrazioni pubbliche rimarrà al di sopra del 5% del PIL nel 2021. Il disavanzo diminuirà gradualmente nei prossimi anni, ma rimarrà comunque così elevato facendo sì che il rapporto debito pubblico / PIL continui crescere durante i primi anni del decennio  2020.

Mikko Spolander, foto VM

“L’epidemia è stata un evento eccezionale per l’economia e la società. Allorquando diverrà evidente che la Finlandia entri in una fase post-epidemia, sarebbe giustificato spostare l’enfasi della politica economica dalla gestione della crisi acuta al rafforzamento delle condizioni per la crescita economica e alla stabilizzazione delle finanze pubbliche “, afferma Mikko Spolander, Direttore generale del Dipartimento di Economia del Ministero delle Finanze.

L’economia globale si riprenderà dalla profonda recessione causata dalla pandemia nel corso del 2021. La ripresa sarà ponderata verso la seconda metà dell’anno mentre dall’estate 2020 il commercio mondiale potrebbe cominciare a riprendersi dal profondo crollo causato dalla pandemia, proseguendo a migliorare gradualmente. L’economia cinese è già quasi tornata ai livelli pre-crisi, ma la pandemia impedisce ancora la normalizzazione economica in molte altre aree economiche.

In Finlandia, una chiara ripresa dell’economia dai nefasti effetti dell’epidemia di coronavirus sarà posticipata al 2021, poiché la seconda ondata pandemica rallenterà temporaneamente la crescita economica intorno alla fine dell’anno. Il consumo di servizi diminuirà nuovamente a causa di tale seconda ondata, ma il consumo di beni rimarrà sostenuto mentre quello di servizi potrebbe riprendersi solo quando la fiducia dei consumatori tornerà gradualmente alla normalità.

Il tasso di crescita medio degli investimenti privati ​​rimarrà contenuto. La graduale ripresa dello sviluppo economico globale si rifletterà in una ripresa degli investimenti, tuttavia, si prevede che gli inizi di nuovi progetti di costruzione subiranno ritardi e si verificherà una chiara riduzione dell’importo degli investimenti nella costruzione di alloggi. Il commercio mondiale è già orientato alla crescita, che ha avuto un impatto favorevole sulle esportazioni di merci. Le esportazioni di servizi, invece, continuano a diminuire. La crescita della produzione delle aziende esportatrici fa aumentare la domanda di beni intermedi importati dal resto del mondo e l’impatto delle esportazioni nette sulla crescita economica rimane modesto; la quota delle esportazioni e del PIL rappresentata dal valore aggiunto interno non è aumentata in linea con la media dell’UE.

L’epidemia in corso e le misure adottate dal governo per sostenere le imprese, i cittadini e l’economia manterranno il disavanzo delle amministrazioni pubbliche a un livello elevato nel 2021. Inoltre, il rinvio delle cure non urgenti durante l’epidemia si traduce in un arretrato di servizi sanitari che aumenterà la pressione al rialzo sulla spesa sanitaria e dei servizi sociali dopo che l’epidemia si sarà placata. Il rapporto debito / PIL delle amministrazioni pubbliche crescerà al 69% nel 2020. Nel 2021, la crescita del rapporto debito / PIL rallenterà con l’arretrare dell’epidemia e la ripresa dell’economia. Tuttavia, lo squilibrio tra le entrate e le spese delle amministrazioni pubbliche nonché gli aumenti della spesa dovuti all’invecchiamento della popolazione continueranno a far lievitare il rapporto debito / PIL anche nei prossimi anni. Il rapporto debito pubblico / PIL dovrebbe essere del 75% nel 2025.

La crescita economica potrebbe essere più lenta del previsto in una situazione in cui la crescita del numero di casi di coronavirus accelerasse a causa di misure restrittive ritardate ovvero se tali misure si rivelassero inefficaci. Un aumento della necessità di cure ospedaliere potrebbe causare restrizioni significativamente più severe, che a loro volta rallenterebbero ulteriormente la crescita economica. Un aumento dei casi di coronavirus e la necessità di rafforzare le cure ospedaliere potrebbero minare gravemente la fiducia economica, rallentando in modo significativo la crescita economica. Inoltre, l’entità dell’impatto economico dipenderà anche dalle misure che il governo adotterà per mitigare l’epidemia e sostenere l’economia. Più velocemente l’economia si riprenderà, più velocemente saranno disponibili i vaccini, tanto più ampia sarà la percentuale della popolazione vaccinata e tanto più saranno efficaci i vaccini stessi.

L’effetto di rafforzamento della fiducia innestato dai vaccini potrebbe anche essere più solido del previsto, consentendo all’economia di tornare alla normalità in anticipo. Ciò promuoverebbe, in particolare, una ripresa più rapida e più forte dei servizi sia a livello nazionale che internazionale. Nell’UE sono state avviate e pianificate misure energiche per stimolare la produzione e la domanda: l’attuazione di queste misure e delle misure decise e pianificate dal governo per stimolare l’economia servirà a stimolare la produzione sia in Finlandia che altrove.