Una situazione “speciale” a Helsinki, così la racconta il quotidiano più diffuso: come spiegare la spinta a costruire alloggi in un periodo in cui la crescita della popolazione registra un calo e anzi aumenta il numero di quanti lasciano la capitale?
Abbiamo segnalato di recente sulla Rondine la presa di posizione polemica di architetti, politici e intellettuali a proposito dei piani di edificazione che interessano anche il centro storico.
Ma la questione che viene posta oggi all’attenzione riguarda anche il volume dei progetti edificatori. L’anno scorso a Helsinki sono stati completati 7.280 appartamenti, quando l’obiettivo prefissato era di 7.000. Si pensi che un numero superiore di alloggi erano stati costruiti solo all’inizio degli anni ’60, gli anni di punta della espansione dell’edilizia nell’area periferica della capitale: nel 1961 si era arrivati a costruire 8.537 appartamenti a Helsinki e nel 1962 altri 7.300.
Per Anni Sinnemäki (Partito dei Verdi), vicesindaco con delega all’ambiente urbano di Helsinki, e Risto Rautava (Partito di Coalizione), l’obiettivo è di costruire fino a 8.000 appartamenti all’anno dal 2023 in poi. Dietro il progetto c’è l’ipotesi che costruendo un numero adeguato di alloggi Helsinki possa anche frenare la crescita dei costi delle abitazioni.
I “costruttivisti” sembrano tenere duro sulle previsioni di sviluppo della capitale che si facevano fino a cinque anni fa all’insegna delle tre T: tuotanto, työllisyys e tonttimaa (produzione, occupazione e terreno edificabile). Si facevano allora previsioni costruite su “se” che recentemente, anche in conseguenza della crisi indotta dalla pandemia, hanno accentuato la loro natura ipotetica. Si ragionava così, cinque anni fa: “Se l’economia della regione di Helsinki si riprenderà rapidamente dalla recessione economica nei prossimi anni e se la produzione e l’occupazione cresceranno un po’ più velocemente della media dell’UE e anche più velocemente della Finlandia nel suo insieme, la popolazione dell’area metropolitana di Helsinki raggiungerà i due milioni nel 2050” .
Non tutte le previsioni si sono avverate. I progetti di sviluppo urbano erano necessariamente legati a due fattori che dovevano crescere in parallelo: sviluppo dell’economia e aumento della popolazione. Allo stato attuale va detto che, mentre gli obiettivi edificatori sono aumentati, la crescita della popolazione a Helsinki registra un calo costante a partire dal 2018. L’anno scorso, in particolare, la popolazione di Helsinki è cresciuta solo di 3.090 individui nel 2020, rispetto agli oltre 5.000 nel 2019.
L’esodo verso i comuni della cintura metropolitana, come pure al di fuori della regione e altrove in Finlandia, è aumentato in modo significativo nel primo trimestre del 2021 a confronto dei dieci anni precedenti.
Il dato è confermato dalla situazione di Espoo, che fa parte dell’area metropolitana di Helsinki. Secondo dati dell’anno scorso, il numero di cittadini che hanno lasciato la città è aumentato del 16,5% rispetto alla media dei cinque anni precedenti: cioè in un anno si sono registrate circa 2.000 partenze in più.
Ma se Helsinki ha perso soprattutto una popolazione di età compresa tra i 25 e i 44 anni, a Espoo la migrazione ha riguardato persone di tutte le fasce di età. E le destinazioni sono state prevalentemente comuni limitrofi come Nurmijärvi, Kirkkonummi, Tuusula e Järvenpää. Cosa cerca questa gente a Kirkkonummi che non trova a Espoo? Rispondeva a un’intervista Timo Aro, esperto della società di consulenza per lo sviluppo regionale: lotti di terreno a prezzi sostenibili, e un po’ di spazio vitale.
Pekka Vuori, responsabile del centro informatico della capitale, ha dichiarato: “Non sappiamo come la pandemia alla fine influenzerà i dati demografici. Ad esempio, il lavoro a distanza resisterà anche dopo? Certamente nelle prossime elezioni municipali gli obiettivi attuali di produzione di alloggi saranno messi in discussione. Dal punto di vista elettorale saranno un tema molto interessante e la crescita della popolazione dovrà essere attentamente monitorata”.
Tra il 2020 e il 2021, la massima concentrazione di nuova edilizia abitativa si è registrato a Kalasatama (1.863), Pasila (1.707) e Länsisatama (1.291). Molti appartamenti sono in costruzione anche a Koskela, Kruunuvuorenranta, Herttoniemi, Mellunkylä e Vartiokylä. E in prospettiva migliaia di appartamenti sono previsti nell’area finora occupata dallo storico aeroporto di Malmi (nonostante proteste e azioni legali di un comitato in rappresentanza della popolazione locale).
Dicevamo della teoria secondo cui l’aumento di disponibilità di vani in città dovrebbe contribuire a calmierare i prezzi, l’argomento forte sbandierato dai “costruttivisti”. L’argomento, però, non sembra confortato da riscontri solidi nemmeno a guardare la situazione del vicino svedese.
Secondo Pekka Vuori, a Stoccolma, ad esempio, la caduta di migrazione interna nel 2020 è stata notevolmente superiore a quella di Helsinki, eppure i prezzi delle case in città sono comunque aumentati. “Non è inequivocabile che costruire più case ridurrà automaticamente i prezzi”.
Staremo a vedere. Una cosa è certa: le elezioni comunali della capitale a metà giugno terranno conto anche di questa discussione.
(Foto del titolo da wikipedia. Per le foto pubblicate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)