Ricordiamo il giorno anniversario di un grande studioso finlandese. Martti Haavio era nato a Temmes (Ostrobotnia Settentrionale) il 22 gennaio del 1899, sarebbe morto a Helsinki nel 1973. Laureato in filosofia nel 1932 presso l’Università della capitale, un anno prima era già funzionario dell’Archivio di poesia popolare della Società di Letteratura Finlandese, istituto del quale, a partire dal 1934, sarebbe stato direttore. Dal 1924 al 1931 aveva lavorato come redattore presso WSOY, una delle grandi case editrici finlandesi. In quegli anni inizia la sua carriera di ricercatore e interprete della lirica baltofinnica.
Mentre era ancora studente, aveva sviluppato un interesse per la poesia e la letteratura popolari, e fu coinvolto nelle organizzazioni studentesche, scrivendo regolarmente per Ylioppilaslehti. Tra gli studiosi che hanno ispirato Haavio c’erano stati Kaarle Krohn e E.N. Setala.
Già negli anni ’20 aveva pubblicato diverse poesie e racconti sotto lo pseudonimo di P. Mustapää, nome derivato dalla cinquecentesca Casa delle Teste Nere di Tallin, sede dell’omonima Confraternita, gilda di mercanti baltici fondata nei primi del ‘400 a Riga, il cui patrono era San Maurizio (la testa nera è un riferimento all’iconografia duecentesca del soldato moro e alle presunte origini egiziane del Santo).
Haavio negli anni ’30 si impegnò anche dal punto di vista politico. Era contrario a ogni restrizione sociale e fanatismo, pur sostenendo la cultura nazionalistica finlandese. Haavio annoverava tra i suoi amici persone che erano impegnate nell’edificazione politica e culturale della Finlandia. Urho Kekkonen e Kustaa Vilkuna, ad esempio, erano i padrini del suo unico figlio.
Haavio faceva parte di una associazione che si autodefiniva “Università estiva”. Il giovedì si incontravano in un ristorante dei grandi magazzini Stockmann per discutere di attualità. Oltre a Kekkonen e Vilkuna, il gruppo comprendeva altri influenti accademici e politici. Gli incontri andarono oltre la conversazione: ad esempio, contribuirono a far nascere un periodico, in seguito chiamato Kanava, che sarebbe stato influente in cultura e in politica. Dal 1933 al 1945 Haavio ne fu caporedattore.
Durante la Guerra d’Inverno e la Guerra di Continuazione, Martti Haavio prestò servizio come corrispondente sul campo di battaglia e responsabile delle comunicazioni militari. Dalle esperienze di guerra nacquero due pubblicazioni, il diario Marciamo sulle vie dell’Olonec (Me marssimme Aunuksen teitä 1969) e, a quattro mani con Paavolainen, Battaglia per l’Aunus (Taistelu Aunuksesta), testo posto all’indice nel dopoguerra e recentemente riproposto da SKS.
Interessato alla poesia e la mitologia popolari, mentre era alla Società di Letteratura Finlandese si impegnò a creare un moderno archivio di ricerca. Insieme a Lauri Hakulinen e Aarni Penttilä, fondò la serie degli Studia Fennica. Al tempo stesso, creò una rete pubblica per la raccolta di materiale folclorici, e fece quattro viaggi nelle aree careliane intorno al lago Ladoga, Aunus (ora Olonets) e Ingria per raccogliere liriche popolari.Docente di poesia popolare finlandese e comparata all’Università di Helsinki dal 1932, fu solo nel 1947 che divenne professore. Ed è in questa veste che Martti Haavio raggiunse una fama internazionale. È stato membro di diverse società straniere nel campo delle tradizioni popolari e del folclore. Si è occupato anche di studi delle religioni, contribuendo a farne una disciplina accademica in Finlandia.
Tra le sue opere più note ricordiamo Suomalaisen muinaisrunojen maailma (Il mondo degli antichi runot finlandesi, 1935), Piispa Henrik ja Lalli. Piispa Henrikin surmavirren historiaa (Henrik di Uppsala e Lalli. Storia del ciclo lirico sull’uccisione del vescovo Henrik, 1948), Väinämöinen. Suomalaisten runojen keskushahmo (Väinämöinen. Figura centrale della poesia balto-finnica, 1950), Kirjokansi. Suomen kansan kertomarunoutta (Il coperchio variopinto. La lirica descrittiva del popolo di Finlandia, 1952), Karjalan jumalat. Uskontotieteellinen tutkimus (Gli dèi di Carelia. Per uno studio di scienza delle religioni, 1959).
Bjarmien vallan kukoistus ja tuho (Splendore e scomparsa del Regno di Biarmia) è il titolo di un saggio del 1965 che la casa editrice Vocifuoriscena ha pubblicato in traduzione italiana e che raccomandiamo all’attenzione dei lettori interessati. Della Bjarmia (Bjarmland, Bjarmaland, prospera terra popolata dai beormas citati dal viaggiatore norreno Ottar di Hålogaland, come da altre svariate fonti) si sono occupati intellettuali finlandesi quali l’etnologo, linguista e storico Kustaa Vilkuna, l’archeologo Aarne Michaël Tallgren, il poeta e traduttore Joel Lehtonen e, nella sua fugace esperienza di scrittore, Akeli Gallén-Kallela, a titolo proprio tutti affascinati dalla romantica finnicità di questa misteriosa terra menzionata dalle antiche scritture, importante crocevia dei mercati del nord e meta ambìta di scorrerie da parte dei popoli vicini per le sue ricchezze.
Splendore e scomparsa del Regno di Biarmia
Edizioni Vocifuoriscena, 2015
Traduzione: Marcello Ganassini
Pp. 434
Prezzo: € 24,00
(Foto del titolo di Mauri Vuorinen. Suomen valokuvataiteen museo. Per le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)