Fennovoima blocca la costruzione della nuova centrale nucleare

La guerra in Ucraina decisiva per la rottura dell’accordo con i russi di Rosatom

La compagnia finlandese per la produzione energetica Fennovoima ha rescisso il contratto con l’azienda statale russa Rosatom per la costruzione della centrale nucleare Hanhikivi 1 sulla costa occidentale della Finlandia, nella regione dell’Ostrobotnia, a Pyhäjoki. Tra le motivazioni, ritardi significativi e “l’incapacità di Rosatom di portare a termine il progetto”. Ma c’è anche un’aggiunta rilevante: la constatazione che la guerra in Ucraina ha ulteriormente accentuato i rischi del progetto.

Fennovoima, un consorzio di imprese industriali finlandesi e società energetiche per lo più municipali, aveva firmato un contratto chiavi in ​​mano con la sussidiaria di Rosatom RAOS Project nel 2013. Che aveva fatto seguito al ritiro dell’originaria azionista di minoranza, la tedesca E.ON. Inizialmente l’impianto doveva essere costruito da Toshiba o Areva, che hanno recentemente completato il reattore nucleare Olkiluoto 3, un progetto a sua volta a lungo ritardato.

Secondo quanto si legge sul sito Yle, non è chiaro se Fennovoima cercherà ancora di trovare un nuovo fornitore. L’amministratore delegato Joachim Specht ha dichiarato che la società “si concentrerà sulla conservazione del sito”, senza fornire ulteriori dettagli.

Joachim Specht- Foto Fennovoima

Tra gli azionisti finlandesi nel progetto Fennovoima figurano le città di Vantaa e Turku, che già da tempo cercavano di abbandonare il progetto, ma senza trovare acquirenti. Un rischio dell’operazione è che molti comuni subiscano perdite significative a causa del crollo dell’impresa.

Dal punto di vista dei finlandesi, la cooperazione con Rosatom è diventata ancora più insostenibile dopo che la compagnia ha preso il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe in Ucraina.

A febbraio, poco dopo l’invasione russa in Ucraina, Fennovoima si era detta “molto rattristata” per l’attacco che rappresentava “un grave rischio” per il progetto Hanhikivi. Ma per il moento si era andati avanti col progetto.

Il ministro dell’Economia Mika Lintilä (Partito di Centro) di fatto però aveva sospeso il progetto, dichiarando al Parlamento il 25 febbraio che non avrebbe presentato al governo la richiesta  di autorizzazione per l’impianto. Richiesta che è in attesa presso il Ministero dell’Economia e del Lavoro dalla metà del 2015, privo com’è dell’ approvazione da parte dell’Autorità per le radiazioni e la sicurezza nucleare (Stuk). L’organismo di vigilanza nucleare afferma di non essere stato in grado di rilasciare una dichiarazione perché non ha ricevuto i rapporti sulla sicurezza richiesti da Fennovoima, nonostante le ripetute richieste.

Foto : Fennovoima e Riina Paakkinen

I problemi insorti dopo l’inizio della guerra sono enormi. Il cuore della centrale elettrica, il contenitore pressurizzato del reattore, doveva essere costruito a Kramatorsk, nell’Ucraina orientale, mentre alcuni lavori di saldatura si dovevano eseguire in Russia.

Subito dopo l’annuncio di Fennovoima, il ministro Lintilä ha rilasciato una dichiarazione sostenendo la decisione. “Il Ministero dell’Economia e del Lavoro considera giustificato e coerente il modo in cui i proprietari hanno agito in merito al contratto di fornitura dell’impianto. La risoluzione del contratto è una misura comprensibile in questa situazione”. E ha aggiunto: “La Russia ha violato tutti gli accordi internazionali rilevando la centrale nucleare di un altro stato. Considero assolutamente impossibile che venga concesso un permesso in una situazione del genere”.

Il ministro ha poi affermato che la decisione sarà probabilmente discussa in una riunione dei ministri dell’Energia dell’UE a Bruxelles.

Inevitabili le reazioni da parte russa. Il colosso energetico Rosatom ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di essere “estremamente deluso” dalla decisione di Fennovoima, che ha descritto come “completamente inspiegabile”. Aggiungendo che la cancellazione è stata effettuata “senza alcuna consultazione con gli azionisti del progetto”. La sussidiaria di Rosatom, RAOS Voima, è il maggiore azionista, con una quota del 34%. “Ci riserviamo il diritto di difendere i nostri interessi in conformità con i contratti e le leggi applicabili”, ha aggiunto Rosatom.

Non è chiaro se le parti finlandesi o russe del progetto chiederanno un risarcimento per l’annullamento del progetto. Le richieste di risarcimento potrebbero arrivare fino a decine di miliardi di euro, poiché oltre ai lavori di progettazione e costruzione completati, potrebbe essere richiesto un risarcimento per la perdita di energia elettrica che non verrà prodotta dall’impianto per i decenni a venire.

(Foto del titolo: Fennovoima. Per le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)