“Questa è una giornata storica”, ha detto il capo di stato, Sauli Niinistö, precisando di aver iniziato la giornata con una visita alle tombe dei caduti nel Giorno della Memoria finlandese. “Queste decisioni rafforzeranno, non indeboliranno, la nostra sicurezza”, ha affermato il primo ministro Sanna Marin.
È il pomeriggio di domenica 15 maggio, e il presidente della repubblica e il capo del governo hanno annunciato che la Finlandia farà domanda di adesione alla NATO.
Una decisione che suggella quanto già dichiarato non più tardi di giovedì, quando il presidente Niinistö e Sanna Marin avevano annunciato in una dichiarazione congiunta di aver sostenuto la domanda della Finlandia di entrare nella NATO il prima possibile, “per ragioni di urgenza”.
Secondo quanto dichiarato dal governo, domenica mattina il presidente e il Comitato ministeriale per la politica estera e di sicurezza hanno completato il rapporto sull’adesione della Finlandia alla Nato.
Il Consiglio di Stato al completo ha iniziato a esaminarlo alle 17. Nella riunione, Niinistö e il Comitato ministeriale hanno convenuto che la Finlandia avrebbe presentato domanda di adesione dopo la consultazione parlamentare. In base alla costituzione, la politica estera della Finlandia è nelle mani del presidente in collaborazione con il governo, ma gli impegni con organizzazioni internazionali devono essere vidimati dal Parlamento.
La richiesta di adesione alla Nato segna un drammatico cambiamento nella politica di sicurezza finlandese, lontano dal suo tradizionale disallineamento militare. Per quanto non si tratti affatto di disimpegno. In realtà, Finlandia e Svezia sono membri del programma di Partenariato per la pace della Nato dal 2013 e prendono regolarmente parte a operazioni ed esercitazioni guidate dall’allenza.
Prima dell’attacco russo all’Ucraina, il sostegno all’adesione all’alleanza era stato a lungo tiepido tra l’opinione pubblica finlandese e quasi tutti i partiti politici. Durante questa primavera, il sostegno pubblico è passato da meno della metà a più di tre quarti nei sondaggi.
Dunque, lunedì il Parlamento dibatterà la proposta. Dopo il dibattito e l’approvazione dell’aula, presidente e governo avvieranno l’iter per la candidatura, possibilmente già martedì. L’approvazione parlamentare è certa, poiché quasi tutti i partiti hanno già approvato la proposta. Le uniche eccezioni sono l’Alleanza di sinistra del ministro dell’Istruzione Li Andersson, che consentirà ai parlamentari di votare secondo coscienza, e un partito di opposizione di destra con un unico rappresentante il VKK (Valta kuuluu kansalle, Potere al Popolo) .
Anche la Svezia deciderà sulla sua domanda entro i prossimi giorni, e il Partito socialdemocratico al governo darà l’annuncio domenica sera. Marin e la collega leader del PSD, il primo ministro Magdalena Andersson, hanno preso accordi per agire in sintonia sin dall’inizio della primavera. Marin ha detto che probabilmente presenteranno le loro domande allo stesso tempo.
Rispondendo alle domande dei cronisti, Niinistö ha parlato dei recenti contatti telefonici con le sue controparti russe, turche e americane. Ha detto che la chiamata di sabato al presidente russo Vladimir Putin è stata serena da entrambe le parti. Secondo Niinistö, Putin avrebbe dichiarato che la Finlandia “non era minacciata” e che l’adesione alla Nato era “un errore”. Ha descritto la reazione di Putin alla decisione finlandese come sorprendentemente tiepida considerando iprecedenti toni minacciosi sull’argomento.
Sul perché la Russia non abbia reagito in modo più deciso alla scelta della Finlandia, Niinistö ha azzardato alcune spiegazioni. La prima è che la Russia abbia seguito attentamente l’evolversi della stretta cooperazione della Finlandia con la NATO fino a rendersi conto che il paese nordico è già di fatto un partner.
Un’altra possibilità è che la Russia ufficiale non voglia portare la questione a un dibattito pubblico nel proprio paese.
Come terza possibilità, Niinistö ha sostenuto che risposta contenuta potrebbe indicare un atteggiamento genuino del paese vicino.
A Niinistö è stato anche chiesto del commento del presidente turco Erdogan di venerdì, secondo cui consentire a Finlandia e Svezia di aderire alla Nato sarebbe “impossibile” da approvare per la Turchia, a causa del presunto sostegno dei paesi nordici ai “terroristi internazionali” curdi. Il presidente finlandese si è detto “sconcertato” da questa affermazione. Ha fatto riferimento a una telefonata con Erdogan di circa un mese fa, in cui l’interlocutore, sulla questione, si era dichiarato favorevole. Niinistö si è comunque detto pronto a discutere di qualsiasi problema con Erdogan.
Il ministro degli Esteri Pekka Haavisto, interrogato al riguardo, ha dichiarato che la posizione della Finlandia sui curdi del PKK è in linea con quella dell’UE, che lo ha classificato come un gruppo terroristico. Sabato ha incontrato a Berlino il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, che secondo cui Ankara non avrebbe impedito a Finlandia e Svezia di unirsi alla Nato, pur volendo negoziare sulla questione.
Venerdì Niinistö ha parlato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una telefonata incrociata con il premier svedese Andersson. Niinistö ha affermato che Washington ha offerto il suo sostegno, ma che Biden ha spiegato che non potrebbe offrire garanzie di sicurezza durante il processo di candidatura alla Nato senza una decisione separata del Senato, il che sarebbe quasi senza precedenti.
A sua volta Sanna Marin, alla domanda su una possibile possibile ritorsione russa, ha risposto che “la Finlandia è una nazione preparata, come abbiamo visto durante la pandemia.” Sulle ragioni della scelta: “Qui vediamo una Russia completamente diversa rispetto a prima della guerra. Tutto è cambiato. Non possiamo fidarci che il vicino conservi un rapporto pacifico se veniamo lasciati soli. Siamo arrivati alla scelta NATO perché non ci sia mai più una guerra in Finlandia”.
La questione dell’ingresso della Finlandia nella Nato è oggetto di discussioni al di fuori dei confini del Paese. Domani, lunedì 16, il Presidente Sauli Niinistö incontrerà il leader repubblicano del Senato degli Stati Uniti Mitch McConnell e altri tre senatori repubblicani: John Barrasso del Wyoming, Susan Collins del Maine e John Cornyn del Texas.
Invece Sanna Marin, come riporta anche l’ANSA, sarà in visita in Italia mercoledì prossimo, 18 maggio, dove avrà un incontro a Palazzo Chigi con Mario Draghi.
(Foto del titolo da Lapin Kansa. Per tutte le foto utilizzate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)