Vesa-Matti Loiri, attore, comico, musicista, è morto all’età di 77 anni il 10 agosto in seguito a una grave malattia. Nato a Helsinki nel 1945, è stato sposato tre volte e ha avuto cinque figli.
Sauli Niinistö ha commemorato l’attore su Twitter: “Se n’è andato, nel più profondo rispetto, il più grande dei grandi, Vesa-Matti Loiri. Hai saputo toccarci nell’anima, profondamente. Buon viaggio nell’ignoto, caro amico .”
Sanna Marin si è unita ai tributi, scrivendo in un tweet: “Riposa in pace Vesa-Matti Loiri, interprete dell’anima finlandese. Sarai ricordato”.
Ma su tutti i principali organi di stampa del Paese è stato ricordato non senza commozione, da Yle a Helsingin Sanomat.
Di certo una delle figure dominanti della cultura finlandese nell’ultimo mezzo secolo, Vesa-Matti Loiri aveva debuttato sullo schermo all’età di 17 anni nel film Pojat (Ragazzi) di Mikko Niskanen nel 1962.
Loiri aveva studiato all’Accademia teatrale di Helsinki dal 1963 al 1966, per poi lavorare al Teatro di Helsinki fino all’inizio degli anni ’70e poi a quello di Turku per gran parte degli anni ’70.
Nel 1982, ha interpretato il ruolo del fabbro Ilmari in Rauta-aika (L’età del ferro), una miniserie di successo della televisione nazionale basata sull’epopea nazionale finlandese, il Kalevala, con una sceneggiatura del grande poeta Paavo Haavikko.
Ma il ruolo che gli ha dato la celebrità è stato quello di Uuno Turhapuro, nella serie diretta da Spede Pasanen.
Qui ha interpretato il ruolo dello sciatto e sfigatissimo Turhapuro dal 1971 in oltre 20 film fino al 2004. Riflettendo sulle ragioni della popolarità di questo uomo qualunque finlandese, Loiri dichiarò in un’intervista alla Yle nel 2004:
“È così facile per noi riconoscerci nel ruolo. Uuno è un anarchico, in un certo senso. In parte a causa della sua pigrizia, si rifiuta di assumere il ruolo di modello della società. Uuno è un uomo ricco di sogni e tanta immaginazione ”.
Difficile capire soprattutto per chi non è finlandese il successo di Uuno. Questo personaggio “brutto, sporco e cattivo” ha rappresentato per anni la messa in scena di una Finlandia profonda, quella della provincia e della campagna, dove vegeta questo anti-eroe perennemente sfigato, un dongiovanni da quattro soldi, attaccabrighe trionfalmente perdente, eppure felice per un bacio rubato, o per una ciotola di minestra.
Mi viene da pensare che in quell’anno 1971 in cui cominciava la sua serie in Finlandia, in Italia usciva il primo volume (Rizzoli) di un personaggio per alcuni aspetti non del tutto dissimile che si chiamava Fantozzi. Un omino, brutto e sfigato, che è diventato l’interprete di un’Italietta provinciale e profonda, dando voce alle lagne e alle illusioni (sempre perdute) dell’italiano impiegato medio.
Ma se Villaggio incarnava la gioa del servilismo e della sconfitta, Uuno aveva una caratteristica donchisciottesca che gli consentiva di sentirsi sempre e comunque un vincitore, al di là dell’evidenza reale. In questo, un poeta, come il suo interprete. In comune, però, i due personaggi hanno un destino commune: oggi i due Paesi un po’ se ne vergognano. Forse perché sotto sotto non sono poi cambiati più di tanto?
Vesa-Matti Loiri era (come del resto Paolo Villaggio) un attore raro, in grado di passare da ruoli comici assurdi a interpretazioni serissime di opere di Dostoevskij e Aleksis Kivi.
Ma era un artista completo, avendo anche talento come musicista, ed è ricordato per una serie di belle interpretazioni, con la sua voce roca.
Ha rappresentato la Finlandia all’Eurovision Song Contest del 1980, ma il suo tono baritonale e il suo modo di esprimersi disincantato erano più adatti agli adattamenti musicali delle poesie di Eino Leino. Ha iniziato a registrarli con il noto compositore Kaj Chydenius alla fine degli anni ’60, tornandoci su più volte negli anni 2000. (Tra tanti, un brano celebre, “Notturno“)
Ha poi cantato e registrato brani di altri famosi compositori e cantautori finlandesi: Oskar Merikanto, Reino Helismaa e Juha Vainio. In questo suo impegno voleva essere visto come un interprete delle emozioni più profondamente finlandesi: un interprete popolare divertente e informale, ma anche un artista tragico che cantava della solitudine e della caducità del tutto.
L’album Näin sydämeeni joulun teen, pubblicato nel 1988, è l’album di Natale finlandese più venduto di tutti i tempi. In Finlandia, inutile ricordarlo, il Natale è roba seria.
Anche nel privato, non gli sono state risparmiate tragedie personali. Il figlio più grande morì in un incidente d’auto nel 1994, dopo la scomparsa della madre nello stesso modo nel 1977. Un altro figlio morì improvvisamente nel 2019 all’età di 37 anni.
“Ho avuto una vita molto ricca con alti e bassi. Penso che si adatti molto bene alla mia personalità”, ha commentato l’attore.
Insieme coi tanti articoli che lo ricordano e compiangono, va ricordato il documentario dedicatogli da Mika Kaurismäki, “Vesku”,
ma soprattutto la lunga biografia (“Loiri”) che lo scrittore Jari Tervo gli ha dedicato, 700 pagine, pubblicata nel 2019 da Otava. Riassumendo, per Tervo, si tratta dell’ “ultima e più luminosa stella della cultura finlandese del dopoguerra e prima di Internet. Con la sua morte, finirà un’epoca”.
Vogliamo ricordarlo come lo ricordano i finlandesi, in una delle sue più belle interpretazioni, Hyvää puuta: un buon ciocco di legno, se è roba buona, è per sempre. Lo testimoniano nella clip i tanti ragazzi che lo applaudono. Grazie Vesku.
(Foto del titolo Warner Music. Per le immagini utilizzate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)