Il caso Meloni, tra la Russia e Tolkien, sulla stampa finlandese

In Italia vince la destra, e allora il Paese mediterraneo torna a fare notizia sui media finlandesi. Anche alla Rondine è stato chiesto da una rete televisiva nazionale di intervenire, per parlare “della Meloni”. Sul sito della stessa rete compare un profilo del futuro Presidente del Consiglio: “Meloni è un politico cresciuto nel quartiere operaio della Garbatella. Rappresenta il partito dei Fratelli d’Italia che affonda le sue radici nel fascismo.”

E si riporta il tormentone che rappresenterebbe compiutamente il suo credo politico: “Io sono Giorgiasono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana: non me lo toglierete!». 

I commentatori finlandesi sottolineano anche certi mutamenti nella linea politica di Meloni in politica estera. La prospettiva sulla Russia, ad esempio, è cambiata dall’inizio della guerra di aggressione. Nel suo libro Io sono Giorgia, pubblicato nel 2021, Giorgia Meloni aveva definito il presidente russo Vladimir Putin un difensore dei valori europei e dell’identità cristiana, ma adesso ha rassicurato che continuerà con la rigida politica sanzionatoria dell’UE nei confronti della Russia, dopo le elezioni.

A questo riguardo, un analista dell’Istituto di politica internazionale di Helsinki fa presente come proprio l’insistenza di Enrico Letta sulle simpatie della destra per Putin gli abbiano nuociuto. “Le elezioni riguardavano la politica interna e in Italia non c’è la stessa demonizzazione della Russia dominante nell’Europa orientale”.

In campo economico Meloni è stata molto prudente durante la campagna elettorale, e qui l’Europa è in attesa di vedere come riuscirà a guidare l’economia italiana in difficoltà. Lei intanto ha dichiarato che le previsioni del governo uscente si sono rivelate sbagliate.

Alla domanda cruciale, però: “Come è possibile che in Italia…?” (la stessa che qui si ripeteva al tempo dell’ascesa di Berlusconi) più di un commentatore si aggrappa a quanto dichiarato da Wolfango Piccoli, co-presidente di Teneo Intelligence, società di analisi di Londra, secondo cui gli italiani stanno affidando oggi a Meloni la responsabilità del governo perché è “l’unico dirigente che gli italiani non abbiano ancora sperimentato”. Statisticamente ineccepibile.

Ma indubbiamente la collocazione politica di Fratelli d’Italia suscita più di una preoccupazione.  “Gli eredi del fascismo in Italia hanno appena reso l’intera Europa un luogo molto più conservatore”, titola Helsingin Sanomat. “E Giorgia Meloni, leader dei Fratelli italiani, non sostiene il totalitarismo, ma il suo partito condivide molti degli ideali del fascismo”, scrive Tommi Hannula.

Che aggiunge: anche rispetto alla Germania, l’Italia non ha mai rotto i ponti col suo passato fascista. I valori della dittatura sono sopravvissuti nel MSI di cui fece parte Meloni all’inizio degli anni ’90. Spingendosi, ancora giovane, a elogiare Mussolini come un brillante politico. Ma, nota l’analista finlandese, questo non è un particolare che possa mettere fine alla carriera di un politico in Italia!

Meloni ha negato legami tra il suo partito e il fascismo. E se Dio, Patria e Famiglia restano la triade dei valori supremi, pure va detto che nazionalismo, valori familiari conservatori e cattolicesimo non bastano a caratterizzare un partito come fascista.

Positivo per l’Europa nel suo insieme è il fatto che Meloni abbia attenuato la sua precedente ostilità verso l’UE:  difficile rinunciare a incassare i finanziamenti comunitari in una congiuntura difficile come l’attuale, dice qualcuno. Però, ciò che sembra ancora più rilevante in fatto di unità europea è la dichiarazione della prossima leader italiana di essere saldamente al fianco dell’Ucraina contro l’attacco della Russia.

La tenuta dell’Europa è certo uno dei punti più sensibili nelle analisi. Se è vero che c’è una crescita dei movimenti conservatori nazionalisti in Ungheria, Polonia e nella vicinissima Svezia, pure il peso anche ideologico di questi Paesi nel continente è poca cosa rispetto all’Italia con i suoi 60 milioni di abitanti.

Si dice che l’Italia sia troppo grande perché l’UE le permetta di crollare economicamente. Allo stesso modo, l’Italia è troppo grande perché il completo capovolgimento dei valori del suo governo non si faccia sentire in tutta Europa.

Quando diventerà presidente del consiglio italiano, si scrive su YLE, sarà “il primo leader di estrema destra di un importante Paese dell’UE a partire dalla seconda guerra mondiale”. (Dove “importante” per l’autrice della nota, con leggerezza a lei non nuova,  non comprende paesi come la Spagna fino a metà degli anni settanta, solo per segnalare un caso.)

Ma la comparsa di una giovane donna ai vertici della politica italiana desta comunque una certa eccitazione in Finlandia: solo che, essendo il Paese per antica formazione più contenuto, nessuno si azzarda a darne definizioni estetiche. Invece ci si butta nel culturale, e un analista di HS rivela della passione antica di Meloni per le storie del “Signore degli anelli.”

Meloni, vi si legge, avrebbe dichiarato che non pensa al Signore degli Anelli come a un fantasy. Al contrario. Citando la Prefazione di Elémire Zolla alla traduzione italiana de Il Signore degli Anelli del 1973, l’autore dell’articolo ricorda che Tolkien “parlava di tutto ciò contro cui combattiamo ogni giorno”. Riferendosi con ciò alla modernità. Meloni si sarebbe recata per la prima volta in uno dei campi hobbit all’età di 16 anni nel 1993 e avrebbe partecipato alle discussioni e agli spettacoli musicali che vi si organizzavano.

Ci vorrà un po’ di tempo. Digerita la sorpresa, anche quella di una donna italiana non “lontana anni luce dalla politica finlandese“, poi anche in Finlandia si tornerà a preoccuparsi della politica e dell’economia italiane. Magari questa sorpresa aiuterà a farlo con maggiore attenzione rispetto al passato.

(La foto del titolo è da Twitter. Per tutte le foto, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.