Gli antichi Sámi raccontavano che anche le loro terre erano state abitate molto tempo prima che Jubmel distruggesse il mondo. A quel tempo l’acqua dei laghi si sollevò su tutta la terra, annegando ogni gente tranne due fratelli, un ragazzo e una ragazza.
I due ragazzi furono presi dal Dio sotto la sua ala e portati in salvo su un alto monte, che allora fu chiamato Passe-vare, la Montagna Santa.
Passato il pericolo, i due fratelli si separarono e andarono per la loro strada, per vedere se ci fossero altri sopravvissuti. Dopo aver viaggiato per il mondo per tre lunghi anni, un giorno si rincontrarono, riconoscendosi immediatamente.
Ma poi ognuno andò di nuovo per la propria strada, e dopo altri tre anni di cammino si incontrarono di nuovo, per poi tornare a dividersi come prima.
Quando si rincontrarono una terza volta, però, dopo altri tre anni, erano cambiati a tal punto da non riconoscersi più.
Così questa volta proseguirono uniti il loro cammino, vivendo insieme e crescendo i figli. E da quei figli poi nacquero tutte le persone che ancora abitano questo mondo.
Quindi i Sámi e gli Svedesi sono stati fin dall’inizio un unico popolo, fratelli e sorelle di sangue di genitori comuni, di antenati comuni, avendo lo stesso padre e la stessa madre. Ma un giorno si scatenò una terribile tempesta, e alcuni fratelli ne furono così spaventati da prendere riparo sotto una tavola di legno. Da questi discesero poi gli Svedesi, e quella loro tavola di legno, Dio la trasformò in casa.
Mentre gli altri, più coraggiosi e noncuranti della tempesta, al punto da non cercare nemmeno un riparo, erano gli antenati dei Sámi, che ancora oggi vivono sotto il cielo.
(Riportato da Bo Lundmark, metà anni 1970)