La compositrice Kaija Saariaho, nata a Helsinki nel 1952, è morta all’età di 70 anni. La sua famiglia ha pubblicato la notizia su Facebook, sottolineando che si sarebbe spenta serenamente nella sua casa di Parigi la mattina di venerdì 2 giugno. Nel febbraio 2021, a Saariaho era stato diagnosticato un cancro al cervello, che si è rivelato incurabile.
Saariaho è stata uno dei compositori finlandesi di maggior successo di tutti i tempi. La sua popolarità comincia con la sua prima opera all’inizio degli anni 2000. L’amour de loin, ispirata a una leggenda medievale, ebbe la prima a Salisburgo nell’agosto 2000. Sempre con un’opera lirica ha chiuso la sua carriera, con Innocence, anche questa presentata in Francia nell’estate del 2021. (Qui la versione completa )
Negli ultimi anni, i riconoscimenti si sono susseguiti. Qui sulla Rondine abbiamo ricordato il Leone d’Oro 2021 a Venezia dedicato alla carriera: “Fra i maggiori compositori viventi e uno dei più eseguiti al mondo – dice la motivazione – la musica di Kaija Saariaho ha il dono della potenza e dell’immediatezza e genera affreschi acustici inediti e narrazioni sonore originali”.
Però non a caso alcune delle manifestazioni di cordoglio più sentite sono arrivate prorio dal paese, la Francia, che più di altri le ha tributato onori e riconoscimenti. Un destino, quello dell’apprezzamento francese, che la Saariaho ha condiviso con l’autrice del libretto di Innocence, Sofi Oksanen, anche lei amatissima dai transalpini. (Qui ne abbiamo parlato dopo la prima dell’opera )
Ha scritto per esempio l’Orchestra di Parigi, esprimendo le sue condoglianze su Twitter, che “è con grande tristezza che apprendiamo della morte della compositrice Kaija Saariaho, con il quale abbiamo condiviso tanti meravigliosi momenti musicali. I nostri pensieri vanno ai suoi cari e alla sua famiglia”.
Ha avuto grande notorietà anche in America, e qui in un lungo necrologio il New York Times la ricorda come una compositrice pionieristica capace di forgiare una identità artistica tutta sua salendo ai vertici della musica classica contemporanea.
E non mancando di sottolineare anche il fatto che Saariaho è stata la prima donna a mettere in scena due sue opere al Metropolitan di New York.
(Per le foto pubblicate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)