Helsinki: il turismo non dà la felicità

Eppure qualcuno vuole farlo credere

La situazione del turismo estivo in Finlandia, nelle valutazioni di chi se ne occupa, fa  venire in mente le famose statistiche sulla inevitabile “felicità” del Paese nordico. “Aumenta il turismo in Finlandia dai caldi Paesi dell’Europa meridionale, come Spagna e Italia, ma anche da altri Paesi come gli Stati Uniti”: è quanto dichiara Kristiina Hietasaari, CEO di Visit Finland. Il parallelo che qui sto evocando comporta una serie di “eppure” che danno un senso molto relativo a certe dichiarazioni ottimistiche.

A suo parere, le ricerche su Google per i termini chiave del turismo in Finlandia sono aumentate del 15%, e le  parole chiave più comuni sono viaggi, vacanze e pacchetti vacanza, aurora boreale e sauna.

Eppure questo vale per tutti i Paesi nordici: in questo novero, la Finlandia rappresenta solo il 7% del turismo estivo di questi Paesi. “Fatte le debite proporzioni, dovrebbe essere almeno il 20%” ammette Hietasaari. “Al momento, la Finlandia è chiaramente meno conosciuta rispetto agli altri Paesi nordici e l’immagine della Finlandia è fortemente legata all’inverno”.

Sebbene il numero di turisti sia aumentato dopo il crollo del periodo covid, non ha ancora raggiunto i livelli precedenti la pandemia. Hietasaari si aspetta che questa crescita continui. Eppure  lei stessa teme di perdere quote di mercato a causa della diminuzione delle risorse. “Visit Finland vedrà dimezzato il suo già esiguo budget dopo quest’anno.”

In realtà, le cifre complessive del turismo risentono dell’assenza del più grande gruppo di turisti finlandesi, i russi. La quota dei russi tra i turisti ha raggiunto un picco nel 2013, fino al 28%, ma ora è inferiore all’1%. Ma anche il numero di turisti cinesi è crollato in seguito alla significativa riduzione dei voli Finnair per la Cina. E i giapponesi non hanno riscoperto la Finlandia. Eppure hanno un’antica passione per i Muumit…

Nina Vesterinen. Foto Sakari Röyskö

Quanto agli italiani, non avendo ancora dati sul movimento dei piccoli gruppi e dei movimenti individuali, una cosa è certa: quest’anno il giro delle Capitali nordiche della Costa, dopo tanti anni, non comprende Helsinki, e anche questo andrebbe messo nel novero.

Secondo Visit Finland, gli stranieri cercano esperienze nella natura e partecipano ad attività naturalistiche in Finlandia, ma sono anche interessati a destinazioni cittadine.

Nina Vesterinen, responsabile del turismo della città di Helsinki, afferma che le presenze turistiche di inizio estate si stanno già avvicinando ai livelli pre-covid. “Abbiamo un’ampia varietà di eventi che attirano i visitatori, con un aumento del 15% delle prenotazioni di voli per Helsinki rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, ha dichiarato. Cosa apprezzano soprattutto gli stranieri della capitale finlandese? Vesterinen afferma che gli stranieri apprezzano la “kompakti koko” la dimensione compatta di Helsinki e la sua vicinanza alla natura.

Eppure come si può pensare che un italiano o un americano siano soddisfatti di visitare l’unica metropoli del Paese quando i suoi monumenti più significativi sono chiusi per restauri che durano lustri?

Il Museo Nazionale

Dopo la riapertura dell’Ateneum, chi oggi venga a Helsinki si ritrova “compattati” contemporaneamente la Casa Finlandia di Aalto (da un lustro), il Museo Nazionale (lo sarà per due anni), la Säätytalo e fino ad oggi anche la fontana di Havis Amanda. Buona parte del centro della capitale sembra ospitare una gigantesca installazione di Christo.

E si parla di monumenti iconici della città, quelli (non tanti a dire il vero) che un turista compra col depliant del suo pacchetto vacanze. Meglio non parlare degli scavi stradali ormai fissi che rendono la circolazione dei mezzi in centro molto più “compatta” di quanto si possa immaginare. Chi lavora nel settore turistico, come le guide, sa quanto sia diventato difficile passare sulla Mannerheimintie, la spina dorsale della città, diventata da tempo immemorabile una archeologica ercolaneppompei.

Dove non ci sono gli scavi, ci pensa l’amministrazione comunale, che dall’anno scorso impedisce che Piazza del Senato diventi una sosta intelligente per pullman e turisti, dove fare uno stop-and-go prima di proseguire il giro. I pullman sono costretti a cercarsi faticosamente un posto dietro la chiesa e nelle strade adiacenti, mentre la piazza è destinata non a qualche iniziativa attraente, ma a una serie di chioschi e baretti che consentono a pochi fortunati di godersi un panino ed una bibita al tavolino.

Piazza del Senato

Sempre secondo la Vesterinen, in media, un turista straniero spenderebbe in media poco più di 700 euro in servizi locali a Helsinki e trascorre un paio di notti in città in estate. Tenuto conto che un espresso costa intorno ai 5 euro, che persino entrare nella Cattedrale oggi costa 8 euro, quanto ci potrebbe restare a Helsinki un turista tenuto conto anche del costo di albergo e ristoranti? Quei 700 euro, considerando anche i costi dei mezzi di trasporto, dicono che in genere il turista, a Helsinki, fa mordi-e-fuggi.

“Il successo della Finlandia nei sondaggi sulla felicità ha fatto il giro del mondo e i turisti vogliono conoscere la vita locale”, ribatte Hietasaari. Non c’è limite al suo ottimismo. Il pensiero che un turista venga in Finlandia, coi costi che questo comporta, per conoscere da vicino la felicità, fa riflettere. Che significa? Come si conosce la felicità di un popolo?

Säätytalo

Pronta risposta: “Media e influencer sono stati invitati a sperimentare la felicità finlandese. Più di 36.000 turisti da tutto il mondo hanno fatto domanda per il corso di felicità della durata di 5 giorni. Di questi, 14 sono stati selezionati per partecipare.” A cosa?

 “Abbiamo fatto una sauna, abbiamo gustato il cibo finlandese, siamo andati sullo skateboard e abbiamo fatto un’escursione nella foresta, in altre parole, abbiamo fatto le cose di tutti i giorni che costituiscono la nostra felicità”. Vado in giro, vedo gente, faccio cose…

Un’identica sensazione pneumatica si ha leggendo articoli partoriti dai soliti noti, che si arrischiano a fare dei paralleli tra le dimensioni del turismo finlandese e quelle di altri paesi, in questo caso l’Italia. Prima di cominciare a pensare a una “tassa di soggiorno” a Helsinki, come si fa a Venezia o a Roma o, mettiamo, a Parigi o a Londra, sarebbe meglio cominciare a domandarsi cosa si offre agli stranieri, tenuto conto che i costi di base per un soggiorno a Helsinki sono già da tempo una tacita tassa di soggiorno, e non piccola, per il turista.

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.