“Speranza-di-medaglia”: parola composta di conio assoluto finlandese che compare sui media del Paese nordico all’avvicinarsi di una competizione sportiva internazionale, atletica hockey o mölkky non importa, importa che la Finlandia e i suoi atleti abbiano la sia pur minima speranza di salire su un podio.
Essere colpiti da questa etichetta può essere una iattura: il fortunato, o il malcapitato di turno, viene perseguitato sui media per mesi, o anni, la speranza può diventare una condanna, quando, “valitettavasti”, non si compie.
Si conoscono mitalitoivot che non hanno mai vinto niente, ma continuano ad essere marcati per anni da questo stigma: a volte davanti alla tv uno non se ne ricorda il nome, e allora dice: “ah, è quel mitalitoivo!”
Anche se ridotta a un lumicino, la fiammella si riaccende a ogni Olimpiade o competizione internazionale. Nel braciere dei sogni di medaglie finlandesi la speranza non si spegne mai. Finito un toivo, se ne fa un altro.
Perché non c’è incubo peggiore nel Paese di Paavo Nurmi della fine di un torneo senza nemmeno un bronzo da esibire.
C’è il campione, il brocco, e in mezzo il mitalitoivo. Sorta di purgatorio, che i più sperano diventi un limbo, dove l’oblio faccia la sua opera pietosa. (n.r.)