Osteria dei Mancini: e la triglia sbarca a Helsinki

Apre un nuovo locale che ha una storia alle spalle: l’Osteria dei Gusti si sdoppia, si copre di squame, e diventa Osteria dei Mancini. La sede del nuovo ristorante gemello è in Tehtaankatu 38, e rileva un altro luogo della gastronomia italiana, il “Bucatino”.

Capitale dell’esotico, Helsinki pullula di ristoranti che offrono gastronomie da ogni parte del mondo. Ci sono più locali nepalesi a Helsinki che a Kathmandu. Poiché è l’unico settore che qui non conosce crisi, ristoranti e pizzerie nascono e muoiono senza sosta, alimentati da un’incurabile allergia dei residenti alla schiavitù di pentole e fornelli.

L’appetito vien mangiando, si sono detti i soci della fortunata Osteria dei Gusti di Töölönkatu. Così hanno individuato un settore della gastronomia ancora poco coperto nella capitale, quello di pesci e frutti di mare del Mediterraneo. Obiettivo? I famelici consumatori locali che tutto l’anno viaggiano “nel Sud”, ingozzandosi di paelle e vongole, e che tornati a casa si ritrovano davanti la compagnia dei soliti noti, il trittico salmone-persico-coregone che dal banco delle pescherie timidamente ti sbircia con occhi da pesce morto. Ah, agognata varietà dei banchi mediterranei, dove creature luminescenti e multicolori occhieggiano promettendo ai succhi gastrici amplessi da condire con vermentini e prosecchi.

Incontro Alessandro Maruccia, socio dell’impresa insieme con Tamás Mancini, il cuoco italiano di origini ungheresi che dà il nome al locale. Ci sediamo al tavolo della sala sobria ed elegante, di fronte alle ceramiche del bancone da cui mi osserva una triglia ammiccante. “Davvero”, chiedo ad Alessandro, “avremo anche le triglie?”

“Come no”, mi conferma il trentasettenne salentino, che dal natìo Capo di Leuca si porta dietro insieme con le ricette anche memorie e fantasie di scogli impatellati. Alessandro da ragazzo studia pianoforte a Parma, poi la passione per la gastronomia lo porta all’ALMA, l’Accademia di Colorno, dove impara il mestiere. Da lì una serie di esperienze internazionali, tra Africa e Germania, prima di approdare a Helsinki.

– Che caratteristiche ha la vostra proposta gastronomica?

Prima di tutto una grande varietà, mi risponde Alessandro. Pesci, cefalopodi, frutti di mare, scelti secondo criteri di qualità.

– Dunque non esclusivamente prodotti italiani?

Contiamo di utilizzare prevalentemente prodotti mediterranei e italiani, ma privilegiando la qualità. Gli scampi danesi, per esempio, sono eccellenti e facili da reperire. Perché no? Ma poi certamente i gamberi rossi di Mazzara, sempre in nome della qualità.

– Dimmi una tua proposta che ti senti di offrire ai clienti della capitale come una novità.

Il crudo: ostriche, capesante, cozze, gamberi rossi e viola, senza necessariamente l’ingombro di salse che qui sono fin troppo diffuse. La nostra proposta è orientata a restituire i profumi della spiaggia dove i clienti hanno vissuto un’esperienza estiva, o fatto un viaggio che gli ha lasciato bei ricordi.

– Quali clienti sono i destinatari ideali della vostra cucina?

Gente che ha viaggiato, che vuole ritrovare sapori che ha apprezzato girando sulle coste del Mediterraneo. Finlandesi ma anche turisti di passaggio, attratti da una promessa di cibo genuino.

Capisco dalle parole di Alessandro che il cliente ideale è uno che, sedendosi a tavola, vuole anche rivivere un’avventura. Scorrendo il menu sulla lavagna affissa al muro ritrovare tra le Luciane e gli scialatielli (con la -i-) anche il ricordo di un’avventura, un profumo intenso scoperto su una scogliera sarda o amalfitana e che vuole condividere con amici o parenti. Credo che questo voglia dire, nelle pagine del sito, quella promessa di uno “sprinkle of seaside charm“. Qualcosa di simile aveva tentato, parecchi anni fa, il “Pjazza”, altro locale innovativo non solo nel menu ma anche nella ricostruzione di un ambiente, la piazza appunto, dove distrarsi e rilassarsi in compagnia.

Promette dunque molto, il programma di Alessandro del Capo di Leuca. La mia speranza di cliente è che certe promesse iniziali vengano mantenute nel tempo. Troppe volte, a Helsinki, ho visto in questo campo ristoranti e negozi di gastronomia partire con ottimi propositi, e poi un po’ alla volta lentamente regredire verso comodi compromessi col gusto medio locale. Finendo nella perfida palude di salmoni-persici-coregoni….

Troppe volte ho visto gente partire con la fanfara delle Ostriche di San Michele e poi finire con la triste marcetta del Mitile Ignoto…

E dunque auguri!

Osteria dei Mancini

Tehtaankatu 38 – Helsinki

osteriadeimancini.fi

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.