Il monumento a Tapio Rautavaara a Oulunkylä

Uscendo dalla stazione ferroviaria del quartiere di Oulunkylä, nella prima periferia della capitale, ogni giorno i pendolari passano indifferenti davanti una scena assurda: in un parchetto di fronte al vecchio edificio in legno della stazione c’è un uomo con una chitarra in mano, suona una serenata a un cigno indifferente. In più, l’uomo indossa quella che è la divisa semiufficiale dei pensionati finlandesi: una tuta da ginnastica.

La statua si intitola Kulkurin uni (il sogno del vagabondo) ed è un riferimento al testo della canzone Kulkuri ja joutsen (il vagabondo e il cigno) incisa nel 1950 da Tapio Rautavaara, che racconta appunto di un vagabondo scalzo che sogna di essere portato in volo da un cigno, uno dei simboli nazionali della Finlandia. La canzone è una cover della svedese Lite Grann from ovan di Lasse Dahlquist, dove il volatile è invece lo stesso tipo di oca che nella favola di Astrid Lindgren porta Nils Holgersson sul suo dorso. 

Ma perché la tuta da atleta? Per scoprirlo si deve scavare nella biografia di Rautavaara.

Le molte vite di Tapio Rautavaara

Rautavaara abitò per quasi tutta la sua vita a Oulunkylä, da quando arrivò decenne con la madre dalla regione di Tampere. Rautavaara era nato nel 1915 in un comune che ospitava un’omonima fabbrica di stivali di gomma che, come Tapio, sarebbe salita alle cronache nei decenni successivi: Nokia. Il padre aveva abbandonato la famiglia anni prima, e la madre faceva fatica a mantenere la famiglia con il suo lavoro da sarta, e tra le strade della periferia di Helsinki Rautavaara conobbe la povertà ma trovò anche la sua prima passione, che non fu la musica ma lo sport. Tapio inizia a lavorare come venditore di giornali sui treni a tredici anni, facendo poi i lavori più disparati fino allo scoppiare della Seconda guerra mondiale, cui partecipò prima nelle riserve della Marina poi come giornalista radio per le truppe al fronte. 

La fama per Rautavaara arrivò prima grazie alla sua carriera sportiva, in una disciplina di cui la Finlandia ha mantenuto a tutt’oggi una lunga tradizione di successi: il lancio del giavellotto. Dopo un bronzo ai campionati europei del 1946, Tapio Rautavaara conquistò la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra del 1948. 

Fu solo l’anno successivo che incise il suo primo singolo Reissumies ja kissa (Il viandante e il gatto) che, come la canzone immortalata nella statua di Oulunkylä, parla di un senza fissa dimora e un animale. 

Rautavaara aveva preso in mano la chitarra per la prima volta solo verso la metà degli anni ‘30, dopo aver studiato violino da giovane, ma la sua carriera musicale iniziò dopo aver conosciuto il compositore Reino Helismaa, collaborazione che continuò per quasi trent’anni, fino alla morte di Helismaa nel 1965. L’apice del successo per “Tapsa” Rautavaara fu negli anni ‘50, quando oltre a cantare canzoni popolarissime recitò anche in molti film. Tutto questo non fermò la sua carriera sportiva che lo portò a vincere un’altra medaglia d’oro, questa volta nei mondiali a squadre del 1958 ma in un’altra disciplina, il tiro con l’arco. 

Come la prima chitarra, anche il primo incontro con la bottiglia avvenne piuttosto tardi per Rautavaara, ma gli effetti del suo alcolismo furono comunque devastanti. In questo la sua storia non è dissimile da quella di molti altri artisti finlandesi, anzi stupisce che con una storia simile non gli sia stato ancora dedicato un biopic. Si può intravedere un Rautavaara a fine carriera nelle prime scene del recente Olen Suomalainen (il film su Kari Tapio da noi recensito qui), la cui biografia (e carriera sportiva) è molto meno ricca di spunti cinematografici anche se ugualmente ad alta gradazione alcolica.

Nel settembre del 1979 Tapio Rautavaara scivolò e cadde mentre era in piscina, in ospedale  i suoi sintomi furono sottovalutati perché il personale era convinto che il paziente fosse ubriaco, Rautavaara fu mandato a casa dove morì per emorragia cerebrale la notte successiva.

L’idea per una statua commemorativa di Tapsa a Oulunkylä partì dell’associazione dedicata al cantante, e presieduta dalla terza figlia Leena Rautavaara, che pubblicò un bando nel 1996. Il lavoro venne assegnato a Veikko Myller, già autore di quella che è stata votata la “peggior statua di Helsinki”, il controverso monumento al controverso presidente Risto Ryti, sostenitore dell’eugenetica e condannato per crimini di guerra. Con un precedente simile a Myller fu esplicitamente proibito di fare una statua astratta.

La statua venne svelata nel 2000 senza grandi fanfare ma senza nemmeno grandi critiche, e venne donata alla città poco tempo dopo.


Cartoline finlandesi è una serie di articoli che propone luoghi da scoprire, monumenti da rivisitare e angoli del Paese che non sempre entrano nelle guide turistiche.


Andrea Magni
Laurea in lingue orientali e un passato in editoria, ha venduto l'anima al digital marketing dopo essersi trasferito in Finlandia nel 2003. Ama scrivere e cucinare, ma non scrivere di cucina.