Chimera culinaria che unisce il concetto di torta (kakku) a quello di sandwich (voilepä). Creato in Svezia negli anni ‘40 e importato in Finlandia un decennio dopo attraverso l’associazione delle massaie Martat, imbandisce ancora oggi molte tavole, soprattutto durante occasioni speciali come feste, compleanni e persino veglie. Negli anni ‘60 venne anche servito nel palazzo presidenziale per la festa dell’Indipendenza.
Il voilepäkakku è un sopravvissuto recidivo di quel filone quasi estinto di ricette che si divertivano a interpretare piatti dolci in chiave salata e viceversa; i bambini degli anni ‘80 ricorderanno ad esempio gli spaghetti gelato serviti soprattutto nelle località balneari italiane.
Questo figlio dell’unione blasfema tra panino farcito e torta si presenta in svariate forme: quasi sempre rettangolare, è strutturato come una torta a strati, al posto della base di pan di spagna ci sono però fette di pane, che possono essere di diverso tipo (bianco, segale, vari cereali) ma sono rigorosamente sempre un po’ stantie. Invece delle creme dolci la farcitura consiste di diversi intrugli a base di maionese contenenti verdure, pesce o affettati. Il tutto è bagnato con brodo o succo di frutta, ricoperto con formaggio cremoso e decorato a seconda del contenuto. Come una torta, viene poi tagliato di fronte agli ospiti e servito con tè o caffè.
Le versioni più abominevoli propongono farcie di carne e pesce nella stessa torta. In questi casi il risultato è, sia nella presentazione che nella consistenza, una sorta di bolo alimentare surf&turf.
Compagno fedele delle sale in affitto della parrocchia e degli spazi comuni trasandati e un po’ sciatti, il voilepäkakku è come il tappeto del film Il grande Lebowski: dà un tono alla stanza, ma è un tono triste, vagamente geriatrico. (a.m.)