“Helene”: la Schjerfbeck anche sul grande schermo

“Sin da piccolo sono stato un ammiratore di Helene Schjerfbeck, e da molto tempo volevo fare un film su di lei” racconta il regista Antti J. Jokinen, che ha scelto Helene come primo progetto della sua casa di produzione Cinematic. Jokinen, che è anche autore della sceneggiatura tratta dall’omonimo libro di Rakel Liehu, non è nuovo alle trasposizioni letterarie: ha diretto infatti l’adattamento cinematografico del romanzo più noto di Sofi Oksanen, La Purga (Puhdistus, 2012), e di Kätilö (2015), tratto dal testo di Katja Kettu tradotto in italiano con il fuorviante titolo L’amore nel vento

Einar Reuter ritratto dalla Schjerfbeck come “Marinaio” nel 1918

Helene inizia nel 1915 saltando interamente la giovinezza e le esperienze all’estero della pittrice, e si concentra soprattutto sugli anni in cui la Schjerfbeck visse dimenticata con la madre a Hyvinkää,  prima di essere riscoperta e portata al successo dal mecenate Gösta Stenman. E in questo periodo che la Schjerfbeck trova quello stile personale per cui è forse più nota. Come quei dipinti, anche il film è intimo e senza fronzoli, il fulcro della storia sono le relazioni della pittrice: con la madre, con l’amica Helene Westermarck, e soprattutto col giovane Einar Reuter. Gli eventi epocali che avvengono in Finlandia in quegli anni, come l’indipendenza e la guerra civile, sono relegati allo sfondo o ignorati. 

Nel ruolo titolare è Laura Birn, che aveva già lavorato con Jokinen in Puhdistus, in una performance eccezionale, controllata ma capace di trasmettere le emozioni di una donna complessa, da sola in grado di reggere l’intero film e ben supportata in particolare da Pirkko Saisio (che interpreta la madre Olga) e Krista Kosonen (nella parte dell’amica Westermarck).  La sceneggiatura, pur riuscendo a evitare molte trappole dei film biografici, è un po’ pedissequa ma ogni tanto sorprende con un laconico umorismo nei dialoghi che non stonerebbe in un film di Aki Kaurismäki. Notevole anche la fotografia di Rauno Ronkainen, anche se ogni tanto limitata dal budget, con angolature e tagli “strategici” per evitare elementi moderni di Helsinki. Il film è per lo più stato girato in Estonia, con qualche scena nella capitale e a Hyvinkää.

Helene è una sorta di compendio alla mostra in corso all’Ateneum di Helsinki (di cui avevamo già parlato) e può essere una scusa per rivisitarla. Il film non è perfetto ma rende giustizia alla pittrice e alla sua passione per l’arte, ci sarà da vedere se riuscirà a trovare una nicchia nel circuito internazionale. Al momento non ci sono notizie di una distribuzione all’estero.

Il film ha creato malumore nella comunità finnosvedese perché i protagonisti parlano tutti finlandese mentre per essere fedeli alla realtà storica i protagonisti (come la maggioranza degli artisti e intellettuali del tempo) si sarebbe dovuti esprimere in svedese. Un giornalista del principale quotidiano svedese HBL ha chiesto addirittura di boicottare il film, che ha scelto la lingua finlandese per ragioni pratiche e commerciali.


Helene esce nei cinema finlandesi questo venerdì 17 gennaio. 
Nell’attesa si può vedere un documentario in quattro parti sul making of.

Andrea Magni
Laurea in lingue orientali e un passato in editoria, ha venduto l'anima al digital marketing dopo essersi trasferito in Finlandia nel 2003. Ama scrivere e cucinare, ma non scrivere di cucina.