Proteste pacifiche a Helsinki spente col peperoncino

La polizia reagisce duramente a una manifestazione contro i danni ambientali

Extinction-Rebellion è un movimento socio-politico per principio non violento che chiede ai governi di tutto il mondo, anche con metodi non legali, come in questo caso manifestazioni non autorizzate, di compiere azioni radicali e immediate per affrontare i cambiamenti climatici, arrestare la perdita di biodiversità e ridurre il rischio di estinzione a causa del collasso ecologico e sociale.  Extinction Rebellion è stata fondata nel Regno Unito con circa un centinaio di accademici che hanno firmato un invito all’azione nell’ottobre 2018 e lanciato inviti all’azione, e nel novembre successivo a Londra sono stati compiuti vari atti di disobbedienza civile.

Una manifestazione di attivisti finlandesi di XR si è tenuta a Helsinki, in via Kaisaniemi, non lontano dalla Stazione centrale, sabato 3 ottobre. E cinquantuno persone sono state arrestate durante la protesta, in cui gli attivisti utilizzavano tecniche di resistenza passiva, prima che la polizia li investisse con ripetuto uso di spray al peperoncino sul viso, come dimostrano chiaramente alcuni video pubblicati sui social.

Till Sawala,  uno dei manifestanti, astrofisico dell’Università di Helsinki, è stato trattenuto dalla polizia, e ne è uscito sconvolto, in mutande, dopo che lo spray al peperoncino gli ha inzuppato i vestiti e ustionato la pelle.

Sawala dice che tre agenti di polizia in particolare, tra le uniche persone alla manifestazione a non indossare mascherine, hanno improvvisamente deciso di intervenire contro i manifestanti di Extinction Rebellion in quella che fino a quel momento era stata una protesta per il resto tranquilla, con attivisti seduti sulla strada a Kaisaniemenkatu per far conoscere il loro messaggio.

Foto P. Tynell-Yle

“Ad essere onesti, la polizia stava semplicemente portando via le persone una ad una, e stavamo parlando con loro, e ho pensato che fosse abbastanza chiaro che non stavamo resistendo. Ce ne stavamo semplicemente seduti passivamente” ha dichiarato Sawala in un’intervista telefonica a News Now Finland.

“La polizia dirigeva il traffico, i tram andavano ancora e quindi non c’era davvero alcun senso di urgenza per la situazione […] non c’era tensione nell’aria, era abbastanza tranquillo, c’era musica e stavo parlando a un paio di ufficiali che hanno detto di apprezzare la musica. C’era un’atmosfera pacifica, collaborativa e calma” spiega.

“Ma poi c’erano questi tre agenti di polizia che ci hanno mostrato le loro bombolette, puntandocele in faccia e minacciando di usarle. Non pensavo che sarebbe successo. È stato così surreale. Di punto in bianco uno di loro mi ha colpito con una scarica di spray,  direi a 30, 40 cm, direttamente in faccia. Ero scioccato.”

Il video dell’incidente, ampiamente diffuso sui media (qui quello pubblicato YouTube) e condiviso sui social media, mostra un agente che spruzza l’uomo direttamente sul viso. Mentre qualcuno gli fa rotolare una bottiglia d’acqua per terra, la polizia gliela porta via prima che possa usarla per sciacquarsi la faccia.

Per le due ore successive Sawala dice che riusciva a malapena ad aprire gli occhi e durante quel periodo è stato caricato in un’auto della polizia con un altro manifestante, un ragazzo minorenne, e non gli è stata data acqua né cure di primo soccorso nonostante le ripetute richieste.

“La cosa peggiore erano i miei occhi. È come avere il fuoco dentro e non puoi farci niente. Qualsiasi movimento lo rende solo peggiore.” Anche un’altra manifestante, Tuulia Reponen, dottoranda all’Università, è stata portata alla stazione di polizia di Pasila e dice di aver visto Sawala chiedere aiuto. “Quando stavo aspettando di essere presa in custodia, l’ho visto seduto per terra  piangere dal dolore e chiedere acqua, e tre poliziotti sono rimasti lì, lo fissavano e non hanno fatto nulla. È stato orribile” ricorda.

Ovviamente video e foto sono circolati rapidamente sui social media, e l’intervento della polizia ha suscitato molte critiche. Non sono mancate anche critiche alle azioni dei manifestanti di Extinction Rebellion, da parte di gente che sostiene che avrebbero dovuto semplicemente porre fine alla loro protesta quando la polizia ha detto loro di spostarsi e liberare la strada.
Il ministro dell’Interno Maria Ohisalo (Verdi), intervistata durante A-Studio sulla YLE,  ha dichiarato di aver ricevuto un rapporto preliminare sull’incidente e valuterà se le azioni della polizia sono state proporzionate alle azioni dei manifestanti. In perfetta sintonia i dirigenti della polizia di Helsinki, che sostengono di stare conducendo un’indagine su ciò che è accaduto durante la protesta, ma con una precisazione inquietante, che porta acqua al mulino del cosiddetto “umorismo finlandese”. Ha dichiarato una dirigente che l’azione “ha impegnato molte risorse della polizia in un frenetico sabato pomeriggio” della capitale…

Jonna Turunen

“Conformemente alle normali procedure di controllo, il dipartimento di polizia di Helsinki esaminerà esattamente cosa è successo, come la polizia ha agito nella situazione e quale effetto avrà sulle procedure in futuro”, ha poi specificato l’ispettore capo Jonna Turunen.

Gli attivisti sembrano intenzionati a rivolgersi alla magistratura per difendere i loro diritti, nella convinzione che in un Paese democratico esista sempre il diritto di protestare, soprattutto in forme non violente. Lo scopo della manifestazione, dice Tuulia Reponen, era quello di spingere Sanna Marin e il suo governo a dichiarare l’emergenza climatica. Perché faccia vedere di prendere sul serio questa emergenza almeno quanto la pandemia da  coronavirus”.

Mi permetto un’osservazione da cittadino di Helsinki: mi auguro che le indagini non finiscano anche qui in una commissione d’inchiesta, perché è evidente che a un certo punto qualcuno ha dato un ordine, e gli stessi poliziotti, che poco prima davano consigli o “rimuovevano” gli attivisti, si sono trasformati in attivi “disinfestanti”. Non pago le tasse per vedere la polizia disinfestare dei giovani che sono dell’età di mia figlia come fossero tafani fastidiosi, quando esprimono un punto di vista non gradito alle autorità. Se c’è un limite della vita civile in Finlandia è un conformismo fin troppo diffuso, una pace sociale spesso esibita come segno di una civiltà superiore. Sabato non è andata così. Aspettiamo fiduciosi che le indagini, magari della magistratura, diano risposte. Ma i comportamenti delle forze dell’ordine di sabato mi hanno ricordato quelli di certi vicini che, a parole, qui sono sistematicamente disprezzati.

(Foto del titolo da newsnowfinland.fi/Credit Extinction Rebellion. Per le altre foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.