Quando parliamo dei “grandi maestri russi”, balzano immediatamente alla mente i nomi di scrittori. Ma cosa succede se guardiamo la storia attraverso i testi scritti dalle donne e le mediatrici che le hanno sostenute? La ricerca del progetto Tekstit liikkeessä (“Testi in movimento”, finanziato dalla Fondazione Emil Aaltonen) e il volume che ne è scaturito, Liikkuvat tekstit, liikkuvat naiset – Suomen, Venäjän ja Neuvostoliiton kirjallisella kentällä (Testi in movimento, donne in movimento – nel campo letterario di Finlandia, Russia e Unione Sovietica), portano alla luce la ricca tradizione delle autrici di lingua russa e il ruolo decisivo delle lettrici e mediatrici finlandesi. Le curatrici della pubblicazione sono Viola Parente-Čapková, Arja Rosenholm e Kati Launis (SKS, 2025).
Le mediatrici di ieri e di oggi
L’idea centrale del progetto è esaminare le “donne mediatrici”, vale a dire quelle figure che in epoche diverse hanno aiutato i testi a trovare i loro lettori: dalle salonnières dell’Ottocento a traduttrici, redattrici, editrici, critiche, fino alle attuali blogger letterarie e influencer. La ricerca copre materiali di ricezione dal 1840 al 2020, dal Granducato di Finlandia ai giorni nostri, e ricorda che confini e categorie sono stati in continuo movimento, così come le reti multilingue delle protagoniste.

Kati Launis riassume con precisione la confluenza letteraria oltreconfine:
“[Ci porta a una] riflessione su quanto fossero simili, su entrambi i lati del confine, i romanzi scritti da donne, ad esempio Jelena Gan e Wendela, per quanto riguarda stile, intreccio, temi e quella emotiva attenzione alla dimensione sociale. E che la ricerca sulla ricezione mette in forte evidenza e attesta anche questa confluenza.”
Luci e ombre della ricezione
La ricerca sulla ricezione mostra che non si possono tracciare confini netti tra il “personale” e il “politico”, intesi in senso tradizionale. I testi delle donne si sono imposti soprattutto nei momenti di svolta, aprendo ai lettori esperienze quotidiane e sociali che non si lasciano incasellare in cornici ideologiche ristrette. In questa linea si collocano, ad esempio, la ricezione in Finlandia di Vera Figner, Aleksandra Kollontaj e Ljudmila Ulitskaja e, in Russia, quella dei libri e degli interventi di Sofi Oksanen.
Aleksandra Kollontaj in Finlandia
Della teorica marxista, scrittrice e diplomatica si è parlato in Finlandia con interesse e controversia, in parte per le sue radici finlandesi e per il ruolo nei negoziati di pace del 1940 e del 1944. I media hanno spesso posto l’accento sull’aspetto e sulla vita privata dell’autrice, a scapito del suo pensiero. Sorprendentemente, dalla fine degli anni Sessanta la ricezione delle opere della Kollontaj in Finlandia è rimasta modesta, e un vero “nuovo rilancio” è avvenuto solo negli anni 2000 grazie soprattutto agli studi femministi, non a nuove traduzioni.
Sofi Oksanen in Russia
Fin dall’inizio Puhdistus (La purga, 2008; trad. it. Nicola Rainò, 2010) ha ricevuto una ricezione contrastata: l’“affidabilità” dell’autrice è stata messa in dubbio nei blog, ma nello stesso tempo non sono mancati forti apprezzamenti, soprattutto nei dibattiti femministi. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia (2014), il tono è cambiato bruscamente e Kun kyyhkyset katosivat (Quando i colombi scomparvero, 2012; trad. it. N. Rainò, 2014) ha incontrato una ricezione quasi ovunque negativa, a tratti demonizzante e con linguaggi perfino violenti. Ciononostante non sono mancati casi isolati in cui l’opera è stata ritenuta utile “ai lettori di uno Stato con ambizioni imperiali”. Del saggio successivo Samaan virtaan: Putinin sota naisia vastaan (Nello stesso fiume: la guerra di Putin contro le donne, 2023; trad. it Contro le donne, N. Rainò, 2024) si è rintracciata finora una sola reazione, proveniente dall’estrema destra, e prevedibilmente ostile.

Perché tutto questo è importante proprio ora?
Il libro e la banca dati TeLi, messa insieme dal progetto, correggono l’idea secondo cui le scrittrici di lingua russa, in particolar modo le prosatrici, sarebbero poche e isolate. Dal materiale emerge una costellazione continua in cui le autrici di successo non sono eccezioni ma parte di una rete più ampia, transgenerazionale e transfrontaliera. Queste voci continuano a giungere in Finlandia, spesso grazie al lavoro di traduttrici e di altre mediatrici, e contribuiscono a smontare le concezioni dei rapporti di potere coloniali nel dibattito contemporaneo.
Per saperne di più: Liikkuvat tekstit, liikkuvat naiset (SKS, 2025) e la banca dati aperta del progetto Tekstit liikkeessä. Naiskirjailijoiden tuotannon vastaanotto Suomessa ja Venäjällä 1840-2020.












