La Repubblica Democratica Tedesca (RDT o, in tedesco, DDR) nasce nel 1949, nella parte di Germania che le truppe sovietiche avevano liberato dal nazismo e occupato durante la seconda Guerra mondiale. Diventa una Repubblica Democratica Socialista con capitale Berlino, o almeno la sua parte orientale, perché Berlino Ovest, occupata/liberata da Francia, Regno Unito e Gran Bretagna, diventa territorio della Repubblica Federale Tedesca.
Nel 1961, in seguito all’aumento di tensioni politiche tra le due Germanie e a livello globale con la Guerra Fredda, viene velocemente costruito un muro attorno a Berlino Ovest, giustificato come “barriera antifascista” a difesa della RDT nei confronti dell’imperialismo capitalista. Berlino Ovest diventa una specie di isola, con ingressi controllati militarmente e sovvenzionata dall’occidente, in mezzo alla RDT.
In seguito alla distensione delle relazioni tra est e ovest, alle politiche aggressive di Ronald Reagan e alla trasparenza di Michail Gorbačëv, il colosso sovietico vacilla e molti paesi dell’Est cominciano ad aprire le proprie frontiere, a cominciare dall’Ungheria. Il 9 Novembre 1989 Günter Schabowski, membro del Politbüro, descrive alla televisione le nuove leggi riguardo all’espatrio introdotte nella RDT e risponde alla domanda di un giornalista italiano che queste ‘entreranno in vigore da subito’. Sembra non rendersi conto di ciò che comporti, quello che ha appena detto. I berlinesi dell’est cominciano a radunarsi attorno al Muro, le guardie del confine lasciano fare e i posti di blocco sono aperti senza nessun controllo di documenti. La gente si avvicina al Muro, qualcuno lo prende a picconate, molti ci salgono sopra e comincia una notte di giubilo, che continuerà con l’unificazione tedesca, avvenuta appena un anno dopo.
Come tanti altri, guardavo la caduta del Muro in diretta televisiva e non capivo esattamente cosa avrebbe comportato quell’avvenimento, ma avevo qualche motivo in più di altri per commuovermi e gioire. Nell’Agosto del 1989 avevo infatti passato un paio di settimane nella RDT, grazie alla lungimiranza del mio professore di tedesco in prima liceo, che aveva deciso di aderire ad un viaggio organizzato dell’Associazione Italia-RDT. La RDT è stato il primo Paese che ho visitato da solo, senza i miei genitori, in un viaggio dove probabilmente siamo stati continuamente spiati dalla Stasi. Siamo stati a Berlino Est e Ovest, in bizzarre ex-centrali nucleari trasformate in ostelli, a Rostock, ma soprattutto a Klink, in un centro vacanze per l’amicizia dei popoli sul lago di Müritz, con compagni e compagne di tutti i Paesi socialisti.
Avevo con me una Ricoh economica semiautomatica e non avevo una grande passione per la fotografia. Scattavo un po’ a caso, quando qualcosa mi sembrava importante. Qualche giorno fa ho deciso di digitalizzare alcune diapositive e di metterle qui, anche se pessime queste foto in trent’anni hanno acquistato un po’ di importanza come documento storico.
Cosa c’entra tutto questo con la Finlandia? Molto e poco allo stesso tempo. La Finlandia era un Paese neutrale durante la guerra fredda, con una diplomazia in equilibrio tra est e ovest e aveva buoni rapporti con entrambe le Germanie. Quando ho visitato Helsinki la prima volta, nel 2000, mi sono ritrovato nella RDT per vari motivi, dagli operai in tuta blu che bevevano caffè, al funzionalismo brutalista, dai parchi pubblici agli asili in ogni quartiere. Solo successivamente, parlando con qualche dipendente del comune, ho capito che molte delle politiche sociali e culturali introdotte a Helsinki erano ispirate dalla RDT, oltre al fatto che molte ditte edili finlandesi avevano collaborato alla costruzione di quartieri di Berlino Est, come Marzahn. Ancora oggi certi scorci di Koskela mi fanno tornare indietro nel tempo e via nello spazio.
Un tedesco dell’est che ancora oggi imperversa in Finlandia è Nukkumatti (Sandmännchen, Sabbiolino) prodotto negli studi televisivi della RDT, a partire dal 1959 ed ancora oggi popolarissimo. Invece il lato più oscuro del rapporto tra Finlandia e RDT, quello legato al collaborazionismo con la Stasi, contenuto nel documento Tiitinen, è ancora segreto di Stato.
Quando non specificato, le foto sono di Giacomo Bottà e sotto licenza Creative Commons
Tämä teos on lisensoitu Creative Commons Nimeä-EiKaupallinen 4.0 Kansainvälinen -lisenssillä.