“Raskasta Joulua”: il Natale heavy metal

Due parole sul Natale in Finlandia

Frequento la Finlandia da vent’anni, e non sono ancora certo di averla capita. Le due culture, è inutile dirselo, sono lontane e differenti da tanti punti di vista, e la diversità è sempre una scommessa. Può fare paura, generare diffidenza, e allora si alzano i muri. Oppure può creare un terreno di incontro positivo. E’ questo, mi sembra, il caso dell’Italia e della Finlandia. L’irriducibilità delle due culture è forse uno dei motivi della rispettiva fascinazione, del considerarsi reciprocamente “esotici”, del pregiudizio positivo con il quale vengono accolti i finlandesi in Italia e viceversa.

Sylvia

Un italiano in Finlandia, nella maggioranza dei casi, percepisce un atteggiamento accogliente. La nostra lingua è considerata pura musica e i finlandesi si incantano ad ascoltarla. Naturalmente si arriva accompagnati, direi sommersi, da una massa di stereotipi positivi e negativi (cugini stretti dei pregiudizi) dai quali si fa fatica a affrancarsi, anche perché, e questo si impara presto, molti finlandesi apparentemente non vogliono. “Tu vieni dal Paese del sole, della gioia di vivere, del buon gusto! Perché ti piace la Finlandia, col suo tempo grigio e la sua malinconia? Vivi nel Paese del cibo più buono del mondo, come puoi apprezzare il nostro?” E così via.

È un discorso lungo. Comunque sia, alcuni tratti culturali balzano agli occhi e a volte ti lasciano interdetto: un enorme numero di gruppi Heavy Metal e gotici, ma anche l’amore per il Tango, la passione per il karaoke, chi l’avrebbe mai detto? E lo stravolgimento portato dall’arrivo di Natale, Joulu. Non è facile descrivere quanto significhi per i finlandesi, e non ci provo neanche. So solo che quando si avvicina, il Paese cambia, un’elettricità nuova percorre boschi, strade, piazze, luoghi di lavoro, radio, televisione, infine le Istituzioni, e poi le abitazioni, le famiglie, ogni singola persona, anche quella apparentemente più indifferente. Si cambia l’arredamento, si tirano fuori cappellini, coperte, tappeti, tovaglie, piatti, bicchieri, si dispongono candele ovunque, la casa cambia pelle dal profondo, e tutto, quando sarà il momento, tornerà in soffitta.

La festa di Joulu sarà riservata solo ai familiari stretti ma non si può non celebrare anche con i colleghi di lavoro e gli amici. In ogni ufficio e luogo di lavoro, in ogni gruppo sociale e situazione si festeggerà, con buon anticipo (dal 15 novembre al 15 dicembre) il pikkujoulu, il piccolo natale.

Da quanto ho vissuto e forse capito, non è solo una questione religiosa; ha senz’altro a che vedere con il clima, con il fatto che dal 21 Dicembre le giornate cominciano ad allungarsi. D’altra parte la giornata del Sol Invictus è celebrata da millenni, da culture anche geograficamente lontane tra loro, e per il paganesimo precristiano era il giorno di Yule, da cui Joulu.

Si è scritto molto sulle origini di Joulu. Un ottimo sunto si può leggere in questo articolo di Marcello Ganassini del Dicembre 2019. Una cosa mi sembra certa: colui che porta i regali c’era anche prima ma la sua rappresentazione è cambiata. L”iconografia attuale di Santa Claus, di origine anglosassone, ha vinto, anzi stravinto, ed è oggi fonte di reddito per molti finlandesi, a partire da quelli che lavorano intorno al mito della “casa di Babbo Natale” in Lapponia. Malgrado questo il nome originario resiste, e non è necessariamente così in Svezia e nei Paesi vicini. In Finlandia rimane viva l’immagine pagana… dietro Santa Claus si cela ancora lo Yule Goat, lo “Uomo Capra”, ricoperto di stracci e pelli di caprone, Joulupukki.

Un fenomeno secondo me esemplare dell’impazzimento nazionale legato alla festa di Joulu è la quantità incredibile di canzoni legate al Natale. In questo altro articolo, Giacomo Bottà ne fornisce un quadro, certamente sintetico, ma che ha il pregio di illuminare due caratteristiche che credo si possano definire sempre presenti e sempre conviventi nella cultura Finlandese: la malinconia, la capacità di parlare, spesso senza retorica, di argomenti e temi estremamente tristi, come se fossero (come infatti sono), parte della vita, e insieme a questo, la tendenza a riderne, a sdrammatizzare, con un tocco a volte un po’ pesante di humour nero, spesso condito da una buona dose di turpiloquio.

Sempre in tema, alcuni anni fa ho scoperto la realtà di Raskasta Joulua. La band Raskasta Joulua (Heavy Christmas) nasce da un’idea del chitarrista Erkka Korhonen e raccoglie il meglio dell’Heavy Metal finlandese. Il risultato è la reinterpretazione di classiche canzoni di Joulu in chiave metal. Potrebbe sembrare un accostamento senza senso (Heavy Metal e canzoni natalizie?), un fenomeno marginale, una scommessa azzardata; in una realtà come la Finlandia è stata invece una scelta di grande successo.

Insieme a Erkka Korhonen collaborano molti artisti metal di rango, come Marco HietalaJarkko AholaAri KoivunenJuha-Pekka Leppaluoto e Tony Kakko. Qui di seguito tre esempi di questo “azzardo”.

Il primo è la canzone Sylvian joululaula – Sylvias hälsning från Sicilien (Il saluto di Sylvia dalla Sicilia), classico della cultura finlandese. Il testo è di uno dei letterati più importanti dell’Ottocento, Zacharias Topelius. La storia narra di un uccellino migratore del genere Sylvia, che solitamente sverna in Sicilia, aspettando la primavera per tornare in Finlandia. La Sicilia è descritta come un paradiso; ciononostante la tristezza data dalla lontananza dalla patria è più forte. E nessuno può ascoltare il bellissimo canto della Sylvia.

Un altro esempio è Heinillä härkien (Sul fieno dei tori), versione finlandese di un canto natalizio francese risalente al XVI secolo. L’originale, Entre le Boeuf et l’âne gris (Le Sommeil de l’enfant Jésus) nasce come una ninnananna che descrive Gesù bambino dormiente, tra bue e asinello. Questo un esempio della versione classica, qui di seguito la versione di Raskasta Joulua.

Bellissima è anche la più recente Tulkoon Joulu (Venga il Natale), di Pekka Simojoki reinterpretata così:

Joulu on taas! E a chi capita qui… BUON 2022!

FONTELe Nostre Strade
Marco Tosi
Come tutti i romani de Roma ha difficoltà a vivere lontano dalla sua città. Esplora però con passione la Finlandia dal 2000 e ne studia la lingua, più che altro per non rimanere tagliato fuori dalle chiacchiere segrete del figlio bilingue e della compagna, helsinkara de Helsinki.